di Roberta Folatti

La panchina della consapevolezza.

La panchina della consapevolezza.
La reazione di fronte a una perdita è sempre imprevedibile. Sandro Veronesi, autore del libro da cui è tratto il film Caos calmo, ne immagina una eccentrica per il suo protagonista, inchiodandolo davanti alla scuola di sua figlia per il tempo necessario a capire. E a capirsi.
Perchè di tempo per rendersi conto di ciò che gli succedeva intorno Pietro Paladini ne ha avuto davvero poco, sua moglie è morta in modo improvviso e assurdo mentre lui stava salvando una donna che rischiava di annegare in mare.

di Roberta Folatti

Una dolorosa separazione

Una Julie Christie invecchiata ma sempre bellissima presta il suo volto a questa storia non facile che parla di malattia e di perdita di sè. L’Alzhaimer è il lento, inesorabile spegnimento di facoltà mentali e di ricordi, come se qualcuno pigiasse, uno dopo l’altro, gli interruttori della luce di quella grande casa che è il nostro cervello. Si comincia dalla memoria a breve termine e si finisce rimanendo completamente al buio.

di Roberta Folatti

Una disarmante fragilità

Al centro del nuovo film di Peter Del Monte, distribuito dalla Teodora Film di Vieri Razzini - che si distingue sempre per le scelte originali - c'è la figura di Mavi, giovane donna dalla sensibilità accentuata, capace di grandi slanci ma anche di gesti autodistruttivi. A fare da contraltare al caos emozionale della ragazza, c'è l' "impianto" razionalistico di Teo, studente di astrofisica, al contempo attratto e impaurito dalla personalità di Mavi.L'investimento iniziale, che fa finire Teo in ospedale, è la metafora dello sconvolgimento che la giovane donna, originaria di Spalato, porterà nella sua vita. Niente è più come prima dopo averla conosciuta o meglio dopo essersi "scontrato" con lei.

di Roberta Folatti

Triangolo acuto

L'inizio mi è sembrato folgorante, con una trovata degna di un film di suspense.
Quel che una delle due protagoniste vede - una volta aperto il bagagliaio dell'auto, di ritorno dalla Tunisia - è difficile da prevedere anche per uno spettatore accorto. Ma Riparo non è un thriller e la tensione che si sprigiona nel corso della pellicola non deriva da eclatanti colpi di scena, è tutta interiore, causata da sentimenti che si intersecano, si sovrappongono e infine diventano ingestibili.

di Roberta Folatti

La ricerca di sè portata fino alle estreme conseguenze

Il suo ultimo film è inattuale e coraggioso. Credo sia principalmente per il suo coraggio che Sean Penn conquista la simpatia del pubblico - quello italiano, al recente Festival di Roma, gli ha tributato un'accoglienza calorosissima.
Con Into the wild il regista-attore ci trasporta per due ore e mezza negli spazi più remoti, selvaggi, inconsueti degli Stati Uniti. Un'America popolata di hippies, nudisti, agricoltori, gente che cerca un contatto diretto con la natura e che vive lontana dai desideri consumistici del resto del mondo. Persone che si tengono ai margini della Storia, eleggendo a linee guida della propria vita valori "sorpassati" come la libertà e l'amore universale.


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