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Sei vittorie su sette partite, le ultime cinque consecutive. Mai nella sua storia la Fiorentina aveva iniziato così un Campionato di Serie A e il primo posto in solitaria conquistato ieri sera (18 punti, contro i 16 dell'Inter) ne è la logica conseguenza. L'ultima vittima dei viola è l'Atalanta, che ci mette del suo, con Paletta espulso dopo 5 minuti, e cade al Franchi 3-0 sotto i colpi di Ilicic, Borja Valero e Verdù.
A questo punto quello che ci aspetta dopo la pausa per la Nazionale ha l'aria di uno scontro scudetto. Il 17 ottobre si giocherà infatti Napoli-Fiorentina, e al momento la squadra di Sarri sembra l'unica in grado di eguagliare la brillantezza degli 11 di Sousa. E' vero, gli azzurri sono un po' attardati in classifica (solo 9 punti) a causa di un avvio difficile, ma il 4-0 rifilato ieri sera al Milan non è estemporaneo: segue le goleade contro Bruge e Lazio, oltre alla vittoria contro la Juventus. Anche a San Siro, grande protagonista è Insigne: trasfigurato dall'allenatore toscano, il brevilinieo napoletano offre un assist ad Allan, segna su inserimento e poi anche su punizione. In casa rossonera, l'impressione è che ci sia poco da fare: nonostante qualche buon giocatore, ci sono troppi gregari da medio-bassa classifica per poter puntare davvero al terzo posto.
Dopo la prima sconfitta subita contro la Fiorentina, arriva anche il primo pareggio per l'Inter, che a Genova non va oltre l'1-1 contro la Sampdoria. I nerazzurri costruiscono (e sprecano) molto in attacco nonostante l'assenza di Jovetic, ma concedono ancora di più in difesa. Soltanto gli incredibili errori dei doriani (assurdo quello di Correa a un metro dalla porta sguarnita) salvano Handanovic da un'altra giornata da incubo. Le reti arrivano nella ripresa e portano le firme di Muriel e Perisic, che segna il suo primo gol in Italia grazie a uno strepitoso assist d'esterno di Icardi.
La terza posizione in classifica è occupata dalla Lazio, che in una delle due partite della 18 supera con grande difficoltà un eroico Frosinone. Dopo molte palle gol sprecate e moltissime occasioni concesse, i biancocelesti passano con una rete da campione di Keita, che dialoga nel breve con Djordjevic. Proprio il serbo firma il raddoppio al 94esimo, quando il Frosinone - in uno slancio di ingenuità - porta 10 uomini nell'area degli avversari sperando di pareggiare e spalancando la porta alla ripartenza dei ragazzi di Pioli.
La Lazio sale a 15 punti e si riporta così sopra la Roma (a 14), che - come l'Inter - dimostra capacità offensive incredibilmente superiori a quelle difensive. Sul campo del Palermo i giallorossi giocano una partita speculare a quella di Champions contro il Bate Borisov: chiudono il primo tempo in vantaggio di tre reti (Pjanic dopo 180 secondi, l'onnipresente Florenzi e Gervinho con un destro a giro dal limite), ma nella ripresa quasi si fanno rimontare. I rosanero si rifanno sotto con Gilardino (primo gol con la nuova maglia) e Gonzalez (seconda rete consecutiva), ma alla fine la chiude con un colpo d'esterno Gervinho, che sembra tornato quello del primo anno nella Capitale.
Si riprende anche la Juventus, che nell'altra partita delle 18 supera 3-1 il Bologna, cogliendo il primo successo di quest'anno allo Juventus Stadium. Andata in svantaggio al primo tiro in porta degli avversari, la Signora reagisce prima con Morata, poi con Dybala (su rigore) e infine con Khedira. Con tutto l'affetto per Padoin, capro espiatorio cui sono state attribuite troppe responsabilità, un campione del mondo a centrocampo fa una certa differenza.
