In meno di una settimana l’Inter ha perso tre volte: una in Coppa Italia, ai rigori contro la Lazio, e due in Campionato, contro Torino e Bologna. L’ultima sconfitta in ordine di tempo è la più grave e mette il timbro sullo stato di crisi nerazzurro. In casa, contro una delle squadre più deboli della Serie A, gli uomini di Spalletti erano chiamati a una prova d’orgoglio dopo le ultime prestazioni deludenti. Invece nulla: ormai sono 300 minuti consecutivi che l’Inter non riesce a segnare un gol su azione.

 

I problemi più vistosi sono a centrocampo, dove il tecnico toscano si affida nuovamente a Nainggolan (nemmeno lontano parente del giocatore che fu alla Roma) e a Perisic (rimasto a Milano controvoglia e già con cuore e portafogli residente a Londra). A dare la misura della disperazione spallettiana è però l’inserimento di Ranocchia (debuttante in A quest’anno) in versione attaccante a 12 minuti dalla fine.

Non fosse per l’Inter, la 22esima giornata di questo Campionato passerebbe alla storia per l’incredibile 3-3 fra Juventus e Parma. Dopo l’eliminazione in Coppa Italia contro l’Atalanta (e l’ennesimo flop per l’appuntamento con l’agognato triplete, che anche quest’anno è svanito), i bianconeri frenano di nuovo: Cristiano Ronaldo timbra ancora il cartellino con una doppietta, ma la difesa (inedita) si fa sorprendere e la squadra di D’Aversa pareggia al 93’. La buona notizia per i campioni d’Italia è che Bonucci e Chiellini dovrebbero rientrare contro l’Atletico. La cattiva è che si è infortunato Bernardeschi.

Con fatica, giocando male, ma la Juve vince ancora. La trasferta contro la Lazio è probabilmente la più difficile di questa stagione per la Signora, perché i padroni di casa giocano con grande intensità per almeno un’ora e il centrocampo bianconero soffre, orfano di Pjanic. I biancocelesti passano in vantaggio a inizio ripresa per un’autorete di Emre Can e avrebbero l’occasione di salire 2-0, ma Immobile sbaglia clamorosamente solo davanti al portiere.

 

A quel punto, diventano decisivi i cambi. Allegri mette dentro Bernardeschi e Cancelo: il primo mette dentro un pallone velenoso tirato in porta da Dybala, respinto malamente da Strakosha e buttato in rete proprio dall’esterno portoghese. Inzaghi risponde con due cambi incomprensibili: Berisha per Luis Alberto (fra i migliori) e Caicedo per Immobile. Alla fine, Ronaldo trasforma un rigore concesso per fallo di Lulic ancora su Cancelo. La Juve sale così a +11 sul Napoli e depone una pietra tombale sul Campionato.

 

In una domenica ricchissima di gol, la partita più incredibile è quella che va in scena a Bergamo. La Roma va in vantaggio addirittura 3-0 grazie alle reti di Dzeko (che torna al gol con una doppietta) e di El Shaarawy. Ma non basta, perché i padroni di casa si svegliano e riescono a risalire fino al tre pari: a segno Castagne, Toloi e l’immancabile Zapata, che marca il 3-3 dopo aver sbagliato un rigore, dando continuità al suo periodo d’oro (14 gol da dicembre).

 

La Roma si ferma così a 34 punti e perde l’occasione di scavalcare il Milan, a quota 35 dopo il pareggio per 0-0 registrato sabato contro il Napoli. La partita di San Siro è da ricordare solo per il debutto in rossonero dell’attaccante polacco Piatek.

 

Sale invece a -1 dai giallorossi (e a +1 sull’Atalanta) la Sampdoria, che travolge 4-0 a Genova l’Udinese: doppietta di Quagliarella (due rigori), poi Linetty e Gabbiadini. Il capitano blucerchiato, arrivato a 16 centri in Campionato, eguaglia così lo storico primato di partite consecutive con gol (11) realizzato da Gabriel Omar Batistuta nell’ormai lontano novembre 1994.

 

A centro classifica fa un bel passo avanti la Fiorentina (30 punti), uscita vittoriosa dalla partita con più reti del fine settimana. A Verona, contro il Chievo, i viola vincono 4-3 trascinati dal solito Chiesa e dal nuovo arrivato Muriel. La squadra di Pioli ritrova il successo dopo tre partite a secco, mentre i gialloblù sono sempre più ultimi con appena 8 punti.

