Arkadij Babchenko, giornalista russo che sarebbe stato ucciso “crivellato da proiettili”, come scriveva ieri La Repubblica, è vivo, è a Kiev e gode ottima salute. Della sua morte, annunciata in una conferenza-stampa dalla moglie, era stata accusata la Russia e con sprezzo del ridicolo il Premier ucraino, Volodymyr Groysman, aveva commentato: "Sono sicuro che la macchina del totalitarismo russo non gli ha perdonato la sua onestà e le sue posizioni di principio". Tanto onesto dal mentire, tanto di principi da scappare.

 

Il voto di venerdì scorso nel referendum sulla legalizzazione dell’aborto a Dublino lascerà, nei prossimi mesi, le sei contee nordirlandesi l’unico territorio tra Gran Bretagna e isola d’Irlanda dove continuerà a non essere consentita l’interruzione di gravidanza volontaria.

 

Questa anomalia rischia di trasformarsi in un nuovo grattacapo per il governo di Londra, visto che le richieste già spuntate per estendere il diritto all’aborto nell’Ulster si scontrano con le posizioni ultra-conservatrici degli unionisti nordirlandesi, sul cui sostegno si fonda il gabinetto del primo ministro Theresa May.

"Non parlano inglese. Non si integrano bene ". Così John Kelly, capo dello staff di Donald Trump, ha descritto le sue ragioni per la necessità di impedire agli immigrati messicani di entrare negli Stati Uniti. I bisnonni di Kelly venivano dall'Irlanda, ma da parte di sua madre erano di Avellino, in Italia. Poco si sa sulle loro capacità linguistiche, tuttavia alcune ricerche del Washington Post rivelano che la sua bisnonna non conosceva l'inglese dopo 30 anni di vita negli Stati Uniti.

 

L'esperienza linguistica della bisnonna di Kelly non è un'anomalia. I miei genitori, ora deceduti, impararono pochissimo inglese in quaranta anni di residenza in America. Perché la gente non impara l'inglese? Dopotutto, non è un gioco da ragazzi?

Alcune delle modeste restrizioni agli abusi delle grandi banche americane, implementate dopo la crisi finanziaria del 2008, sono state di fatto smantellate la scorsa settimana con un voto sostanzialmente “bipartisan” della Camera dei Rappresentanti di Washington. A quasi dieci anni dall’esplosione della bolla dei mutui “subprime”, i giganti di Wall Street continuano ad avere il controllo pressoché totale sulla politica USA e anche le minime limitazioni alla speculazione e all’accumulo di profitti a spese della società risultano intollerabili.

 

La legge presa di mira dal voto dell’aula di martedì è la cosiddetta “Dodd-Frank”, approvata dal Congresso nel 2010. Questo provvedimento non sarà in effetti revocato, ma, con un atto di indescrivibile ipocrisia, il discrimine che farà scattare le regolamentazioni da esso previste viene quintuplicato fino a risultare applicabile al massimo a una decina di istituti bancari.

A meno di tre settimane dalla data teoricamente fissata per lo storico incontro tra il presidente americano Trump e il leader nordcoreano, Kim Jong-un, molti degli aspetti centrali che dovrebbero caratterizzare l’evento restano tuttora irrisolti. Il faccia a faccia di questa settimana alla Casa Bianca tra lo stesso Trump e il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, ha fatto intravedere tutte le difficoltà del processo diplomatico in atto, assieme all’interesse di Washington e Seoul per un esito positivo della vicenda e, sia pure in maniera meno evidente, alle questioni di natura strategica che a esso si sovrappongono.


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