Nella partita-ore-pasti della domenica, l'Empoli batte inaspettatamente il Sassuolo, che vede così sfumare l'imbattibilità. Al termine di una partita ricca di occasioni, il gol arriva con un'incornata prepotente di Big Mac Maccarone, che conferma il buono stato di forma di questo avvio di stagione.
Soffre di qualche acciacco in più l'eterno Totò Di Natale, che però contro il Genoa trova la sua prima rete in questo Campionato. Ma alla sua Udinese non basta, perché i rossoblù trovano il pari con Perotti su rigore. Finisce 1-1 anche il derby di Verona, sbloccato dall'Hellas con un colpo di testa di Pisano, in posizione di netto fuorigioco, e pareggiato da uno stacco rabbioso di Castro.
Chiude il quadro della settima giornata la prima vittoria del Carpi in Serie A. I biancorossi superano in casa un Torino irriconoscibile grazie a una sfortunata autorete del portiere Padelli (che devia con la schiena nella propria porta un tiro di Gabriel Silva rimbalzato sul palo) e a un colpo di testa di Matos su assist al bacio di Borriello. I granata provano a rientrare in partita con un rigore che Maxi Lopez si procura e trasforma. Ma è inutile: finisce 2-1. Sannino inizia la sua nuova avventura sulla panchina del Carpi con un risultato storico.
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Dopo 17 anni la Fiorentina torna in testa alla classifica di Serie A. Nello scontro diretto fra le due formazioni più in forma di questo inizio di Campionato, i viola travolgono a San Siro la capolista Inter con un 4-1 senza appello. Nerazzurri e toscani sono ora appaiati al primo posto con 15 punti. L'incubo per la squadra di Mancini comincia prima ancora dell'inizio del match, con il forfait di Jovetic, e prosegue con il riaccendersi dello psicodramma di Samir Handanovic, non nuovo a momenti di buio mentale in cui un errore tira l'altro.
Quello del portierone sloveno è un inizio choc: prima perde palla con i piedi e stende Kalinic procurando un rigore che Ilicic trasforma, poi para un tiro da fuori dello stesso Ilicic spingendo il pallone verso l'alto ma senza impedire che ricada in porta (Kalinic si toglie lo sfizio del tap in sulla linea). Già sul 3 a 0 non esce per chiudere la strada a Marcos Alonso e obbliga Miranda a un fallo da ultimo uomo che lascia l’Inter in 10.
Nella ripresa l'Inter prova a riaprire i giochi e al 60esimo passa con il secondo gol in campionato di Icardi, che ribadisce in porta un pallone da lui stesso stampato di testa sul palo. Ma non basta: un quarto d'ora più tardi Kalinic corona la sua serata dei sogni con la rete della tripletta. L’Inter si trova ora a dover riflettere seriamente su una serataccia aiutata dalla scelta incomprensibile di Mancini che ha deciso all’improvviso di stravolgere tatticamente una squadra sin qui vincente.
In classifica, ad appena due punti dalla coppia di testa, sale il Torino, vittorioso per 2-1 sul Palermo grazie a un autogol di Gonzales e a uno straordinario destro al volo in estensione di Benassi.
Una lunghezza sotto ai granata c'è la strana coppia Lazio-Sassuolo. I biancocelesti colgono la prima vittoria in trasferta della stagione rimontando sul campo del Verona (privo di Toni e Pazzini): alla testata dello svedese Helander rispondono prima Biglia su rigore, poi Parolo su punizione. Da segnalare la prestazione del giovane serbo Milinkovic Savic, centrocampista atipico con fisico da energumeno e piede raffinato. La squadra di Pioli agguanta così a 12 punti quella di Di Francesco, che non va oltre l'1-1 contro il Chievo (in rete Defrel e Paloschi).
Proprio i gialloblu condividono con la Roma la quarta posizione a quota 11. In uno degli anticipi di giornata, i giallorossi passeggiano 5-1 sul Carpi (gol di Manolas, Pjanic, Gervinho, Salah e Digne), ma - come ammette lo stesso Garcia - quella dell'Olimpico potrebbe rivelarsi una "vittoria di Pirro", perché costa gli infortuni di Totti, Djeko e Keita. I primi due dovranno stare fermi almeno un mese.
Due punti sotto la Roma, a metà classifica, viaggiano appaiate Milan e Napoli, ma con umori molti diversi. Gli azzurri sono reduci dalla vittoria di sabato sera al San Paolo contro quel che resta della Juventus di Allegri (grande momento di forma dei due marcatori partenopei: Insigne e Higuain), mentre i rossoneri non riescono a dare continuità ai risultati e ripiombano nel tunnel delle incertezze perdendo 1-0 sul campo del Genoa (tiro di Dzemaili deviato da Bonaventura).
In attesa di Atalanta-Sampdoria e Frosinone-Empoli, chiude il quadro della sesta giornata di Serie A la resurrezione dell'Udinese, che passa 2-1 sul campo del Bologna con le reti di Badu e Zapata.
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Quinta vittoria su cinque partite (non succedeva dal '66-67) e per la quarta volta il risultato finale è 1-0. Continua il sogno a punteggio pieno dell'Inter, che stavolta supera di misura il Verona con un'incornata imperiosa di Felipe Melo, uno dei protagonisti meno attesi di questo inizio di stagione. Il gioco dei nerazzurri non è ancora esattamente uno spettacolo da stropicciarsi gli occhi, ma per i tifosi, per il momento, va benissimo così. Forse preferirebbero vincere con più di un gol di scarto per finire una partita in tranquillità, ma in fondo non serve, almeno finché la difesa regge così bene (un solo gol subito finora, dal Carpi) e la dea bendata fa il suo.
Dietro ai nerazzurri sono in molte a steccare. Il risultato più clamoroso è quello dei Campioni d'Italia in carica. Prima della partita, che il Frosinone dovesse mettere a segno il suo primo punto in serie A allo Juventus Stadium era pura fantascienza. Eppure è andata proprio così, grazie al gol al 92esimo con cui Blanchard ha pareggiato il vantaggio iniziale firmato Zaza. I bianconeri non riescono quindi a dare seguito alla vittoria di domenica contro il Genoa e si fermano a 5 punti, già a meno 10 dalla vetta. Allegri rimanda ancora l'appuntamento con il primo successo allo Stadium.
Tira il freno a mano anche il Napoli, come la Juventus fermato da una neopromossa. Dopo i 10 gol marcati nelle ultime due partite contro Bruge e Lazio sembrava impossibile che l'attacco di Sarri potesse rimanere a secco in casa del Carpi, ma effettivamente lo 0-0 resiste fino alla fine. Un pugno di mosche che fa seguito a due manite.
Gli azzurri (6 punti) si vedono così staccare in classifica dalla Lazio, che sale a quota 9 dopo il 2-0 rifilato al Genoa sul prato dell'Olimpico. A suo modo, è un risultato storico: non tanto per il periodo psicodrammatico attraversato dagli 11 di Pioli (che fin qui hanno vinto tutte le partite in casa e perso rovinosamente tutte le trasferte), ma perché negli 8 precedenti scontri diretti aveva sempre vinto il Grifone. Stavolta i liguri si sono dovuti inchinare al ritorno al gol di due pedine finora mancanti nella scacchiera laziale: Djordjevic e Felipe Anderson.
Ben diverso l'umore sull'altra sponda del Tevere, quella giallorossa. Dopo il pareggio casalingo contro il Sassuolo, la Roma di Garcia delude ancora, rimediando una sconfitta sul campo della Sampdoria. Come domenica, Salah prova a metterci una pezza, pareggiando alla grande la staffilata iniziale di Eder. Ma stavolta non basta, perché a decidere la partita è una goffa autorete di Manolas, che devia nella sua porta un cross del solito Eder. Beffa suprema: la Roma, a 8 punti, si vede scavalcare di una lunghezza dai cugini biancocelesti, in piena crisi.
