L’Inter batte il Napoli per 1 a 0 nel posticipo serale grazie ad un bel gol di Lautaro Martinez e riduce la distanza dai partenopei. Un risultato tutto sommato corretto, anche se un pari avrebbe meglio certificato la lettura della partita che vedrà certamente strascichi polemici.

 

E’ stata una partita bella tra due squadre che si sono affrontate a viso aperto che è stata purtroppo rovinata da un finale isterico da parte di alcuni giocatori partenopei. A pochi minuti dalla fine l’arbitro Mazzoleni sanziona con un giallo un fallo di Koulibalì su Politano, valutando che si tratta di un fallo tattico su un giocatore lanciato verso la porta.

L’ultima giornata di Campionato prima di Natale è un incubo per Inter e Milan. La sorpresa più clamorosa è quella che arriva da Verona, dove sul campo del Chievo - ultimo in classifica - i nerazzurri mancano di un soffio l’appuntamento con la vittoria.

 

Dopo il vantaggio siglato nella prima frazione da Perisic, la squadra di Spalletti spreca tantissimo (in particolare con Joao Mario e con Icardi) e viene incredibilmente raggiunta al primo minuto di recupero dai padroni di casa. Decisivo, ancora una volta, il sempreverde Pellissier, che beffa Handanovic con un pallonetto elegante. L’Inter vede così allontanarsi il sogno di riagguantare il secondo posto, visto che il Napoli – vincendo 1-0 sulla Spal con un’incornata di Raoul Albiol – torna a +8 (41 punti a 33).

 

Va ancora peggio al Milan, che viene addirittura sconfitto a San Siro dalla Fiorentina. Decide l’incontro una rasoiata da fuori di Chiesa. La squadra di Gattuso, però, ha molto di cui rammaricarsi, avendo dominato per tutto il primo tempo senza però riuscire a trovare la strada della rete. I viola devono ringraziare un Lafont in versione para-tutto.

 

Dopo tante occasioni sprecate di allungare, i rossoneri si ritrovano così scavalcati di un punto dalla Lazio (28 a 27), che torna al quarto posto battendo 3-1 in casa il Cagliari. La notizia migliore per Inzaghi è il ritorno al gol di Milinkovic Savic, che si sblocca dopo un periodo difficile. Il raddoppio è di Acerbi. Immobile non segna ma regala un assist perfetto a Lulic per il terzo gol. I biancocelesti ritrovano la vittoria in Campionato dopo quattro pareggi e una sconfitta.

 

Considerare Lazio e Milan come le sole contendenti per l’ultimo posto Champions sarebbe però sbagliato. Oltre alla stessa Fiorentina, settima con appena due punti meno dei rossoneri, c’è la Sampdoria, sesta a quota 26. I blucerchiati superano 4-2 l’Empoli fuori casa: decisiva la doppietta di Caprari, subentrato all'85esimo. Non manca il sigillo del solito Quagliarella, a segno per la settima giornata consecutiva.

 

Frena il Sassuolo, che si vede raggiungere dalla Fiorentina e superare di una lunghezza dalla Samp. I neroverdi, infatti, pareggiano in extremis contro il Torino: dopo il vantaggio granata siglato da Belotti, Brignola risponde al 92esimo. Finale thrilling, con un gol annullato a Iago Falque al 94esimo.  

 

Il punto trovato nel recupero permette comunque al Sassuolo di staccare di una lunghezza Atalanta e Roma. I bergamaschi tornano sconfitti per 3-1 dalla trasferta di Genova: a Marassi il portiere di casa, Radu, para un rigore a Ilicic, poi arrivano un autogol di Toloi e una rete di Lazovic. Alla fine, chiude l’incontro Piatek con una doppietta (il secondo gol da cineteca).

 

Più prevedibile la sconfitta della Roma, che anzi limita i danni sul campo della Juventus. Alla fine la capolista vince la 16esima partita su 17, ma solo per 1-0. A siglare il gol è Mandzukic con un colpo di testa su cross di De Sciglio. Annullata una rete a Douglas Costa. Olsen, il migliore dei giallorossi, nega il gol a Cristiano Ronaldo.  

 

Chiudono il quadro della giornata due pareggi: l’1-1 fra Udinese e Frosinone (gol di Mandragora e Ciano) e lo 0-0 nel derby emiliano fra Parma e Bologna.

Dopo aver sbagliato al 92esimo la palla della qualificazione contro il Liverpool in Champions League, Arkadiusz Milik trova riscatto in Campionato. A Cagliari il polacco regala la vittoria agli azzurri con una punizione capolavoro al 91esimo minuto, condannando i sardi al primo ko interno della stagione.

 

Intendiamoci, non è questo il gol che riapre il Campionato. La Juve resta a +8, avendo vinto per 1-0 sabato il derby della Mole. D’altra parte, non è finita finché non è finita: una ventina d’anni fa, a gennaio, la Signora aveva 9 punti di vantaggio sulla Lazio e poi riuscì a perdere lo scudetto. All’epoca, in panchina per i bianconeri c’era l’attuale allenatore del Napoli, Carlo Ancelotti. Stavolta però gli uomini di Allegri sembrano avere un arsenale troppo più potente rispetto alla concorrenza.

La partita clou tra Juve e Inter, dove si cercava la notizia, ha fornito solo conferme. L’Inter non ha meritato di perdere; a veder bene le occasioni sprecate dai nerazzurri sono state maggiori dell’unica capitalizzata dalla Juve. Ma i nerazzurri sono una squadra composta da 4 campioni e otto-nove buoni giocatori, mentre la Juventus schiera sette-otto campioni e tre buoni giocatori. La differenza, poi, sta anche in panchina. Allegri plasma la sua squadra per vincere e non s’impicca ai moduli, mentre Spalletti non riesce a cambiare le sue fissazioni e appare privo della modestia necessaria per riconoscere i propri errori. Tra questi quello di insistere con Perisic, che ha una autonomia all’altezza della sua fama di dieci minuti a partita.

 

Con la Juve l’Inter ha giocato in dieci, come ha giocato in dieci contro il Tottenham (Naingollan non doveva giocare). Poi scelte incomprensibili, come quella di far uscire Politano, che teneva basso Cancelo e obbligava i centrocampisti a scalare, per far entrare Borja Valero, che non ha né il passo, né la tecnica in grado di riequilibrare ritmo e palleggio con la Juve (dieci minuti dopo proprio Cancelo ha crossato per Manzukic che ha incornato sull’immobile Handanovic). Avrebbe potuto giocare con Vrsaliko a destra e D’Ambrosio a sinistra, inserendo Asamoah a centrocampo al posto di Vecino non al meglio, ma niente. Già con la Roma Spalletti aveva scelto un centrocampo leggero e lento, senza interditori, favorendo così lo spostamento di 20 metri in avanti dell’assetto della Roma, con ciò caricando il peso della difesa tutto sul pacchetto arretrato.

Roma e Inter giocano una bella partita, dove entrambe provano a vincere. Ma la Roma mette il cuore, l’Inter invece sembra specchiarsi. Gioca lenta la squadra di Spalletti, sempre in orizzontale e indietro di 20 metri rispetto a dove dovrebbe trovare il suo assetto. Incerottati i giallorossi, con De Rossi e Dzeko ai box e lo stesso dicasi per i nerazzurri, con Vrsaliko e Naingollan in infermeria. Però Spalletti aggiunge del suo, togliendo Politano e Vecino dall’undici iniziale e continuando a riproporre Perisic che davvero avrebbe bisogno di ritrovare prima la forma e poi il campo.


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