 

A parimerito con la Fiorentina c’è il Torino, protagonista della più grande sorpresa di questa settimana. I granata, in casa, riescono a battere l’Inter di misura. Decisivo un colpo di testa vincente al 35esimo del difensore Izzo. Politano espulso nel finale.

 

Un punto sotto l’accoppiata Fiorentina-Torino c’è il Sassuolo (29 punti), vittorioso per 3-0 in casa contro il Cagliari. I neroverdi tornano al successo in casa dopo quattro mesi (gol di Locatelli, Babacar e Matri). Per i sardi un solo successo nelle ultime 10 partite.

 

La sconfitta del Cagliari fa la fortuna della Spal, che aggancia in classifica a 21 punti proprio i rossoblù grazie a un fondamentale successo per 3-2 sul campo del Parma (che rimane a 28 punti). Anche in questo caso si tratta di una rimonta incredibile: i padroni di casa, in vantaggio per 2-0 fino al 70esimo grazie a una doppietta di Inglese, si fanno prima raggiungere e poi superare dai ferraresi, a segno con Valoti (70’), Petagna (75’) e Fares (87’).

 

Infine, la sfida salvezza fra Bologna e Frosinone è stravinta dai ciociari, che passano addirittura per 4-0 sul campo degli emiliani, in inferiorità numerica per quasi tutta la partita a causa dell’espulsione al 13esimo di Matiello. Sul tabellino dei marcatori finiscono Ghiglione, Ciano (doppietta) e Pinamonti. Il Frosinone rimane al penultimo posto, ma arriva a 13 punti, a -1 proprio dal Bologna e a -4 dall’Empoli.

 

Proprio i toscani sono impegnati questa sera in casa nel Monday night di giornata contro il Genoa. Anche in questo caso si tratta di uno scontro fondamentale in chiave salvezza, dal momento che i liguri sono al quintultimo posto con 20 punti. 

Con tanta sofferenza, ma anche colpendo la bellezza di tre legni, il Napoli supera 2-1 la Lazio e si porta momentaneamente a -6 dalla Juventus, impegnata questa sera contro il modesto Chievo. Quella del San Paolo è una partita bifronte, in cui la squadra di Ancelotti mette in mostra tutto ciò che ha, dai punti di forza ai lati deboli.

 

Incontenibili quando accelerano in ripartenza, gli azzurri vincono con merito, ma non riescono mai a infliggere il colpo del ko, tenendo in vita un avversario che nell’ultima mezz’ora gioca in inferiorità numerica per l’espulsione di Acerbi. Alla fine, però, le reti nel primo tempo di Callejon (sull’ennesimo erroraccio stagionale della difesa laziale) e di Milik (diamante su punizione) bastano ai partenopei. I capitolini riaprono il discorso nella ripresa con Immobile, dimostrando di avere cuore. Purtroppo, però, per competere con le prime della classe il cuore non basta.

Nel campionato di calcio non ci sono risultati sorprendenti, novità inaspettate. Tutto procede con monotona ovvietà, meticolosa regolarità. La Juventus vince ancora, si porta a 53 punti e chiude il girone d’andata, per non dire che chiude proprio l’intero campionato. Che sembra ormai celebrarsi per un atto dovuto data la distanza siderale tra la squadra di Allegri e quelle che seguono, dal Napoli fino al Chievo.

 

Ieri grazie ad un rigore contestatissimo dal tecnico della Samp, Gianpaolo, ha vinto contro una Sampdoria niente male, cui hanno annullato un gol .(Saponara) La partita è servita sostanzialmente a spiegare due cose: la prima è perché è stato comprato Cristiano Ronaldo, la seconda è perché non può nemmeno ipotizzarsi una panchina per lui. Inutile pensare di amministrarne le forze in vista del forcing di Champions da febbraio in avanti: Ronaldo è imprescindibile per i tre punti a partita.

Il calcio è luogo per eccellenza del tifo, della faziosità, dell’inaffidabilità di parole ed atti; sono fuorilegge grazia e bon ton, educazione civica e rispetto, detriti dell’epoca in cui c’era un pensiero divenuti ora macigni delle menti schiacciate dalla morte della ragione. Gli eventi di due giorni fa intorno al match Inter-Napoli lasciano sbalorditi e addolorati ma, purtroppo, non sorpresi.

 

L’isteria montata alla vigilia e il nervosismo in campo sono elementi che non si vogliono qui analizzare, afferiscono ad una sfera che rischierebbe di ridurre la gravità di quanto avvenuto fuori e in curva visto che tutti hanno una loro fetta di responsabilità. Sanzioni e parole si sono sprecate e l’ipocrisia l’ha fatta da padrona.


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