di Roberta Folatti

Gli orrori nel nostro piatto

“Tutti prima o poi dobbiamo mangiare un po’ di merda” - questa la cinica battuta pronunciata da Bruce Willis mentre addenta beffardamente uno degli hamburger incriminati. Di fronte a lui, allibito, il dirigente della catena di fast food Michey’s incaricato di indagare sulla presenza di feci nella carne destinata agli hamburger.

di Roberta Folatti

Un Balzac modernissimo

I secoli sembrano non essere passati, il gioco perverso di seduzione e fuga, di ripicche, orgogli feriti, rimpianti amarissimi e rese improvvise che costituisce il fulcro della passione amorosa è lo stesso, malgrado sia trascorso molto tempo e mille consuetudini si siano modificate.
La storia narrata dal film è ambientata intorno al 1820, si snoda tra una severa fortezza adibita anche a convento di clausura e i frivoli salotti parigini, dove una festa si sussegue all’altra.
La Duchessa di Langeais, ultima fatica del regista francese Jacques Rivette, è tratta da un racconto di Honoré de Balzac e segue rispettosamente il testo, che fa parte del ciclo della “Commedia umana”. Oltre due ore di schermaglie amorose, di dialoghi che rivelano gli animi dei due protagonisti, di sguardi e gesti che riescono a dare concretezza a ciò che Balzac ha mirabilmente illustrato a parole, due ore che scorrono senza la minima fatica in un film di un’eleganza e una finezza rare.

di Roberta Folatti


L’irresistibile banda

Con l’arrivo dell’estate si è costretti ingoiare dozzine di “rospi” cinematografici e a scegliere tra titoli riproposti o nuove uscite inguardabili. Così questa settimana ho deciso di parlare di un film uscito da un paio di mesi ma che, nel magma delle produzioni di basso livello, si distingue per eleganza e totale assenza di volgarità pur essendo puro intrattenimento.

di Roberta Folatti

Il riscatto di due ragazze senza qualità La grande Anjelica Huston, abituata a interpretare ben altri ruoli, ha commentato sorniona la sua partecipazione al film. “Era un bel copione con giovani donne che maturano e fanno i conti con ciò che sono”. In parte si può darle ragione anche se l’ultimo lavoro di Martha Coolidge è di una leggerezza quasi irritante. Un commedia adatta ai periodi estivi, che vorrebbe fotografare i vizi e le fragilità di una generazione ma che centra l’obiettivo in poche occasioni.

di Roberta Folatti


Così paradossale da essere plausibile

E’ un film leggero, brioso, giocato sugli stereotipi televisivi di questi anni e sulle cattive abitudini di chi cerca di dirigere il consenso e prevedere le tendenze. Il montaggio frenetico, con soluzioni più da videoclip che da opera cinematografica, a tratti confonde, ingarbuglia, lasciando il sospetto di una formula sin troppo accattivante.


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