di Daniele John Angrisani

La decisione della Corte Suprema americana di giovedì 29 giugno ha davvero rappresentato una sberla dolorosa per la Casa Bianca. La Corte Suprema, che a maggioranza ma con il voto fondamentale del giudice Anthony M. Kennedy, ha dichiarato incostituzionali i tribunali militari perchè violano sia la legge militare americana che la Convenzione di Ginevra, è stata sicuramente un ennesimo durissimo colpo per la politica sul terrorismo dell'Amministrazione Bush. Ma ciò che rende davvero importante questa decisione è l'affermazione in essa contenuta per la quale l'articolo 3 della Convenzione di Ginevra si applica anche alla guerra contro il terrorismo. Ciò rende infatti ipoteticamente passibili di giudizio i principali membri dell'Amministrazione Bush, ai sensi della Legge Federale sui Crimini di Guerra. Come ben sappiamo la Convenzione di Ginevra è stata firmata a suo tempo per proteggere i diritti dei non combattenti, incluso quindi i prigionieri di guerra, in tempo di conflitti armati.

di Bianca Cerri

Sgt. Alberto Martinez Il sergente Alberto Martinez ha l'aspetto fisico di un americano medio e una voce roca, ma ingentilita dal forte accento della provincia di New York. Arrivato in Iraq nel gennaio di quest'anno, aveva già alle spalle 16 anni nell'esercito ed era considerato un soldato modello, ma ora rischia di finire davanti alla corte marziale come autore del primo omicidio con l'aggravante del "fragging" mai avvenuto nel paese medio-orientale. Nel gergo militare la parola "fragging" ha un duplice significato: indica sia le granate a frammentazione che l'uccisione di ufficiale per mano di un sottoposto. Il duplice omicidio di cui è stato accusato Martinez riguarda le morti del tenente Lou Allen e del capitano Philip Esposito, entrambi suoi superiori ed archiviate in un primo momento come "attacco nemico indiretto ad opera di rivoltosi". Le condizioni in cui erano ridotti i corpi indicavano però che i mortai nemici non c'entravano nulla e neppure i ribelli: Allen ed Esposito erano stati uccisi dall'esplosione di una granata in dotazione all'esercito USA sparata da distanza ravvicinata. Sull'Iraq sono subito scese le ombre del Vietnam, dove gli omicidi negli accampamenti militari erano molto frequenti.

di Fabrizio Casari

Thomas Shannon Una visita lampo, o meglio un blitz, vista l'attitudine del suo governo. Comunque una incursione breve ma intensa, quella che ha caratterizzato il viaggio in Nicaragua di Thomas Shannon, Sottosegretario Usa per l'emisfero centroamericano. Il viaggio di Shannon è il segno evidente della preoccupazione statunitense per le elezioni presidenziali nella terra di Sandino, dove la competizione elettorale entra nella fase decisiva, quella che sancirà, con il voto del 5 Novembre prossimo, quale dovrà essere il destino del piccolo paese centroamericano.
Le quotazioni del Frente Sandinista de Liberacion Nacional, (FSLN) che candida il suo Segretario generale, Daniel Ortega, alla Presidenza della Repubblica, sono in continua ascesa. Vuoi per la credibilità del Frente, vuoi per il diffuso malessere della popolazione nei confronti del governo liberale di Enrique Bolanos, i sandinisti vedono consolidarsi il loro "zoccolo duro", cioè quella quota di elettorato che oscilla tra il 34 e il 40% dei voti.

di Alessandro Iacuelli

Il quattro luglio, in perfetta sincronia con la festa d'indipendenza degli USA, e forse non per coincidenza, la Corea del Nord, l'ennesimo degli "stati canaglia" secondo il governo Bush, si è dedicata ad una serie di test missilistici.
I primi due lanci di vettori, a breve gittata, hanno terminato il loro volo in mare; uno in prossimità di un'isola dell'arcipelago giapponese e l'altro al largo delle coste russe.
Pochi minuti dopo, il lancio di un terzo missile, che secondo i satelliti spia del Pentagono sarebbe un Taepodong 2, che è il vettore di punta coreano, un missile a lunga gittata guardato con preoccupazione dalla comunità internazionale. Preoccupazione che nasce dalle caratteristiche del missile dichiarate dai suoi progettisti: una gittata intercontinentale, di circa 4000 Km, in grado di attraversare il Pacifico, fino alla California o alla costa canadese, e di trasportare una testata nucleare.
Il lancio è però decisamente fallito: il Taepodong 2 è caduto in mare dopo appena 50 secondi dal lancio.
Sono seguiti lanci di altri tre missili a breve gittata. Tutti volutamente in mare.

di Carlo Benedetti

Le "politiche" sono alle porte. L'attuale maggioranza del governo di Skopje - che vede uniti i socialdemocratici che rappresentano il partito moderato e una formazione politica albanese nata dalle ceneri del movimento di guerriglia (Udi) - va così alla prova del fuoco fissata per mercoledi 5 luglio. Si trova a doversi confrontare con un'opposizione agguerrita formata dai nazionalisti macedoni del "Vmro Dpmne" e gli albanesi del "Pdsh". Ma a preoccupare non è tanto l'oggi della politica, quanto il domani della gestione del Paese, che è più che mai diviso soprattutto dal punto di vista delle religioni. Perché su una popolazione di oltre due milioni d'abitanti c'è un 54,4% che dichiara la sua appartenenza alla confessione "cristiano-ortodossa" e un 29,9% che denuncia la sua appartenenza all'Islam. La religione, quindi, rischia di divenire lo spartiacque della situazione attuale, anche perché la vicina Albania interviene pesantemente, appoggiando i suoi "confratelli" dell'Unione democratica per l'integrazione (Udi) che, guidati da Ali Ahmeti, (ex comandante politico della guerriglia albanese) puntano a rafforzare ancor più la loro leadership.


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