di mazzetta

Dopo l'uscita dal paese delle truppe etiopi e la presa di Baidoa da parte delle milizie Shabaab, la Somalia è ora liberata dalla presenza di truppe straniere, se si esclude la modesta forza di pace sotto le insegne di UNOSOM. La situazione politica, pur non ancora stabilizzata è abbastanza chiara, la convocazione di quel che rimane del Parlamento Federale Transitorio a Gibuti e la sua trasformazione tramite il raddoppio dei parlamentari e l'ingresso dei rappresentati dell'Alleanza per la Re-liberazione della Somalia (ARS), restituisce alla Somalia un governo più rappresentativo della scalcinata coalizione di signori della guerra patrocinata dai governi confinanti e dalle potenze occidentali, che in oltre quattro anni dalla sua costituzione non è mai riuscita a governare, nemmeno con la protezione dell'invasore etiope.

di Mario Braconi

Sembra che la Gran Bretagna sia attraversata da un’ondata di revanche puritana. Il 27 dicembre dello scorso anno, Andrew Murray Burnham, Ministro britannico di Cultura, Media e Sport, ha rilasciato una sorprendente intervista al quotidiano conservatore Daily Telegraph, nella quale si è apertamente pronunciato a favore della censura di stato su Internet. Pochi giorni dopo, il pornografo inglese Ben Westwood (figlio della stilista punk e attivista politica Vivienne) assieme ai suoi compagni della CAAN (Rete di Azione fra Adulti Consenzienti, un network di adepti del sado-maso) ha inscenato di fronte al Parlamento inglese una variopinta protesta contro la Section 63 del Criminal Justice and Immigration Act 2008, che a partire dal 26 gennaio 2009, renderà il semplice possesso di immagini “offensive” un reato punibile con pene fino a tre anni di reclusione.

di Eugenio Roscini Vitali

Nell’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) si legge che in Zimbabwe l’epidemia di colera è ormai fuori controllo: 2755 vittime e 48623 casi di contagio; l’ultimo bilancio dell’Onu, datato 16 gennaio, parlava di 2225 morti e di 42675 casi diagnosticati. Propagatasi alla fine di agosto, la malattia cresce quindi ad un ritmo del 20% alla settimana, un crescita esponenziale che Medici Senza Frontiere ricollega all’inadeguatezza delle strutture mediche a disposizione e allo spostamento del focolaio dalle aree urbane a quelle rurali. Secondo gli esperti della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, il fatto più preoccupante è rappresentato dall’alto tasso di mortalità, un indice che in sei mesi ha raggiunto il 5,7%.

di Stefania Pavone

La riapertura dell’inossidabile enigma israelo-palestinese nel gioco diplomatico mondiale, da sempre ottimisticamente convinto di poter mettere d’accordo le due parti, ha avuto una accelerazione politica con l’arrivo, ieri, di George Mitchell, inviato della Casa Bianca per il Medio Oriente. Il diplomatico americano è sbarcato al Cairo, sull’onda delle speranze lanciate nel mondo dalla presidenza di Obama, per incontrare Hosni Mubarak prevedibilmente nella giornata di oggi. Ma a guastare le attese fiduciose e gli slanci c’è l’ennesimo bollettino di morti e feriti. Nel triste gioco di cupe e dolorose vendette che copre come una nube il cielo del lager Gaza, la fragilissima tregua già vacilla. Infatti, Israele ha sigillato di nuovo la Striscia con una rappresaglia conclusasi nella serata di ieri. Nella mattinata,un attacco palestinese contro una pattuglia di soldati israeliani aveva provocato l’uccisione di un militare. Tre i feriti, uno molto grave. La risposta di Israele non si è fatta attendere: nell’incursione nella Striscia sono stati uccisi due palestinesi.

di mazzetta

Se George W. Bush ha invaso l'Iraq usando la tattica dello shock and awe, a una settimana dal suo insediamento si può ben dire che il nuovo presidente Obama abbia usato la stessa tattica in casa, lasciando senza parole e senza resistenza i repubblicani che già non stavano troppo bene dopo la legnata elettorale. Così, senza colpo ferire, il mondo ha assistito alla rapida inversione ad U delle principali politiche americane e, tali e tante sono le novità, che ancora molti faticano ad afferrarle. A colpire l'immaginario è stata la decisione di chiudere la prigione di Guantanamo: ma non si è trattato di uno spot, visto che è stata accompagnata da un rumoroso rifiuto ufficiale delle pratiche di tortura e del ricorso ad attività come i rapimenti e la custodia affidata a paesi terzi, tutte decisioni accolte con favore anche dalle gerarchie militari.


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