Quanto ai blucerchiati, raggiungono in quarta posizione il Torino a 10 punti, stessa quota del Chievo, che sconfigge 1-0 proprio i granata (gol di Castro). Al secondo posto sale la Fiorentina, che infila la terza vittoria consecutiva superando 2-0 il Bologna con le reti di Blaszczykowski e Kalinic.
Il terzo gradino del podio viene conquistato invece allo spettacolare Sassuolo di Di Francesco, vittorioso di misura in casa del Palermo grazie a una staffilata da fuori del redivivo Floccari.
Chiude il quadro della giornata l'anticipo vinto faticosamente per 3-2 dal Milan contro l'Udinese. In casa rossonera, a quanto pare, Balo è tornato. La difesa ancora no.
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Quattro vittorie di misura in quattro partite, con un solo gol incassato (dal Carpi). Appena un mese fa era difficile da prevedere, ma sembra che il segreto dell'Inter 2.0 di Mancini sia la solidità difensiva, favorita - oltre che dallo scarso utilizzo di Ranocchia - anche dalla diga eretta in mezzo al campo da Felipe Melo e Kondogbia. Si tratta di una qualità che, al momento, non può vantare alcuna altra squadra del nostro Campionato. L'ultima vittoria dei nerazzurri arriva per 1-0 in trasferta contro il Chievo grazie alla prima rete stagionale di Icardi, capocannoniere della scorsa stagione.
La Roma invece non tiene il passo dell'Inter e, come l'anno scorso, si fa fermare all'Olimpico sul 2-2 dal Sassuolo. I giallorossi hanno anche poco da recriminare, perché nel primo tempo il neroverdi passano due volte - prima con Defrel e poi con Politano - e vanno anche vicino al terzo ancora con Defrel. Il primo pareggio della squadra di Garcia è firmato in netto fuorigioco da Totti (alla 300esima marcatura in giallorosso), mentre il secondo è un capolavoro balistico di Salah, abile a fiondare in porta di sinistro, al volo e da fuori area.
Il mezzo passo falso della Roma (8 punti) fa la gioia di Torino e Fiorentina, rispettivamente al secondo e al terzo posto in classifica con 10 e 9 punti. L'uomo del destino per i granata in questa prima parte di stagione e Quagliarella, che schianta la Samp con la doppietta dell'ex. Meno convincente ma altrettanto efficace la prestazione dei viola, vittoriosi per 1-0 sul campo del combattivo Carpi grazie al secondo gol consecutivo di Babacar.
Quanto alle nobili decadute, tornano alla vittoria sia il Milan che la Juventus. I rossoneri (6 punti) superano 3-2 il Palermo in uno degli anticipi di giornata con una prestazione tremebonda in difesa ma letale in attacco, dove Bacca dà spettacolo fra colpi vincenti e giocate spettacolari.
Per i bianconeri (4 punti) quello rimediato in casa del Genoa è il primo successo stagionale in Campionato. La firma sulla partita è di Pogba, che prima propizia lo sfortunato autogol di Lamanna (sparando sulla traversa un pallone che carambola sul portiere avversario), poi nella ripresa trasforma il rigore del definitivo 2-0.
Arriva la prima vittoria in questo Campionato anche per il Napoli di Sarri, che sembra aver finalmente iniziato a carburare. Dopo il 5-0 rifilato in settimana ai belgi del Bruge, i partenopei travolgono 5-0 anche la Lazio al San Paolo con una prestazione brillantissima sul piano atletico, tecnico e tattico. Insigne e Higuaìn in stato di grazia.
La squadra di Pioli invece sprofonda nuovamente nel baratro: la sconfitta di per sé non è inaccettabile viste le assenze (De Vrij, Biglia, Candreva, Klose), ma il modo in cui è arrivata e l'atteggiamento molle, spaventato e rinunciatario dei biancocelesti sono inquietanti.
