A Bequia, nell’arcipelago delle Granadine, la luna illumina un arco di roccia vulcanica, le curve di porte e finestre, fino a tratteggiare un eccentrico edificio lambito dal mare e scavato nella pietra naturale dei Caraibi, una fortezza in rovina a guardia di un paradiso perduto. Le sue stanze sono vuote, come uno spazio eretto ma abbandonato da anni. Eppure, Moonhole non evoca soltanto una visione incantata opponendosi al tempo e alla solitudine, ma ha anche un’emblematica storia da raccontare.

Non aspettava altro, questa massa di trogloditi. Oggi la destra italiana più becera agita il feticcio di Asia Argento come fosse la dimostrazione dei suoi teoremi testicolari. E non si rende conto che, così facendo, è lei a dimostrare la propria ottusità (o, in alternativa, la propria malafede). L’attrice è stata accusata di aver molestato in passato un 17enne e di averne poi comprato il silenzio. Tristemente, la notizia ha scatenato l’euforia di molti destrorsi, solerti nel produrre un fiume di post e di articoli imbarazzanti per la specie umana.

 

Speculazione elettorale a danno della salute pubblica. Anzi, a danno della salute dei bambini. Si può immaginare una scelleratezza più grave per chi fa politica? Eppure è passata al Senato e, dopo la pausa estiva, passerà alla Camera. Il governo gialloverde ha infilato nel decreto Milleproroghe il rinvio di un anno dell'obbligo di vaccinazione per i bambini che vanno a scuola.

 

E visto che questa follia da sola non bastava, hanno aggiunto anche una contraddizione: il prossimo anno scolastico i genitori dovranno comunque presentare l’autocertificazione delle avvenute vaccinazioni obbligatorie, la più suprema delle buffonate.

 

Quella di Foggia è una strage frutto di un incidente, a sua volta prodotto inevitabile di un condizione di lavoro che non può non essere definita bestiale. Un colpo di sonno dell’autista pare sia stata la causa dello sbandamento del mezzo che portava gli immigrati al lavoro nei campi. E’ il secondo che avviene nel giro di pochi giorni. Certo, a volte un incidente ha l’imponderabile tra le sue cause, ma non in questo caso.

 

In questo caso è lo scotto da pagare per tenere i costi più bassi del minimo, con mezzi strapieni e, per questo, privi di ogni aderenza e controllo sul terreno. Qui ci sono solo i tempi, i ritmi del lavoro nei campi imposti dalla filiera. La sicurezza è una superstizione, il profitto come che sia è l’unica religione.

 

Sono modi, ritmi e orari infami per il cumulo di fatica e per i salari miserabili con cui vengono pagati; sono indegni di un mercato del lavoro decente perché in quella dose enorme di sfruttamento e maltrattamenti, di impotenza, di ricatti, di minacce e di violenza, le braccia che raccolgono e trasportano costituiscono la base fondamentale di una filiera che arricchisce solo le società di distribuzione, mentre a stento offre al contadino un riscontro decente per un lavoro di mesi.

La domanda crescente continua ad alimentare l’offerta. Di quelle migliaia di minorenni stranieri finiti, in Italia, nel circuito dello sfruttamento. Di un profitto a vari livelli. Giovani nigeriane e rumene a scopo sfruttamento sessuale e minori egiziani per quello lavorativo.

 

L’ingresso nel circuito della tratta ha tappe fisse e procedure criminali standardizzate: la prima, che, spesso, i trafficanti utilizzano i CAS come centri di reclutamento, operazione facilitata dalla mancata pronta identificazione - tramite l’accertamento dell’età - delle minori al momento dello sbarco.

 

Ma se, comunque, l’intercettazione della realtà delle giovani nigeriane è più facile, quella delle giovani vittime rumene è scarsa ed episodica. Nonostante il fenomeno rimanga sommerso per la soggiogazione fisica e psicologica a cui sono sottoposte le ragazze e le costanti minacce di morte che subiscono, i dati riportati nel dossier Piccoli schiavi invisibili 2018, redatto da Save the children e uscito qualche giorno fa, dicono che la presenza di giovani rumene sfruttate su strada abbia dimensioni enormi.


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