di Eugenio Roscini Vitali


Il confronto est-ovest che nell’agosto scorso ha travolto il Caucaso meridionale, cinque giorni di bombardamenti finiti de facto con l’annessione alla Federazione Russa di due province georgiane, l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud, potrebbe avere un seguito: questa volta in Crimea, la penisola settentrionale del Mar Nero che Mosca e Kiev si contendono ormai da quasi vent’anni. Tra i due paesi le tensioni infatti non riguardano solo il taglio delle forniture di metano, l’ingresso dell’Ucraina nella Nato o i nuovi gasdotti che i russi hanno pensato per estromette Kiev dal sistema di trasporto energetico europeo: il North Stream che attraversando il Mare Baltico unirà il porto russo di Vyborg a quello tedesco di Greifwald, tagliando fuori Lettonia, Lituania e Polonia; il South Stream, che dal Mar Nero arriverà in Bulgaria per poi dividersi in due tronconi, uno a sud che passando per la Grecia arriverà in Italia e uno a nord con transito in Serbia, Ungheria e Austria.

di Elena Ferrara

Sono stati 714 milioni i votanti dei 300 partiti in lizza per 828.000 seggi. Ha vinto Sonia Gandhi al termine di una maratona elettorale durata un mese e articolata in varie fasi. E’ lei che ha portato al successo nelle “legislative” l’Upa, l’Unione progressista unita dell’India, con una maggioranza mai vista dal 1991. E così “l’italiana” Edvige Atonia Albina Maino, da Lusiana (provincia di Vicenza) nata il 9 dicembre 1946 e vedova di Rajiv Gandhi, dovrà ora contribuire alla formazione del nuovo gabinetto che governerà un paese che viene considerato come “la più grande democrazia del mondo”. Silenziosa, poco presenzialista ma capace di imporsi senza terremoti di sorta questa Sonia “indiana” ha sempre saputo rappresentare il senso della misura della dinastia della quale ha ereditato il nome e, insieme, interpretare umori e necessità della smisurata popolazione indiana. Si è mossa con la politica della mano tesa cercando di superare le tante articolazioni di classe, di gruppo, di categoria e cercando, di conseguenza, di abbracciare senza schemi prefissati le istanze più diffuse della società.

di Michele Paris

Pressato dai parlamentari democratici per delineare un piano trasparente e definitivo che conduca alla chiusura del campo di detenzione di Guantánamo entro i tempi previsti all’indomani del suo insediamento, Barack Obama ha finito per riesumare il controverso sistema dei tribunali miliari messo in piedi dalla precedente amministrazione per processare i presunti terroristi. La decisione del presidente arriva solo a pochi giorni dalla sua annunciata opposizione alla pubblicazione di una nuova serie di immagini che documenterebbero gli abusi sui detenuti da parte di militari statunitensi. Nonostante i paletti fissati da Obama per l’attività dei tribunali militari, non si sono fatte attendere le reazioni polemiche delle organizzazioni a difesa dei diritti umani, già contrariate dagli stenti evidenziati dalla Casa Bianca nel rigettare completamente le pratiche al limite della legalità dell’amministrazione Bush-Cheney.

di Mario Braconi

In queste ore l’esercito dello Sri Lanka annuncia la vittoria definitiva sulle Tigri per la Liberazione della Patria Tamil Eelam (LTTE), l’organizzazione secessionista del Nord del Paese, dal 1983 in guerra contro il governo centrale. Secondo le cronache locali, il Presidente dello Sri Lanka Rajapakse, al suo ritorno dalla Giordania, è stato accolto “come un eroe” nell’aeroporto stipato di membri del suo governo e religiosi benedicenti (sic!) appartenenti alle varie confessioni praticate nell’isola (buddisti, cristiani, induisti e musulmani). Venerdì, nel suo intervento al G11 (meeting tra le nazioni in via di sviluppo) Rajapakse aveva dichiarato: “Il mio governo, con il totale supporto delle forze armate, ha schiacciato una volta per tutte il LTTE, in un’operazione umanitaria senza precedenti.” Si noti come anche alle latitudini più impensabili sia diventato di uso corrente l’ossimoro tanto caro agli interventisti occidentali (la famosa “guerra umanitaria”).

di Carlo Benedetti

Dalle pacche sulle spalle alla firma di contratti utili per portare a casa qualche dividendo. E’ la strategia di Berlusconi (che cerca sponde politico-economiche capaci di aiutarlo ad uscire dalla crisi italiana) in una tournee che lo ha portato dalle rive del mar Nero alle foreste di Barvika, nell’hinterland della capitale russa. La carta d’identità che l’Italia mostra alla dirigenza russa rivela alcuni dati da non sottovalutare. Siamo infatti il terzo partner mondiale della Russia nell’interscambio economico, preceduti solo dalla Germania e dalla Cina e il nostro giro d’affari con Mosca è salito, nel 2008, a 26,5 miliardi di euro. Quanto alle nostre esportazioni, queste segnano un aumento del 9,3 rispetto al 2008. Dalla Russia, intanto, importiamo gas e petrolio segnando così il livello del 70%. Un buon identikit che Berlusconi si è speso subito al tavolo dei vari incontri.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy