di redazione

Altro che contraccolpo. E' vero il Torino non vale un terzo del Bayern, ma dopo la beffa atroce rimediata mercoledì a Monaco non era scontato che la Juventus si rilanciasse con tanta grinta in Campionato. E invece la Signora (come tradizione) domina il derby, portandolo a casa per 4-1. Nel primo tempo vanno a segno Pogba su punizione (terzo gol del francese contro i granata) e Khedira con una percussione centrale che sorprende la retroguardia ingenua di Ventura.

Nella ripresa il rigore di Belotti pone fine alla striscia d'imbattibilità di Buffon, che però era già riuscito dopo 3 minuti di partita a battere il record storico di Sebastiano Rossi: il nuovo primato per una porta inviolata in Serie A è di 974 minuti. A chiudere la pratica ci pensa poi Morata con una doppietta. Come tradizione, però, due sviste arbitrali a favore della Juventus condiscono la vittoria, dal momento che al Torino viene negato un gol regolarissimo e Alexandro, già ammonito, non viene espulso per aver causato il fallo da rigore pure assegnato. Tanta abbondanza non avrebbe bisogno di ulteriore deferenza.

Il Napoli non fa comunque sconti e, pur nei confronti di una Juventus che macina vittorie come un rullo compressore, si guarda bene dall’innalzare bandiera bianca e sistema la pratica Genoa con un 3 a 1 che non lascia dubbi sia sulla sua condizione come su quella dell’impresentabile squadra diretta da Gasperini, a cui non basta un ottimo Perin tra i pali. Iguain segna una doppietta (il secondo gol è meraviglioso) che lo porta a 29 gol, suo personale record in una stagione. Giù il cappello, perché 29 gol in Italia rappresentano lo score di un fuoriclasse autentico. Nota a margine: in vista dei Mondiali, l’Argentina si troverà con Iguain, Dybala, Tevez e Messi, oltre ad Aguero e Icardi se verrà incluso. Davvero quello che si paventa è una trionfo mondiale della albiceleste.

Dietro a Juve e Napoli c’è da segnalare l'anticipo di lusso della giornata, dove l'Inter fallisce l'assalto al terzo posto della Roma, ammesso che alla vigilia qualcuno lo ritenesse possibile. Ma gli uomini di Mancini ci provano e dopo un primo tempo ben giocato, nella ripresa riescono a passare in vantaggio con un diagonale in contropiede di Perisic, che conferma di essere il più in forma dei suoi in questa fase della stagione. Nel finale arriva però il pari di Nainggolan, abile a scaraventare in porta in scivolata l'ennesimo pasticcio di Dzeko.

La Roma gioca ma non incanta come nelle partite precedenti perché l’Inter, pur priva di tutti i suoi attaccanti (Icardi, Palacio, Jovetic) e di Kondogbia, sfodera comunque una delle sue migliori partite in trasferta, fatta di pressing e corsa, al punto che il suo centrocampo a due (Brozovic e Medel) non patisce quello della Roma a quattro (Naingolan, Perotti, Pianjc e Keyta) e la sua difesa non subisce nemmeno i tagli del suo attacco, particolarmente abile nel proporli.

Per quanto mostrato all’inizio e alla fine della gara la Roma avrebbe forse potuto vincere, ma alla fine della gara sono proprio i giallorossi a riconoscere che, per come si era messa la partita, il pareggio (raggiunto a 8 minuti dalla fine con una puntata dopo un rimpallo in area) è un ottimo risultato. A dimostrare lo scampato pericolo l’esultanza esagerata di Spalletti al pareggio. La Roma certo non si aspettava un’Inter come quella vista e Mancini ha affermato che a ranghi completi avrebbe vinto.

C’è poi lo psicodramma del centravanti bosniaco che, seppure propizia il pareggio romanista grazie ad un suo errore, si conferma capace di sbagliare tutto lo sbagliabile e anche qualcosa in più. Il che continua a rendere assai incerta l'efficacia della fase offensiva della squadra di Spalletti. Alla fine, però, la Roma sale a 60 punti e rimane saldamente sul terzo gradino del podio. I nerazzurri restano a cinque lunghezze di distanza. Non ne approfitta la Fiorentina, che pareggiando 0-0 contro il Frosinone rimane a pari merito con la squadra di Mancini.

