Il presidente americano Trump ha iniziato mercoledì in Cina la terza tappa di una lunga trasferta in Estremo Oriente, il cui obiettivo primario è quello di raccogliere consensi e serrare i ranghi tra gli alleati in vista di una possibile aggressione militare diretta contro il regime nordcoreano. La seconda parte della visita a Seoul, che ha preceduto l’arrivo a Pechino, come quella precedente a Tokyo aveva visto Trump tornare duramente all’attacco della Corea del Nord in un discorso al Parlamento dai toni ben diversi rispetto a quelli relativamente insoliti di poche ore prima. Martedì aveva infatti sorpreso molti prospettando una qualche apertura a Pyongyang, se non addirittura la possibilità di raggiungere un accordo diplomatico per risolvere la crisi.


Callista Bisek Gingrich, designata quale ambasciatrice degli Stati uniti in Vaticano, fa parte di un ristretto gruppo di donne che hanno sposato uomini politici con un certo potere dopo aver scalciato le legittime consorti dei suddetti. Il colpaccio riesce in genere a signore capaci di rendersi invisibili fino al raggiungimento dell'ambita meta. Callista invece ha operato alla luce del sole facendo di tutto per farsi notare al fianco di Newt Gingrich che già le aveva assegnato un posto di “assistente” presso il Comitato per l'Agricoltura della Camera.

di Michele Paris

I responsabili degli affari legali di tre delle più importanti compagnie informatiche americane sono apparsi questa settimana di fronte alle commissioni per i Servizi Segreti di Camera e Senato del Congresso di Washington nell’ambito delle assurde indagini in corso sulle cosiddette “fake news” e sulle presunte attività di propaganda russe per influenzare il processo elettorale negli Stati Uniti.

Gli ambienti politici e i media ufficiali negli Stati Uniti sono andati letteralmente in fibrillazione questa settimana dopo che il “consigliere speciale” incaricato di indagare sul “Russiagate”, l’ex direttore dell’FBI Robert Mueller, ha reso note le prime tre incriminazioni ufficiali nell’ambito della gigantesca caccia alle streghe in atto per fare chiarezza sui fantomatici rapporti tra il Cremlino e il presidente Trump.

L’impronta autoritaria e anti-democratica dell’intervento del governo centrale spagnolo per reprimere le manovre indipendentiste in Catalogna è apparsa nuovamente evidente nella giornata di lunedì con la richiesta di incriminazione dei leader del governo autonomo di Barcellona da parte della procura generale dello stato.


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