Completano il quadro della giornata la vittoria di misura del Bologna sul Frosinone (primo gol in Italia di Mounier), il 2-1 in rimonta fuori casa dell'Empoli sull'Udinese (doppietta di BigMac Maccarone) e il rocambolesco 1-1 pescato al 97esimo dal Verona in inferiorità numerica sul campo dell'Atalanta (Moralez risponde a Pisano).
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I soldi non fanno la felicità, ma fanno il calcio. Dopo un'estate di spese importanti sul mercato, Inter e Milan ci regalano il derby di livello più alto che si sia visto negli ultimi anni. Se lo aggiudicano i nerazzurri 1-0 grazie a un tiro a giro da fuori di Guarin, ma il Milan esce a testa alta e con il conforto di aver (forse) ritrovato il figliol prodigo Balotelli, che negli ultimi 20 minuti è il migliore in campo e sfiora due volte il pari.
Alla fine però gli uomini di Mancini meritano il successo, soprattutto in virtù di un tasso tecnico superiore a centrocampo, dove Kondogbia fa venire più di un capogiro ai mediani rossoneri. Con appena un gol incassato e quattro all'attivo in tre partite, l'Inter è l'unica squadra della Serie A a punteggio pieno, mentre il Milan è già a -6 dalla vetta.
A due lunghezze dai nerazzurri c'è invece un gruppo di quattro squadre. La più quotata è certamente la Roma, che in uno degli anticipi di giornata passa 2-0 a Frosinone, ma senza fare una bella figura. A sporcare la vittoria dei giallorossi (2-0 con reti di Iago Falque e Iturbe) è l'invereconda sceneggiata di Digne, che sull'1-0 commette un fallo di mano plateale in area, poi si butta a terra fingendo di aver preso il pallone in faccia. Tutta la famigliola degli arbitri ci casca.
Non è una prestazione migliore quella della terna arbitrale che ha diretto Juve-Chievo, altro anticipo al veleno. L'1-1 finale figlio delle reti di Hetemaj e di Dybala è rovinato da un gol ingiustamente annullato ai veneti con Caesar, da un rigore non dato per fallo su Pogba e da uno invece concesso con molta generosità allo svenevole Cuadrado. Alla fine però il risultato rimane incredibile: bianconeri con un punto dopo tre partite e gialloblu che dal settori ospiti dello Juventus Stadium si tolgono lo sfizio di invitare gli avversari a "salutare la capolista".
A 7 punti come il Chievo ci sono anche Torino, Sassuolo e Palermo, tutte e tre protagoniste ieri di pirotecnici 2-2, rispettivamente contro Verona, Atalanta e Carpi. La partita più bella è quella della squadra di Di Francesco. Succede tutto nel primo tempo: solito colpo da circo di Pinilla (pare che in rovesciata suoni anche il campanello del portone di casa), poi sassata di Magnanelli da fuori, ancora una zampata di Pinilla e nuova staffilata dalla distanza per i neroverdi, stavolta del redivivo Floro Flores. Il tutto condito da due rigori sbagliati, uno per parte.
Subito sotto in classifica, a 6 punti, rispunta la Lazio. All'Olimpico i biancocelesti rialzano la testa dopo il disastroso 0-4 di due settimane fa a Verona, anche grazie alla collaborazione di un'Udinese pressoché evanescente. L'eroe della giornata è Alessandro Matri, all'esordio con la nuova maglia e autore di una doppietta in appena 9 minuti. Avendo ritrovato una prima punta di ruolo, forse Pioli riuscirà a convincersi che Keita è un attaccante esterno, non un ariete centrale.
In attesa di Sampdoria-Bologna (rinviata), chiude il quadro della giornata la vittoria della Fiorentina contro il Genoa, firmata dal giovane talento Babacar. I viola salgono così a 6 punti, mentre i liguri rimangono inchiodati a quota 3.