Tra Milan e Lazio si gioca la partita delle due delusioni, in attesa che il suo passato (Mihajilovic) diventi il suo futuro mentre il suo presente (Pioli) è già con l'abito del passato. Ma lla fine della gara la delusione  dei tifosi del Milan, che perde un'altra occasione contro una Lazio volenterosa ma davvero involuta soto l'aspetto del gioco. Candreva e Felipe Anderson, in parte Parolo, sono i valori della squadra di Pioli, che comunque ha meso in campo cuore e polmoni. Da segnalare la stupidaggine di Luljc che per un fallo inutile guadagna il secondo giallo e salterà il derby.

Il Milan, invece, nonostante il rientro di Montolivo rasenta la balbuzie tecnica e quando il valore dei singoli è così ridotto, hai voglia a costruire tattica e posizionamenti. Che poi sia colpa di Mihajilovic - che pure errori ne ha commessi sin dal primo giorno - lo può sostenere solo chi deve coprire gli errori di un management fallimentare. Nemmeno un Patto del Nazareno in versione calcistica avrebbe potuto far diventare una squadra di vertice questo Milan.

A centro classifica, passo falso del Sassuolo, che si fa fermare sull'1-1 dall'Udinese. Al Friuli sono i padroni di casa a passare in vantaggio con Zapata, mentre nella ripresa gli ospiti pareggiano con un colpo di testa di Politano. Buono l'esordio di Di Canio sulla panchina friulana: i friulani salgono a 31 punti e fanno un passo in più verso la salvezza. I neroverdi salgono invece a 45 punti e falliscono l'assalto al Milan.

Nelle retrovie, si accende inaspettatamente la lotta per non retrocedere. Merito di un Carpi eroico, che con una serpentina vincente di Di Gaudio e una punizione da favola di Lasagna sbanca 2-1 il campo del Verona (ultimo con 19 punti, ormai rassegnato alla Serie B) e sale a quota 28, agganciando al terzultimo posto il Palermo. Nell'altro anticipo di giornata, infatti, i siciliani non riescono ad andare oltre lo 0-0 sul campo dell'Empoli. Nessuna delle due squadre riesce più a vincere: Giampaolo all'asciutto dal 10 gennaio, i rosanero dal 24.

A questo punto torna in gioco per evitare la retrocessione anche la Sampdoria, che con 32 punti è soltanto a +4 dalla zona B. I blucerchiati si rimettono nei guai rimediando una sconfitta casalinga contro il Chievo, che passa di misura grazie a una rete di Meggiorini.

I liguri vengono così scavalcati di una lunghezza in classifica dall'Atalanta, che batte in casa 2-0 il Bologna. Pomeriggio particolarmente ispirato per l'ex Diamanti, che prima offre a Gomez l'assist per sbloccare il risultato, poi insacca un rigore in movimento offerto da una bella giocata di Pinilla (che però nella ripresa si fa parare un rigore da Mirante). I bergamaschi tornano così al successo dopo 14 turni e Reja può tirare un sospiro di sollievo. Gli emiliani chiudono in nove: espulsi Mbaye e Gastaldello.

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La Roma consolida il terzo posto e nella testa della classifica si apre un buco di 5 punti ai piedi della zona Champions. I giallorossi vincono 2-1 in trasferta sul campo dell’Udinese, salendo così a 59 punti. Dzeko sblocca se stesso e la partita nel primo tempo, Florenzi raddoppia nella ripresa, poi accorcia Bruno Fernandes. La squadra di Spalletti centra l'ottavo successo consecutivo, mentre i friulani (a 30 punti +4 dalla zona retrocessione) vengono contestati a nel finale.

