Non ce l’ha fatta la Juventus a prendersi la Champions. Troppo forte il Real Madrid, al quale la squadra di Allegri ha opposto solo un buon primo tempo, chiusosi sul risultato di uno a uno grazie ad una prodezza di Manzukic che ha pareggiato il vantaggio spagnolo, manco a dirlo, siglato da Cristiano Ronaldo. Poi però, al rientro dagli spogliatoi, il Real ha tirato fuori il gioco in scioltezza che appartiene alle grandi nei momenti decisivi ed ha sfoderato il talento purissimo, straordinario, del suo fuoriclasse, al momento indiscusso numero uno al mondo della scienza pallonara.

Un saluto non deve essere necessariamente un addio, ma quello di ieri di Francesco Totti al pubblico romanista e di questi al suo idolo assoluto, è stato davvero un addio, il rimando alle stelle di una storia d’amore che non potrà più essere scritta sull’erba. Perché non sarà semplice vederlo dietro una scrivania o a bordo campo e lui stesso, infatti, appare ancora incerto sul cammino da intraprendere. Lo farà solo dopo aver elaborato il lutto di una fine che non avrebbe voluto vedere mai. Totti era il campo e solo il campo. A inventare, a deliziare occhi e a strappare applausi per quel modo spontaneo e strafottente, elegante ma irriverente, di giocare al calcio.

La Roma è seconda e il Napoli terzo, ma l'ultima domenica di questo Campionato sarà ricordata soprattutto come la festa di Francesco Totti. Dopo 25 anni con la stessa maglia, il capitano giallorosso dice addio alla società di cui è diventato uomo-simbolo. Lo fa con le lacrime agli occhi, in una cerimonia carica di emozione, salutato da 70mila persone. Molte di loro sono cresciute vedendolo giocare e non hanno memoria di un calcio senza di lui. Non è ancora chiaro se si tratti di un addio al calcio definitivo, ma il distacco di Totti alla Roma è rimbalzato sui media di tutto il mondo come una storia romantica d’altri tempi.

Buffon, Chiellini, Bonucci, Barzagli, Lichtsteiner e Marchisio. Questi sei calciatori sono entrati ieri nella storia del calcio italiano come i primi ad aver vinto per 6 volte consecutive la Serie A. Sono loro i superstiti di quella squadra targata Antonio Conte che, nel 2011-2012, ha iniziato la cavalcata conclusa ieri allo Juventus Stadium.

Doveva essere una passerella sul campo dei rivali, invece la Juventus esce sconfitta per 3-1 dalla sfida contro la Roma e deve rimandare la festa scudetto. I bianconeri, che ora hanno 4 punti di vantaggio sulla seconda, dovranno vincere una delle ultime due gare contro Crotone e Bologna per laurearsi Campioni d’Italia per la sesta volta consecutiva. I giallorossi invece operano il controsorpasso ai danni del Napoli e blindano il loro secondo posto.


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