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Napoli e Juventus proseguono la corsa, Inter e Fiorentina steccano. Con la vittoria in rimonta per 3-1 sul Sassuolo (a Falcinelli rispondono Callejon e due volte Higuaìn), gli azzurri si confermano al primo posto in solitaria arrivando a 44 punti. Lo fanno con l’ennesima prestazione convincente, ancora una volta guidata dal Pipita, sempre più capocannoniere della Serie A con 20 gol in 20 gare (quasi il doppio dei secondi, che sono Kalinic, Eder e Dybala con 11). I neroverdi escono però a testa alta dal San Paolo: si sono battuti per larghi tratti alla pari, confermando di essere la squadra rivelazione di questa Serie A.
Alle spalle degli azzurri la Signora pesca la decima vittoria consecutiva e arriva per la prima volta a occupare da sola la seconda posizione (42 punti). I bianconeri si vendicano dell’Udinese, che li aveva incredibilmente battuti alla prima di Campionato allo Juventus Stadium, travolgendo gli avversari con un 4-0 maturato interamente nel primo tempo. Dybala segna due volte da fermo (punizione e rigore). Khedira va a segno per la seconda volta consecutiva, mentre Alex Sandro segna la sua prima rete in A.
La Juve stacca così l’Inter (40 punti), fermata sabato sull’1-1 dell’Atalanta in una partita butta e assai strana. A decidere l’incontro sono ben due autogol, uno di Murillo e uno di Toloi. I bergamaschi interrompono una serie di quattro sconfitte consecutive ma non riescono a vincere solo grazie alle prodezze di un Handanovic in versione paratutto.
Va ancora peggio alla Fiorentina (38 punti) sconfitta nel posticipo per 2-0 dal Milan. Decidono Bacca e il redivivo Boateng. I viola, mai pericolosi, subiscono la seconda sconfitta consecutiva dopo quella con la Lazio. Balotelli rientra e colpisce un palo. I rossoneri scavalcano Sassuolo ed Empoli (che pareggia in trasferta 1-1 contro il Chievo) piazzandosi al sesto posto con 32 punti.
In quinta posizione c’è la Roma, che non riesce a festeggiare il ritorno in panchina di Spalletti. All’Olimpico, i giallorossi non vanno oltre l’1-1 contro il Verona ultimo in classifica, che risponde con un rigore nella ripresa di Pazzini alla zampata arrivata nel primo tempo da Nainggolan.
Pareggio dal sapore opposto per i cugini della Lazio (28 punti), che a Bologna vanno sotto 2-0 nel primo tempo (punizione alla Cristiano Ronaldo di Giaccherini e rete di destro sulla solita amnesia dei centrali biancocelesti), ma nella ripresa raddrizzano l’incontro con il rigore a cucchiaio di Candreva e la volée del ritrovato Lulic. Klose è ancora a secco di gol ma si procura il penalty e offre al bosniaco l’assist del pari.
Quattro punti sotto la squadra di Pioli si rifà vivo il Torino, che travolge 4-2 un Frosinone combattivo ma sguarnito. Apre le marcature su rigore il figliol prodigo Immobile, chiudono i conti la doppietta di Belotti e la rete di Benassi. I granata non vincevano da novembre.
Rialza la testa anche il Carpi, che batte a sorpresa la Sampdoria e si porta a 17 punti, in terzultima posizione, scavalcando i ciociari. Lollo e Mbakogu (su rigore) decidono il match a favore degli emiliani, inutile il gol di Correa.
Chiude il quadro della giornata il rotondo 4-0 del Genoa sul Palermo. Suso apre le danze, un Pavoletti in formato Nazionale e Rincon completano l'opera nella ripresa. I rossoblù salgono così a 22 punti in classifica sopravanzando di una lunghezza proprio i siciliani.
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Colpo di scena all’ultima giornata del girone di andata: il Napoli trascinato da un super Higuaìn vince ancora e si laurea campione d’inverno per la prima volta dal 1990, conquistando la testa solitaria della classifica anche grazie agli scivoloni inaspettati di Inter e Fiorentina. Gli azzurri festeggiano il primato con l’ennesima goleada di questa stagione.
Stavolta la vittima è il Frosinone, travolto non solo da un rigore e da una serpentina vincente del Pipita (che con questa doppietta arriva a 18 gol in 19 partite), ma anche dal primo gol di Albiol, dal terzo consecutivo di Hamsik e dal solito sinistro potente e preciso di Gabbiadini. Sammarco segna un bellissimo gol della bandiera a 9 minuti dalla fine.
In pieno recupero, invece, cade l’Inter, alla seconda sconfitta casalinga consecutiva. Come contro la Lazio, la beffa per i nerazzurri arriva dal dischetto. Al 94esimo Miranda commette il primo errore veramente grave della sua stagione travolgendo in area Defrel: Berardi trasforma dagli 11 metri. Il risultato è bugiardo, perché a fare la partita è stata la squadra di Mancini, che però - dopo averla imposta a ripetizione - stavolta ha dovuto subire la legge dell’1-0.
L’Inter si fa superare così al giro di boa: scivola a -2 dal Napoli e viene raggiunta a quota 39 dalla Juventus, che ne posticipo batte 2-1 la Sampdoria incassando la nona vittoria consecutiva. Apre le marcature nel primo tempo Pogba, raddoppia Khedira a inizio ripresa. Cassano si toglie la soddisfazione di un altro gol a Buffon, ma ai blucerchiati non basta.
Un punto sotto la coppia Inter-Juve c’è la Fiorentina, battuta al Franchi dalla Lazio per la quinta volta nelle ultime sei stagioni. Sabato i biancazzurri riscattano il pareggio casalingo contro il Carpi giocando la miglior partita dell’anno. A fine primo tempo Keità sblocca il risultato con una percussione centrale, poi gli altri 3 gol arrivano oltre il 90esimo: Milinkovic pare chiuderla ma Berisha regala al Roncaglia il gol della speranza. I viola si sbilanciano e Felipe Anderson firma il 3-1 finale su assist di Candreva.
Nell’altro anticipo di giornata, Roma e Milan riescono a non farsi male. L’1-1 finale - figlio delle reti di Rüdiger nel primo tempo e di Kucka nella ripresa - scontenta tutti ma per il momento non fa saltare né la panchina traballante di Garcia né quella di Mihailovic. Chissà cosa sarebbe successo se Donnarumma non avesse compiuto un paio di prodezze nel primo tempo o se nella ripresa il Milan avesse sfruttato le occasioni di completare la rimonta, visto che la tenuta difensiva dei giallorossi è ormai ai minimi termini.
Con questo pareggio, invece, il Milan viene scavalcato di una lunghezza dall’Empoli, che arriva a 30 punti battendo 1-0 fuori casa il Torino con una zampata vincente del solito Maccarone (ora i toscani di Giampaolo sono settimi, a soli 4 punti dall’Europa). Stesso risultato anche del Chievo sul campo del Bologna, dove Destro sbaglia un rigore e Pepe punisce beffa i padroni di casa segnando per la seconda partita consecutiva.
Il quarto 1-0 esterno della giornata è quello firmato da Vàzquez con cui il Palermo batte quel che resta del Verona, sempre più ultimo con soli 8 punti e ormai apparentemente rassegnato alla retrocessione nonostante Delneri.
Si allontana invece dalla zona rossa della classifica il Genoa, che rialza la testa dopo ben cinque sconfitte consecutive (l’ultima nel derby infrasettimanale) battendo in trasferta l’Atalanta. A ridare ossigeno a Gasperini ci pensano Dzemaili, con una bella girata al volo, e il solito Pavoletti, all’ottavo gol in Campionato.
Infine, colpo di coda anche del Carpi, vittorioso per 2-1 in casa sull’Udinese. Per quanto non sembri esattamente una partita di cartello, è a suo modo memorabile: con il gol che apre le marcature, Lorenzo Pasciuti diventa il primo giocatore nella storia del calcio italiano ad aver segnato con la stessa maglia in tutte le categorie, dai dilettanti alla Serie A.
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L’effetto-panettone pesa sulle romane e sul Milan, ma non su Inter, Fiorentina, Napoli e Juventus. I nerazzurri giocano una brutta partita, ma conservano la testa solitaria della classifica superando l’Empoli con un gol decisivo del solito Icardi. L'ottava rete in campionato dell'argentino, su assist di Perisic, regala i tre punti ai nerazzurri in una gara che ricorda da vicino le tante vittorie di misura (e con poco spettacolo) conseguite a inizio stagione dalla squadra di Mancini.
Ad appena una lunghezza dall’Inter, Fiorentina e Napoli rimangono appaiate a 38 punti. I viola battono 3-1 fuori casa il Palermo grazie a una splendida doppietta di Ilicic (ex rosanero) e al punto del ko messo a segno del recupero da Blaszczykowski. Bello ma inutile il gol dell’ex con cui Gilardino accorcia temporaneamente le distanze nella ripresa. Nel positcipo di giornata, il Napoli supera 2-1 il Torino. Al San Paolo vanno in rete Insigne e Hamsik. L’ex Quagliarella segna ma non esulta. Espulsi per proteste i due tecnici, Sarri e Ventura.
Ad appena due lunghezze dal podio (36 punti), continua la rincorsa della Juventus, che in casa contro il Verona archivia l’ottava vittoria consecutiva. Tutto facile per gli uomini di Allegri, che passano in apertura con una punizione al bacio di Dybala, raddoppiano prima dell’intervallo con un’incornata di Bonucci e chiudono i conti nel finale con un bel taglio centrale di Zaza, bravo a scartare il portiere prima di andare in rete.
Perde invece ancora terreno la Roma (33 punti), che fuori casa contro il Chievo racimola solo un pareggio al termine di una gara da psicodramma. I giallorossi vanno in vantaggio con Sadiq e Florenzi, ma vengono rimontati dalle reti di Paloschi e Dainelli. Gli uomini di Garcia tornano avanti con Iago Falque, ma alla fine Pepe su punizione (e grazie al supporto della gol-line technology) fissa il risultato sul 3-3.
Un gradino sotto in classifica, a 28 punti, viaggiano appaiati Sassuolo e Milan. I neroverdi si fanno fermare in casa sul 2-2 dal Frosinone, capace di andare avanti due volte con Dionisi (su papera di Consigli) e Ajeti, ma poi raggiunto prima dalla rete di Defrel, poi dal primo gol in serie A di Falcinelli. I rossoneri, invece, non brillano e sprecano diverse occasioni con Bonaventura, Bacca, Niang e Cerci. A 9 minuti dalla fine Giaccherini gela San Siro, che poi fischia a fine partita. La panchina di Mihajlovic ora è più che mai a rischio.
Sembra invece ancora salda la posizione di Pioli, se non altro perché Lotito non è un presidente incline alle spese. Eppure, alla Lazio uno strappo servirebbe. Dopo la fortunata vittoria a Milano contro l’Inter, i biancocelesti non vanno oltre lo 0-0 casalingo contro il Carpi, la peggior difesa esterna di tutto il Campionato. Che Konko sia più brillante di Felipe Anderson nei dribbling la dice lunga sulle condizioni generali della squadra.
Il punto rimediato dai capitolini è comunque sufficiente per raggiungere a 24 punti l’Atalanta, sconfitta 2-1 fuori casa dall’Udinese (che a sua volta sale a quota 24). I friulani scoprono il croato Perica, che propizia il gol di Théreau e firma il raddoppio. Nella ripresa inutile il gol di D'Alessandro.
Chiude il quadro della giornata il derby della lanterna, andato in scena giovedì e vinto dalla Sampdoria grazie a un redivivo Cassano, che mette lo zampino sia nella doppietta di Soriano sia nella marcatura di Eder. Alla fine i blucerchiati rischiano, ma la doppietta di Pavoletti non basta al Genoa per evitare di finire a un punto dalla zona retrocessione.
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Forse rinfrancate dall’atmosfera natalizia, Lazio, Roma, Milan e Sampdoria risorgono nell’ultima giornata prima delle feste. I rispettivi allenatori, tutti in bilico, mangeranno il panettone e forse riusciranno perfino a digerirlo. Il riscatto più inatteso è quello della Lazio, che dopo aver conquistato 1 punto degli ultimi 21 in palio riesce a sbancare nientemeno che San Siro, superando 2-1 nel posticipo la capolista Inter.
I biancocelesti passano subito con una sassata di Candreva su schema da calcio d’angolo, poi si dedicano al catenaccio e contropiede. La squadra di Mancini costruisce poco nel primo tempo, ma nella ripresa trova il pari con un taglio centrale di Icardi, che passa facilmente in mezzo a Hoedt e Mauricio.
A quel punto la tavole sembra apparecchiata per la rimonta nerazzurra, ma nel finale scatta la follia di Felipe Melo, che travolge in area Milinkovic Savic nell’incomprensibile tentativo di anticipare di testa, da dietro, un giocatore alto 1 e 95. Handanovic para il rigore di Candreva, che però marca la doppietta sulla ribattuta. Nel finale Melo si fa espellere per un colpo di taekwondo su Biglia, Milinkovic invece per due ingenuità a gioco fermo.
Alla fine una Lazio più volitiva che bella riesce a scacciare i fantasmi della crisi salendo a 23 punti e recuperando in un colpo 4 posizioni, dalla 14esima alla 10ima. L’Inter resta prima (36 punti contro i 35 della Fiorentina, vittoriosa per 2-0 sul Chievo), ma Mancini dovrebbe convincersi a questo punto che giocare col centrocampo intasato da mediani (Melo e Medel) non consente di far girare il pallone come ci si aspetta dalla capolista.
Sull’altra sponda del Tevere sorride anche la Roma, che all’Olimpico batte 2-0 il Genoa e - per il momento - salva la panchina di Garcia. Nonostante la prima espulsione in carriera di Dzeko, reo di aver insultato platealmente l’arbitro, i giallorossi passano grazie a una volée di Florenzi e al primo gol in A del giovane Sadiq. I capitolini salgono così a 32 punti e rimangono a +4 sul Milan, che a Frosinone, dopo esser passato in svantaggio subendo il contropiede di Ciofani, cala il poker con Abate, Alex, Bacca e Bonaventura.
Completa il quadro delle resurrezioni il 2-0 della Sampdoria sul Palermo. I rosanero recriminano per due rigori non dati su Gilardino, ma alla fine la squadra di Montella riesce ad avere la meglio. A referto Soriano con un facile tap in e Ivan con un pallonetto al volo dalla distanza, spettacolare quanto casuale. I blucerchiati salgono così a 20 punti, superando di due lunghezze proprio i siciliani.
Intanto, prosegue la marcia trionfale della Juventus, che vince la settima partita consecutiva. A Carpi la signora passa in svantaggio (gol dell’ex di Borriello), ma poi rimonta grazie alla prima doppietta in bianconero di Mandzukic e al sigillo di classe di Pogba. Un autogol di Bonucci dà pepe al finale, ma non compromette la vittoria. La squadra di Allegri è ancora saldamente in quarta posizione, a -2 dal Napoli.
Gli azzurri infatti, negli stessi minuti, si sbarazzano fuori casa 3-1 di una combattiva Atalanta. La svagatezza di Hamsik (che prima segna un rigore di pochi centimetri su ribattuta della traversa, poi nel finale ne spara un altro alle stelle) non pregiudica la vittoria della squadra di Sarri, che ancora una volta si affida al suo fuoriclasse, Higuaìn, autore di una doppietta e di una valanga di altri tentativi.