Perde terreno la Fiorentina (quarta con 54 punti), che non va oltre l’1-1 al Franchi contro il Verona, ormai già con un piede e mezzo in B. Zarate, al rientro dalla squalifica, segna il momentaneo vantaggio, ma il pareggio beffa arriva all’86esimo con Pisano. Per i viola è la terza partita consecutiva senza successi: non era mai accaduto quest’anno.

La squadra di Sousa viene così riacciuffata in classifica dall’Inter, vittoriosa per 2-1 sabato sul Bologna. Icardi si infortuna e, pur facendo la partita, i nerazzurri faticano a sbloccare il risultato, ma nella ripresa vanno a segno in 4 minuti Perisic, che conferma il momento di forma, e D’Ambrosio. A Donadoni non basta il gol di Brienza al 90esimo.

Nell’altro anticipo della giornata, il più atteso, la Juventus ha la meglio di misura su un combattivo Sassuolo e si assicura di mantenere la testa della classifica salendo a 67 punti. Una perla di Dybala risolve il match nella notte di Buffon, che supera Zoff per minuti consecutivi d’imbattibilità ed è ormai ad appena 180 secondi dal record storico della serie A, che appartiene a Sebastiano Rossi.

Alla Juve risponde domenica sera il Napli, che super 1-0 il Palermo con un rigore del solito Higuain al 23esimo della prima frazione di gioco.

Il Milan sale solo a +4 sul Sassuolo (48 punti) dopo il pareggio a reti inviolate sul campo del Chievo. Nel secondo tempo Abate prende una traversa e Bertolacci un palo. Ma non basta. Donnarumma è costretto a uscire per infortunio, ma viene sostituito da un super Abbiati, che salva la porta su Floro Flores e Meggiorini.

In ottava posizione si rifà viva la Lazio, che all’Olimpico contro l’Atalanta coglie la seconda vittoria nelle ultime otto partite di Campionato. Con una formazione sperimentale, farcita di Carneadi che non giocano mai, Pioli si concentra evidentemente sul ritorno di Europa League conto lo Sparta Praga, ma grazie a una buona dose di fortuna nel primo tempo e a un doppio Klose nella ripresa riesce a portare a casa l’incontro.

Nella parte destra della classifica, finisce 1-1 fra Empoli e Sampdoria (rispettivamente 35 e 32 punti). Segna Quagliarella nel primo tempo su uno dei pochi lampi di Cassano, pareggia Laurini a 8 minuti dal 90esimo.

Ben più spettacolare il 3-2 con cui il Genoa supera il Torino a Marassi. I granata vanno in vantaggio per 2-0 con una doppietta di Immobile ma vengono incredibilmente raggiunti e superati dai padroni di casa con un’altra doppietta, stavolta di Cerci, ex della partita, e con il gol decisivo di Rigoni. La squadra di Gasperini supera così quella di Ventura anche in classifica, 34 punti a 33.

Infine, in coda, grande vittoria d’orgoglio del Carpi sul Frosinone. Un rigore trasformato al 90esimo da De Guzman tiene in corsa per la salvezza gli emiliani, ora a -1 dai laziali (rispettivamente penultimi e terzultimi con 25 e 26 punti). Di Bianco e Dionisi gli altri gol.

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Con due marcatori a dir poco a sorpresa, la Juventus passa anche sul campo dell'Atalanta. A Bergamo vanno a segno Barzagli nel primo tempo con un tap in da zero metri e il ritrovato Lemina nella ripresa con un'azione personale conclusa con un tiro dal limite. Buffon è imbattuto da 836 minuti, ormai a soli 94 primi dal record storico messo a segno da Sebastiano Rossi con il Milan nel 1993-1994.

I bianconeri salgono così a 64 punti e mantengono 3 lunghezze di vantaggio sul Napoli, a sua volta vittorioso per 3-1 sul Chievo. Al San Paolo, però, sono i veneti ad andare in vantaggio con un gran tiro da fuori di Rigoni. Prima della fine della prima frazione gli azzurri capovolgono il risultato con Higuaìn e Chiriches, per poi chiudere la partita nella ripresa con Callejon. La squadra di Sarri, superato un periodo costellato da partite difficili e risultati zoppicanti, ritrova brillantezza e fluidità di gioco.

