Dopo l’esame di maturità superato a Bergamo, il Bologna non può più nascondersi. La rimonta per 2-1 sul campo dell’Atalanta (a segno Lookman per la Dea, poi Zirkzee su rigore e Ferguson di volo) vale per i rossoblù la sesta vittoria consecutiva in campionato (non succedeva dal 1967) e il quarto posto in solitaria, con quattro punti di vantaggio sulla Roma. L’eventuale qualificazione della squadra di Thiago Motta alla prossima Champions League sarebbe una delle imprese sportive più memorabili viste in Serie A negli ultimi decenni.

L’Inter sa solo stravincere. A Lecce, su un campo insidioso per molte grandi, i nerazzurri lasciano fuori 7 titolari ma passeggiano lo stesso, rifilando un 4-0 ai salentini. La squadra di Inzaghi va a segno con Lautaro (doppietta), Frattesi e De Vrij. Lautaro arriva a 101 gol nel campionato italiano e 23 gol su 24 partite in questa stagione. Buon turn over per i nerazzurri, che addirittura nell’ultimo quarto d’ora del match avevano in campo solo Barella dei titolari. Il che premia il lavoro di Inzaghi, perché se cambiano gli orchestrali ma la musica è sempre la stessa, vuol dire che lo spartito è chiaro a tutti e che il direttore d’orchestra sa dirigere al meglio. Mercoledì la capolista gioca il recupero contro l'Atalanta, che potrebbe garantirle un vantaggio addirittura di 12 punti sulla Juventus.

Poteva andare anche peggio alla Signora, che in casa contro il Frosinone trova il gol vittoria (3-2) solo in piano recupero con una zampata in mischia di Rugani. Doppietta di Vlahovic. Dopo la sconfitta con l’Inter, è la prima vittoria per la Juve di Allegri, ormai né guardia e né ladro, tutt’al più piantone. Per i ciociari, che erano in vantaggio 2-1, a referto Cheddira e Brescianini.

Il Milan scivola a -4 dai bianconeri pareggiando 1-1 in casa contro l’Atalanta. Leao apre la gara con un gran gol, poi Koopmeiners pareggia su calcio di rigore. Terzo risultato senza successi tra campionato e coppe per Pioli. Dea ancora imbattuta nel 2024.

I bergamaschi vengono superati di due punti dal Bologna, che continua il suo volo ad ali spiegate battendo 2-0 il Verona. In rete Fabbian e Freuler. I rossoblù vincono così la quinta partita di fila e si ritrovano ora da soli in quarta posizione. 

Bene la Roma, che all’Olimpico batte 3-2 il Torino trascinata dalla prima tripletta di Dybala in giallorosso. La squadra di De Rossi, che pure schierava Smalling al rientro, continua a prendere troppi gol mentre il fantasma di Lukaku continua ad occupare il posto del giocatore belga.

Non torna il sorriso al Napoli, che pareggia 1-1 a Cagliari e mette in cascina solo il secondo punto nelle ultime tre partite. Una vera beffa per i campioni d’Italia, che, passati in vantaggio con Osimhen, vengono acciuffati al 96esimo da un gol di Luvumbo. Ormai i napoletani attendono con ansia la fine di questo campionato.

Il Monza si porta a -1 proprio dai partenopei vincendo 2-0 in trasferta contro quel che resta della Salernitana. Prima un palo di Djuric e poi due miracoli di Ochoa tengono in piedi i granata, che però che crollano nel finale sotto i colpi di Maldini e Pessina.

Tre punti sotto i brianzoli c’è il Genoa, vittorioso per 2-0 in casa contro l’Udinese. Retegui e Bani segnano, Kristensen si fa cacciare.

In chiave salvezza, importante successo dell’Empoli sul Sassuolo. I toscani vanno due volte in vantaggio con Luperto e Niang, vengono acciuffati da Pinamonti e Ferrari ma poi trovano i tre punti al 94esimo con Bastoni. Dionisi saluta la panchina neroverde: Carnevali pensa a Ballardini o a Semplici.

Nel posticipo serale, si gioca una gradevolissima partita tra Fiorentina e Lazio. Una partita veloce dove la superiore tecnica della Lazio viene annullata da un maggiore agonismo e velocità della viola. allo scadere del primo tempo un gol nato da una spettacolare triangolazione conclusasi con uno straordinario assist di Guendouzi per Luis Alberto, la Lazio si illude, ma nella prima parte della ripresa la Fiorentina agguanta il pareggio e poco dopo il vantaggio. Tra il pareggio e il vantaggio Nico Gonzales trova il modo di sbagliare un altro rigore dopo quello contro l'Inter. La squadra di Sarri, risulta lenta nella verticalizzazione del gioco e soffre l'assenza di giocatori di riferimento negli ultimi 25 metri sia nella cucitura delle trame ofgfensiva che come terminali. La squadra di Italiano stavolta non commette strafalcioni difensivi. Commisso continua a protestare per i debiti delle altre squadre, non riuscendo a comprendere come la sostenibilità del debito sia più importante del debito stesso. Magari potrebbe pensare a rafforzare la sua squadra smettendola di vendere i migliori dei suoi alla Juve (Bernardeschi, Chiesa, Vlahovic) e acquistare gli altrui esuberi. Magari così è facile fare i bilanci ma diventa difficile vincere.

Anche quest’anno, a diversi mesi dalla fine del campionato, dovremo fingere di appassionarci alla lotta per la Champions e a quella per non retrocedere. Per lo Scudetto, tanto per cambiare, non c’è un briciolo di suspense. La caduta libera della Juventus continua (2 punti nelle ultime 4 partite) e ormai l’Inter si ritrova con 9 lunghezze di vantaggio e una partita da recuperare.

Non conta solo il livello che riesci a raggiungere, ma anche quanto a lungo riesci a mantenerlo. Lo ha imparato a sue spese la Roma di Daniele De Rossi, che all’Olimpico contro l’Inter riesce a chiudere il primo tempo in vantaggio (Mancini ed El Shaarawy rimontano il gol iniziale di Acerbi). Un ottimo primo tempo quello dei giallorossi, ma nella ripresa viene travolta dal ritorno dei nerazzurri, che strigliati via telefono da Inzaghi squalificato, dominano in lungo e in largo chiudendo 4-2 (rete di Thuram, autogol di Tasende, ciliegina di Bastoni nel finale). A De Rossi vanno fatti i complimenti, la Roma appare trasformata in corsa e schemi e lui non si nasconde dietro lamentele inesistenti.

Vincere 1-0 con un gol sporco, magari firmato da un giocatore come Gatti, è l’essenza della filosofia allegriana (derivata dall’ippica) del “corto muso”.  Stavolta, però, il muso è quello dell’Inter, anche se il gol è sempre di Gatti. Basta una deviazione maldestra del difensore juventino per regalare ai nerazzurri un vantaggio di 4 punti (con una partita in meno) rispetto alla Signora. La partita racconta di un dominio dell'Inter nel primo temo che consente alla Juve di uscire dalla propria metà campo solo dopo 32 minuti, di un palo di Chalanoglu, di due miracoli di Szczęsny e del portiere dell'Inter, Sommer, quale spettatore non pagante, dato che in tutta la durata dell'incontro non vi sono tiri juventini nello specchio della porta. Chalanoglu ha disegnato calcio deliziando San Siro e Pavard si è dimostrato un campione autentico, un giocatore che fa la differenza. La Juve, a parte un Vlahovic nervoso ed impreciso nei controlli, ha mostrato solo Szczęsny in vena di miracoli e Keane all'altezza del match. Se non è mezzo scudetto cucito sul petto, poco ci manca.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy