La “riforma” del fisco americano studiata dal presidente Tump e dalla maggioranza repubblicana al Congresso ha superato giovedì il primo ostacolo legislativo di un percorso che si presenta comunque ancora piuttosto complicato. Il pacchetto di misure in discussione negli Stati Uniti è in sostanza un nuovo gigantesco regalo alle grandi aziende e ai redditi più alti che, oltretutto, farà salire vertiginosamente un debito pubblico già a livelli stratosferici.

La lunghissima permanenza al potere in Zimbabwe del 93enne presidente, Robert Mugabe, è sembrata essere giunta clamorosamente al termine mercoledì, quando le forze armate del paese dell’Africa meridionale hanno preso di fatto il potere intervenendo in una durissima disputa interna al partito di governo.

Ventitre degli attuali ventotto membri dell’UE hanno sottoscritto questa settimana un accordo vincolante sulla difesa comune che rappresenta un passo avanti probabilmente decisivo sia nella creazione di un esercito continentale sia, soprattutto, nel processo di militarizzazione incoraggiato dalle classi dirigenti europee in un clima internazionale sempre più incerto e competitivo.

La caccia alle streghe in corso negli Stati Uniti contro ogni fantomatico indizio di ingerenza russa nella società e nella politica americane ha fatto segnare qualche giorno fa un salto qualitativo preoccupante con l’annunciato attacco frontale al popolare network RT (ex Russia Today), finanziato dal governo di Mosca. Con una scadenza brevissima, il dipartimento di Giustizia USA ha imposto cioè la registrazione di RT come “agente straniero” al servizio del Cremlino.

L’iniezione letale che nella tarda serata di mercoledì ha ucciso in un penitenziario del Texas il cittadino messicano Ruben Ramirez Cardenas non ha rappresentato solo l’ultima conferma della natura barbara e violenta del sistema giudiziario americano, ma ha anche messo ancora una volta gli Stati Uniti al di fuori della legalità internazionale.

 

Il 47enne Cardenas è stato rinchiuso nel braccio della morte per quasi vent’anni e i suoi diritti sono stati deliberatamente violati fin dall’arresto, avvenuto nel 1997. La sua storia aveva sollevato accese polemiche soprattutto al di fuori degli Stati Uniti. Dopo l’arresto, infatti, non gli era stato comunicato tempestivamente il diritto di ricevere assistenza da parte delle autorità consolari del suo paese. Il governo messicano avrebbe avuto notizia dell’arresto di Cardenas solo cinque mesi più tardi.


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