La vera notizia della giornata è però il passaggio di consegne al terzo posto, dove la Roma sale a quota 56 e stacca di 3 punti la Fiorentina. Nell'anticipo di sabato sera i giallorossi strapazzano all'Olimpico proprio i viola. Il 4-1 finale non ammette repliche: ancor prima dell'intervallo i capitolini vanno a segno con El Shaarawy, con un gollonzo di Salah su deviazione e con un piattone di Perotti servito al bacio dal Faraone. Nella ripresa ci pensa ancora l'egiziano a chiudere l'incontro.

Con uno schieramento iper-offensivo, che all’inizio desta qualche interrogativo, l’Inter batte 3 a 1 il Palermo giocando una buona partita, nonostante la fatica accumulata nei supplementari contro la Juventus. Tre bei gol, realizzati da Liajic, Icardi e Perisic, (questi ultimi due davvero notevoli) mentre quello del Palermo risulta episodico. Il match, infatti, non vede mai in discussione il predominio sul campo dei nerazzurri, che per le occasioni create avrebbero potuto raccogliere un più ampio risultato. I Mancini boys con questa vittoria si portano a un punto dalla Fiorentina mentre allungano sul Milan fermato dal Sassuolo.

Una vittoria, quella del Sassuolo, che fa rumore, arrivata con due gol, uno bellissimo da lontano di Duncan e l'altro di Sansone. Furioso nel dopo partita Mihajlovic, che prima accusa esplicitamente Bacca per il gol subito, poi rincara la dose di polemiche con l'arbitro che l'ha espulso. Ma tant'è: la squadra di Di Francesco, che la settimana scorsa aveva battuto la Lazio, sale a 44 punti, a -3 proprio dai rossoneri.

Quanto alla precedente vittima del Sassuolo, i biancocelesti deludono ancora, stavolta sul campo del Torino. I granata vanno in vantaggio con Belotti, che segna di rapina mentre la retroguardia dei capitolini imita le statue di cera di Madame Tussaud. Poi i padroni di casa sbagliano tutto quello che si può sbagliare con Immobile, che tira anche un rigore in curva. Non sbaglia invece Biglia, che dagli 11 metri trova il pari a meno di un quarto d'ora dalla fine.

Il Torino (33 punti) si fa quindi avvicinare dalle due genovesi, entrambe a quota 31. La Samp dà una spallata probabilmente decisiva alla lotta per la salvezza travolgendo 3-0 fuori casa il Verona. A segno Soriano, Cassano e l'ex Christodoulopoulos. Il Genoa, invece, regola di Misura l'Empoli a Marassi con un gol di Rigoni.

Non si arrende il Frosinone, che con una prova di grinta encomiabile batte 2-0 l'Udinese, diretta concorrente nella sfida per non retrocedere. A referto il solito Ciofani nel primo tempo e Blanchard nella ripresa. I ciociari salgono così a 26 punti, mentre i friulani rimangono a 30.

Molte meno motivazioni per il Carpi (22 punti), ormai rassegnato a giocare in B la prossima stagione, ma comunque capace di rimediare un punto sul campo del bel Bologna di Donadoni. Anche con una buona dose di fortuna.

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Con la sicurezza delle annate migliori, la Juventus si aggiudica per 2-0 il derby d'Italia contro l'Inter. Gli episodi che decidono l'incontro sono due sciocchezze della difesa nerazzurra. Nel primo tempo, un colpo di testa folle di D'Ambrosio, che invece di liberare o di lasciare scorrere una punizione innocua di Dybala serve un assist perfetto a Bonucci, abile a insaccare con un destro al volo. Nella ripresa, un'entrata inutile di Miranda su Morata mentre l'attaccante bianconero è fermo spalle alla porta: l'arbitro assegna un rigore severo, ma non ingiusto, che lo stesso spagnolo trasforma con freddezza. Vero è che c'è un fallo precedente di Morata su Miranda, ma tant'è.

