Ora non ci si può più nascondere dietro alla scaramanzia: a Napoli si deve parlare di scudetto. Con la vittoria di misura ottenuta sabato sera in casa della Roma (decide Insigne al 20esimo), la squadra di Sarri archivia l’ottavo successo su otto partite e si ritrova da sola in testa con ben 5 punti di vantaggio sulla Juventus.

 

 

All’Olimpico gli azzurri dimostrano di saper vincere anche in sofferenza: senza segnare valanghe di gol e resistendo all’assedio finale degli avversari. Una delle chiavi della vittoria contro i giallorossi è l’ennesima grande prova di Koulibaly, spesso ingiustamente messo in ombra dai compagni dell’attacco.

La vera notizia, però, è che la Signora ha perso una partita in casa: non succedeva da più di due anni. A trionfare allo Stadium è la Lazio, che ritrova la vittoria a Torino dopo ben 12 anni di digiuno. L’eroe di giornata è, tanto per cambiare, Ciro Immobile, che con una doppietta nei primi 8 minuti del secondo tempo cancella il gol del vantaggio bianconero messo a segno nella prima frazione da Douglas Costa. Stavolta, però, l’attaccante di Torre Annunziata deve condividere le prime pagine con un compagno di squadra: si tratta di Thomas Strakosha, portiere albanese di 22 anni capace di parare un rigore a Dybala al 96esimo (senza i due penalty mancati dalla Joya contro Atalanta e Lazio, la Juve avrebbe ora 3 punti in più). Da sottolineare anche la prova di Lucas Leiva, che nell'oscurità recupera valanghe di palloni davanti alla difesa.

In casa Juve, invece, oltre alla perforabilità della difesa - non una novità quest'anno - c'è da registrare che in assenza di Dybala il reparto offensivo non è all'altezza delle ambizioni della squadra. La Joya tornava da un'impegnativa trasferta con la nazionale ed è comprensibile che non fosse al top della condizione. Meno facile è comprendere come possa Higuain non aver ancora raggiunto una forma fisica accettabile. Non a caso contro la Lazio il Pipita sbaglia 2-3 conclusioni che fino a qualche tempo fa avrebbe insaccato a occhi chiusi.

Le sorprese sono proseguite anche la Domenica, quando la celebrata Atalanta viene sconfitta da una Sampdoria che nel primo tempo era stata leggera e confusa, ma che in una ripresa da incorniciare ha rimontato e infine sconfitto 3 a 1 la squadra di Gasperini.

Un'altra sorpresa è quella che vede il Crotone inchiodare sul pareggio per 2 a 2 il Torino di Mihajlovic. Ma l'aspetto sgradevole è che la curva dei calabresi, priva del senso del ridicolo, grida "zingaro" all'allenatore del Toro. Che, a differenza dei barbari curvaroli, ha scritto pagine di calcio sui campi di tutta Europa, proprio dove il Crotone non giocherà mai.

Nessuna sorpresa, invece, semmai la conferma della "legge dell'Ex", che nel calcio ha quasi il valore della giurisprudenza applicata. Ne fa le spese l'Udinese, che viene sconfitta per 2 a 1 dalla Fiorentina di Pioli proprio grazie ad una doppietta del suo ex Thereau, mentre il match tra Sassuolo e Chievo produce un pareggio a reti inviolateche non serve a nessuna delle due squadre.

Un Bologna ormai decisamente lanciato verso una classifica più confortevole, sconfigge per 2 a 1 la Spal, che continua invece a denunciare una inadeguatezza reale sul palcoscenico della massima serie. Poli realizza il gol della vittoria dei felsinei.

Il derby tra Inter e Milan che si gioca nel posticipo vede la vittoria dei nerazzurri per 3 a 2, ma è il migliore dei suoi, il suo campione assoluto, Maurito Icardi, che con una tripletta sancisce il risultato. Tre volte in vantaggio, i ragazzi di Spalletti hanno colpito anche una traversa e, fatto inedito quest’anno, un infortunio di Handanovic aveva riportato la partita sul 2 a 2. Poi, l’errore marchiamo di Rodriguez che cintura D’Ambrosio in area consegna il penalty all’Inter e Icardi timbra vittoria e tripletta.

Il Milan gioca un calcio più arioso, con frequenti cambi di corsie laterali, ma ad eccezione di Suso non ha nessun uomo capace di impensierire davvero le difese avversarie. L’Inter, più logica ma meno fantasiosa, ha però nella linea di attacco tre giocatori come Candreva, Perisic e Icardi che sono in grado di cambiare una partita. Il Milan, superiore nella capacità di palleggio, impone ai nerazzurri un posizionamento più arretrato ma offre così agli stessi la possibilità di chiudersi e ripartire. Non è un caso che i tre gol e anche la traversa sono l’esito di azioni di ripartenza da centrocampo, con la palla strappata ai centrocampisti del Milan e la corsa rapida verso la porta di Annarumma.

Poi, dietro il Milan è tutto meno che irresistibile, mentre Icardi è un killer autentico dell’area di rigore. Non importa da dove arrivi il pallone, quale sia la posizione del corpo, nemmeno essere marcato stretto: bastano venti centimetri di spazio e lui colpisce la palla mandandola in rete. Nella partita di ieri ha segnato due gol uno più bello dell’altro: nel primo, su cross di Candreva, si è infilato tra Bonucci e Musacchio colpendo al volo e nel secondo effettua una mezza giravolta con il corpo che gli consente di calciare al volo e segnare. Immarcabile, imprendibile, imprescindibile per l’Inter, che vola a 22 punti al secondo posto in classifica dietro al Napoli che troverà sulla sua strada tra sei giorni. Per il Milan, a meno 10 dai cugini, non si prospetta una settimana facile.

 

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