di Eugenio Roscini Vitali

“Non dico che Mahmoud Ahmadinejad è un agente del Mossad. Assolutamente no, non voglio essere citato in giudizio per diffamazione. Sto solo dicendo che se lo fosse non si sarebbe comportato diversamente. E anche che se non fosse esistito il Mossad avrebbe dovuto inventarlo”. Parole che fotografano una situazione evidente, l’eccesso comportamentale di un capo di Stato che Uri Avnery, scrittore e pacifista israeliano, analizza in un articolo pubblicato dall’agenzia di stampa palestinese Ma’an: “Can two walk together?” Il riferimento è al discorso pronunciato dal presidente iraniano il 20 aprile scorso alla Conferenza sul Razzismo di Ginevra, vertice promosso dalle Nazioni Unite e disertato da Israele, Stati Uniti, Italia, Australia, Canada, Olanda, Polonia, Nuova Zelanda e Germania. Una messa in scena, per altro preannunciata, che ha offeso l’oggetto stesso della riunione ma che alla fine ha ottenuto il risultato desiderato: creare confusione e dividere.

di Carlo Benedetti

Alta tensione nel rapporto Est-Ovest a poche ore dall’inizio delle prime manovre militari della Nato in Georgia. Si parla di un tentativo di golpe armato russo a Tbilisi. La manovra sarebbe stata sventata in tempo dalle forze di sicurezza georgiane mentre alcuni alti ufficiali del ministero della Difesa sarebbero stati arrestati perché coinvolti nel piano e in contatto con i servizi speciali di Mosca. C’è confusione e c’è allarme in tutto il Caucaso e si dice inoltre che l’obiettivo del “golpe” doveva essere quello di creare gravi problemi nel corso delle esercitazioni della Nato annunciate per queste ore. Mosca, comunque, nega tutto e respinge al mittente le accuse definendole come "il delirio e l’agonia del regime di Saakashivili".

di Elena Ferrara

Per ora saranno solo 100.000 ma entro il 2010 si arriverà ad un milione di copie. E’ questo, in concreto, il piano d’azione e di propaganda religiosa nei confronti della Cina, avviato dalla comunità di Taizé (Francia) – e precisamente dal priore Alois che guida l’associazione internazionale “monastica-ecumenica” - ed annunciato a Bruxelles. La prima fase dell’ “invasione” é già cominciata. Con le prime centomila copie del Nuovo Testamento che hanno già raggiunto diocesi, seminari e congregazioni religiose della Cina. Il progetto generale, sostenuto dalla comunità ecumenica, consiste nel far stampare e distribuire nel Paese asiatico un milione di bibbie, più esattamente duecentomila bibbie complete e ottocentomila copie del Nuovo Testamento con Salmi e libro del Siracide.

di Carlo Benedetti

La Nato non cede. Approfitta ancora della presenza in Georgia del “Quisling” Saakasvili e si prepara alle manovre nella regione caucasica con 1300 soldati di 19 paesi. L’operazione - che scatta il 6 maggio e si protrarrà fino al 1 giugno - è giustificata sotto la copertura del programma “Associazione per la pace”, ma in realtà è una vera e propria azione di forza per mostrare i muscoli dell’Alleanza in un’area sempre più a rischio e dove la Russia concentra la sua attenzione ritenendola come zona di suo interesse. Ad arrivare nella regione dominata da Tbilisi ci saranno anche truppe italiane. Altri paesi si sono chiamati fuori, tra questi sembrano esserci Germania, Francia, Moldavia, Ucraina, Kasachstan e paesi baltici. Tutti in fibrillazione temendo il risveglio di un gigante che, per ora, sembra in sonno. E che si chiama Caucaso.

di Mario Braconi

Il 26 aprile scorso in Islanda è cambiato il clima politico? Johanna Sigurdardottir, il politico più amato del Paese, la cui sobrietà e riservatezza le hanno guadagnato il soprannome di “Johanna la Santa”, ne sembra convinta, almeno a giudicare dai commenti rilasciati in occasione dell’affermazione elettorale dei due partiti di sinistra (Socialdemocratici al 30,5% e Verdi di Sinistra al 21,5%): “Si sente il bisogno di un cambio nei valori. Il popolo islandese sta pareggiando i conti con il passato, in particolare con il verbo neo-liberista che è stato al potere per troppi anni”. In effetti, il risultato dei due partiti rappresenta un salto quantico in una nazione in cui per diciotto anni si è invariabilmente votato a destra e nella quale il celebrato modello scandinavo è stato applicato quanto in Italia.


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