La differenza fondamentale fra le due squadre è nella capacità di costruzione del gioco a centrocampo. La Juve può permettersi di rimpiazzare Marchisio con un Hernanes in buona forma, assistito dalla classe di Pogba e dall'esperienza di Khedira. L'Inter, invece, di registi non ne ha e, senza Brozovic a fare da raccordo, deve affidarsi ai piedi a dir poco acerbi di Kondogbia, incastrato fra i muscoli di Felipe Melo e di Medel. Risultato: se non è Palacio a inventarsi qualcosa di estemporaneo, la palla a Icardi non arriva mai, e i tiri in porta nemmeno. Difficile capire per quale motivo Mancini inizi la partita tenendo in panchina Ljajic, Perisic, Eder e Jovetic: quella che scende in campo è la solita squadra lenta, senza idee, perennemente bassa e refrattaria al pressing. Con queste premesse, una volta incassato un gol da una squadra come la Juve, recuperare è praticamente impossibile. Come del resto  impossibile giocare con cinque difensori e tre mediani.

Intanto, in attesa di Fiorentina-Napoli (questa sera alle 21), la Roma scavalca momentaneamente di una lunghezza i viola e si porta al terzo posto, a -4 dagli azzurri. I giallorossi, con Spalletti in panchina, incamerano la sesta vittoria consecutiva e salgono a 53 punti. Il 3-1 in trasferta contro l'Empoli è figlio di una doppietta di El Shaarawy (bellissimo il primo, a giro dalla distanza) e di un destro dal limite di Pjanic, abile a insistere dopo una sua punizione respinta dalla barriera.

Continua il periodo positivo anche per il Milan. Aspettando Lazio-Sassuolo (oggi alle 19), i rossoneri consolidano il sesto posto e, arrivando a 47 punti in classifica, si portano ormai a ridosso dei cugini interisti. Gli 11 di Mihajlovic non convincono, ma riescono comunque a superare di misura il Torino. Decisivo a San Siro un gol in mischia di Antonelli. I granata recriminano per un intervento in area di Donnarumma su Peres.

Nella parte medio-bassa della classifica, il Chievo (34 pt) batte 1-0 in casa il Genoa (28 punti) con un gol di Castro. Sorride invece la parte blucerchiata del capoluogo ligure: la Sampdoria aggancia in classifica proprio il Grifone battendo 2-0 in trasferta il Frosinone (23 punti). A decidere la sfida salvezza sono i gol di Fernando e Quagliarella.

La Samp scavalca anche di un punto il Palermo, che non va oltre lo 0-0 in casa contro il Bologna (35 pt). Pari anche fra Carpi e Atalanta (rispettivamente 21 e 30 punti): l'1-1 è frutto del gol di Kurtic e del rigore di Verdi, che trasforma un rigore causato dall'ex Borriello.

Si è esaurita la spinta alla ribellione del Verona (ultimo con 18 punti), sconfitto 2-0 al Friuli dall'Udinese (30 punti) con i gol di Badu e Thereau. Di Natale autore dei due assist: il primo geniale, il secondo casuale, figlio di un tiro sbagliato.

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Dopo una grande storia d'amore è difficile restare amici. Questa volta la notizia della domenica di calcio non arriva dal campo: a tenere banco, anche sui giornali stranieri, è il cosiddetto Tottigate. Lo storico capitano della Roma è stato cacciato dal ritiro di Trigoria e non è stato convocato per il posticipo contro il Palermo (cui ha assistito dalla tribuna, 5-0 facile per i suoi compagni).

La decisione è stata presa dall'allenatore Luciano Spalletti come punizione per un'intervista rilasciata da Totti alla Rai e mandata in onda durante 90esimo minuto. “Gestirmi meglio sarebbe un bene per tutti - ha detto la bandiera giallorossa ai microfoni della tv pubblica -, più che altro si tratta di avere un po' di rispetto, perché finire la carriera in questo modo è brutto”. E ancora, sull'incontro con Pallotta a marzo: “Io dirò la mia, lui la sua, sperando che tutti ne escano contenti. Mi aspetto correttezza, che mi dicano come stanno le cose e le loro intenzioni con me. A 40 anni devo smettere? A giugno deciderò. Spero di rimanere sempre nella Roma, è un mio sogno”.

La richiesta di rispetto al tecnico e i dubbi sulla correttezza della proprietà non sono piaciuti affatto ai vertici e non sembrano presagire un lieto fine. Del resto, dire addio a una bandiera non è mai semplice e gli esempi di separazioni tutt'altro che idilliache non mancano. A ben vedere, succede quasi sempre: Bergomi con l'Inter, Maldini con il Milan, Del Piero con la Juventus. Forse il saluto più sereno degli ultimi anni è stato quello dei nerazzurri a Zanetti, ma è stata un'eccezione.

Il caso Totti fa più rumore perché si consuma in una piazza più passionale e perché il diretto interessato non è tipo da incassare in silenzio se qualcosa non gli va a genio. Comunque vada la trattativa sul contratto, è da sperare che l'Olimpico possa salutare in pompa magna il suo capitano, come si conviene a una bandiera. Forse arriva in ritardo, quando ormai è troppo difficile da gestire, ma l'uscita di scena di Totti non può risolversi in un triste battibecco da ufficio del personale. 

Quanto al calcio giocato, dopo il sorprendente 0-0 di venerdì contro il Bologna con cui la Juventus ha interrotto la striscia di 15 vittorie consecutive - probabilmente distratta dall'imminente impegno di Champions contro il Bayern Monaco - questa sera il Napoli contro il Milan ha l'occasione di operare il contro-sorpasso in vetta.

Subito sotto la coppia di testa, la Fiorentina sale a 52 punti e consolida il terzo posto battendo 3-2 in trasferta l'Atalanta. I viola cambiano marcia nel secondo tempo dopo l'ingresso di Borja Valero e ritrovano Kalinic, che marca la sua prima rete del 2016. A segno anche Mati Fernandez e Tello. Inutili, per i bergamaschi, le reti di Conti e Pinilla.

Rimane a 4 punti dalla squadra di Sousa l'Inter, che sabato vince 3-1 contro la Sampdoria. Alla presenza in tribuna di Mourinho, l’Inter gioca una delle sue partite migliori e praticamente conferma il risultato anticipato dal Vate di Setubal poche ore prima della gara. Mourinho, per la prima volta tornato a vedere la sua ex squadra, si spertica in dichiarazioni di tifo e di passione per i nerazzurri e l’amore della curva interista per il tecnico con cui realizzò il Triplete scatena emozioni e il campo conferma la giornata positiva.

Tra nostalgia del passato e speranze per il futuro, i nerazzurri tornano al successo con le prime reti dei difensori in campionato sugli sviluppi di due calci d'angolo (D'Ambrosio e Miranda) e il sigillo finale di Icardi, che brucia sullo scatto l'ex compagno di squadra Ranocchia. I blucerchiati protestano per un rigore non assegnato sull'1-0, poi crollano e accorciano solo nel finale le distanze con Quagliarella.

Ritrova la vittoria anche il Sassuolo, che torna al successo dopo 7 giornate di digiuno superando 3-2 l'Empoli. Una doppietta di Defrel e il gol di Berardi ribaltano l’iniziale vantaggio ospite di Zielinski e consentono ai neroverdi di salire a 38 punti, staccando di una lunghezza la Lazio, che nella partita delle 18 non riesce ad andare oltre lo 0-0 sul campo del Frosinone. Pareggio a reti bianche anche fra Torino e Carpi.

Sempre nella parte destra della classifica, il Genoa arriva a 28 punti e scavalca di una lunghezza l'Udinese battendola 2-1 a Marassi. Il rigore di Cerci e la rete di Laxalt ribaltano il gol iniziale di Adnan. Al 90esimo Perin para un rigore a Di Natale.

In coda, il Verona rimane ultimo a 18 punti ma si toglie la soddisfazione di stravincere 3-1 il derby contro il Chievo. In gol tre senatori: Toni, Pazzini e Pellissier. Ma a chiudere la gara è una gran botta da fuori di Jonita.


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