L’Empoli dei miracoli coglie la quarta vittoria consecutiva in casa del Bologna, trascinato da un’altra doppietta di Maccarone. I toscani agganciano così il Sassuolo - che pareggia 1-1 a Verona - e ormai sentono profumo d’Europa.
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Con il successo di sabato per 4-0 sull’Udinese, l’Inter vola a 36 punti e consolida la prima posizione. La Juve, invece, prosegue la rimonta battendo 3-1 nel posticipo la Fiorentina e conquistando quota 30 punti. In questo modo i bianconeri superano la Roma di una lunghezza e si piazzano in quarta posizione, ad appena due punti dal Napoli.
Tutto ciò è possibile perché il big match della giornata, quello che alle 18 ha visto impegnati i giallorossi al San Paolo, non si è visto nemmeno un gol. La squadra di Sarri domina per lunghi tratti, ma costruisce le palle gol più nitide soltanto negli ultimi minuti, quando uno Szczisny in stato di grazia ferma due conclusioni ravvicinate di Hamsik. La Roma recrimina per un gol di De Rossi annullato a nove minuti dalla fine: secondo l’arbitro la palla crossata da Rudiger è uscita nella traiettoria, ma il replay non chiarisce. Alla fine però il pareggio è giusto: il catenaccio romanista contiene l’effervescenza offensiva di Higuain e compagni.
Ben più convincente la prova dell’Inter, anche se contro un avversario meno competitivo, ma che comunque non perdeva in casa da Settembre. Al Friuli i nerazzurri travolgono i padroni di casa con un poker firmato da Icardi (doppietta), Jovetic e Brozovic, che per mettere la ciliegina sulla torta inventa un tiro a giro alla Del Piero. Mancini, che sceglie di schierare l’ennesima formazione diversa dall’inizio della stagione, non solo trova conferme in attacco e nella consueta solidità difensiva guidata da Miranda, ma aggiunge alla faretra anche la freccia dello spagnolo Montoya, lanciato per la prima volta (e con successo) dall’inizio della partita.
Meno semplice, ma altrettanto convincente, il successo della Juventus sulla Fiorentina. Per i bianconeri la partita inizia nel peggiore dei modi, con un rigore trasformato al terzo minuto da Ilicic. Dopo altri 180 secondi, però, arriva il pareggio di Cuadrado, con un pallonetto di testa su cross di Evra. Un avvio scoppiettante che sembra preludere a una serata divertente, invece non succede più nulla fino all’80esimo, quando a portare avanti la Signora ci pensa una zampata di Mandzukic (che ormai ha definitivamente superato Morata nelle gerarchie di Allegri). Il sigillo finale arriva al 91esimo e porta la firma del solito Dybala, che in precedenza aveva anche fornito l’assist al croato. I viola sono ora secondi a 32 punti, al pari del Napoli.
Perde terreno invece il Milan, che in casa contro il Verona ultimo in classifica non va oltre un deludente 1-1, dopo lo 0-0 della settimana scorsa contro il Carpi. Bacca illude portando i rossoneri in vantaggio, ma De Jong si fa espellere e regala un rigore che Toni trasforma. I rossoneri arrivano così a 25 punti, solo una lunghezza sopra la coppia Atalanta-Empoli.
I toscani vincono 3-0 sul Carpi grazie alla grande giornata di Maccarone, autore di una doppietta e di un assist per Saponara. Per la squadra di Giampaolo è la terza vittoria consecutiva. Quanto ai bergamaschi di Reja, vengono superati in casa di misura dal Chievo, che passa con Birsa dopo un errore dal dischetto da parte di Paloschi.
Aspettando Lazio-Sampdoria (questa sera alle 20 e 45) e in attesa che si giochi Sassuolo-Torino (rinviata per nebbia), completa il quadro della 16esima giornata il 4-1 inferto dal Palermo al Frosinone. I siciliani si aggiudicano nettamente lo scontro salvezza grazie alle reti di Goldaniga, Vazquez, Trajkovski (primo gol in A per il macedone) e Gilardino. Ballardini, stavolta, può tirare un sospiro di sollievo.