di mazzetta

Le contestazioni degli studenti al presidente Ahmadinejad rappresentano certamente un fatto inedito nelle vicende della repubblica teocratica, che presenta quindi una situazione a due facce. Nel giro di una settimana l’Iran ha conseguito numerosi successi sullo scacchiere diplomatico, mentre all’interno le acque sono sempre più agitate a causa della crisi economica. Diminuire drasticamente i poteri di Ahmadinejad e consegnarne parecchi ad un consiglio presieduto che Rasfanjani, non ha portato un apprezzabile miglioramento dell’economia. Il presidente continua a fare quello che sa, organizza l’ormai rituale convegno sull’olocausto (al quale partecipano, pare, anche neofascisti italiani) e cerca di aumentare la pressione sulla società maneggiando maldestramente un nazionalismo che pur esiste, ma che non si lascia trascinare oltre certi limiti dalla retorica dell’ex sindaco di Teheran, decisamente più apprezzato nelle campagne e nelle regioni meno sviluppate. Sul piano internazionale il barometro segna il sereno, a Bush hanno consigliato di chiedere all’Iran di dare una mano in Iraq e, anche l’infelice ostilità della Royal al programma nucleare, è stata più che bilanciata dalla dichiarazione dell’ambasciatore indiano, che ha difeso il diritto per l’Iran a dotarsi di impianti nucleari.

di Bianca Cerri

Il 25 novembre è stata la Giornata Internazionale contro la violenza alle donne, voluta dall’ONU per sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno in costante aumento che nessuno riesce ad arginare. Per quanto riguarda il numero di aggressioni e molestie che hanno per vittima una donna, il primato più triste spetta agli Stati Uniti, dove tuttavia molte donne non denunciano neppure i loro aggressori per paura di ritorsioni. A peggiorare le cose ci si mettono i giudici, spesso più solidali con i maltrattatori che con le maltrattate oltre che spesso scettici davanti alle denunce di violenza domestica. Ma il problema resta grave: a livello nazionale sono circa 28 milioni le donne americane che subiscono abusi e almeno 4000 quelle uccise ogni anno dal partner o da un altro famigliare di sesso maschile. Il 40% delle pazienti ricoverate negli ospedali è stata costretta a ricorrere alle cure dei sanitari a causa delle percosse ricevute dal marito o dal convivente. Anche se esiste ormai da dodici anni una legge che equipara i maltrattamenti domestici agli altri reati federali le cose non accennano a migliorare e il tema della violenza contro le donne resta avvolto ancora da troppi misteri. Inoltre, la crescita della destra religiosa ha praticamente annullato i progressi fatti negli ultimi anni.

di Fabrizio Casari

Fino all’11 settembre del 1973, Augusto Pinochet Ugarte, non era niente di speciale. Un qualunque militare di carriera innamorato di sé e del denaro. Reazionario, certo, ma né più né meno di tanti altri gerarchi militari, sudamericani e non solo. Fascistoide lo era sempre stato, sin da quando, a diciotto anni, decise di entrare nell’Accademia militare. Solo 18 giorni prima della morte della democrazia, il 23 agosto 1973, aveva giurato come Capo di Stato Maggiore dell’Esercito cileno, con un Decreto che si rivelò come uno degli ultimi errori di Salvador Allende. Il legittimo presidente cileno, avvertito dai rumors di malcontento nelle forze armate che avrebbe potuto assumere le sembianze di una rivolta, aveva spostato Carlos Pratt, fino a quel momento Capo dell’esercito, nel ruolo di Ministro dell’Interno del Governo di Unidad Popular. E Pinochet, che dal 1972 aveva il comando ad interim, passò al ruolo che lo rese famoso come il boia del Cile. Tradendo ogni cosa possibile – il suo paese, il suo presidente e l’onore del suo ruolo - il boia si mise alla testa del colpo di stato militare che depose violentemente il governo socialista.

di Mazzetta

Gli ultimi incontri del WTO (World Trade Organization) hanno messo a nudo l’ipocrisia dell’Occidente, il quale si rifiuta di prendere le misure “globalizzanti” che per anni ha imposto al resto del mondo. Per anni la globalizzazione dei mercanti è avanzata macellando tutto quello che trovava sulla sua strada, ma negli ultimi tempi sembra entrata davvero in crisi. Succede che USA e UE, arrivate al dunque, non hanno la minima intenzione di aprire i loro mercati, così come non hanno la minima intenzione di eliminare i sussidi alla loro agricoltura o di mollare la presa sui diritti intellettuali e sugli altri capitoli che potrebbero rappresentare un loro impoverimento. Dopo due decenni durante i quali gli apostoli della globalizzazione hanno devastato Asia, Africa e Sudamerica, costringendo i loro governi ad aprire alle merci e agli investimenti internazionali, nonché a una sistematica e criminale privatizzazione dei servizi pubblici, il ricco Occidente getta la maschera e comunica che la globalizzazione vale per i deboli e non per i forti.

di Fabrizio Casari

Se Margareth Tatcher era la “dama di ferro”, lei era quella d’acciaio. Jeane Kirkpatrick, ambasciatrice all’Onu durante l’Amministrazione di Ronald Reagan, è morta all’età di 80 anni. Operò nel pieno della guerra fredda, quando i reazionari ancora non si chiamavano, educatamente, neocon. Fervente anticomunista, svolse il ruolo di gendarme della dottrina Reagan in seno alle Nazioni Unite. L’attore-presidente l’aveva voluta con sé dopo aver letto i suoi articoli pubblicati sul Commentary Magazine, dove discettava di dittature e democrazie con una franchezza che rasentava la brutalità. In sostanza, la signora riteneva che l’unica forma per combattere “la minaccia comunista”, fosse quella di appoggiare senza riserve le dittature militari che, dall’America Latina all’Asia, s’incaricavano di portare avanti il lavoro sporco che gli Usa non sempre erano in grado di compiere. E, dove invece “l’asse del male” era al governo, allora bisognava sostenere con dollari ed armi i gruppi armati dell’opposizione, salvo addirittura formarli nel caso fossero assenti. A tutto questo, ovviamente, si aggiungeva la necessità strategica del riarmo statunitense nel confronto globale con il blocco socialista e con tutti i movimenti di liberazione d’ispirazione indipendentista e antimperialista a livello planetario.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy