di Sara Nicoli

L'Italia è ferma, immobile, bloccata. Stagnante. A crescita zero, ma le culle vuote stavolta non c'entrano nulla. L'Istat, di solito parco nel dispensare dati imbarazzanti per il governo e più avvezzo ad edulcorare la realtà di un Paese in ginocchio per non creare panico a bordo, stavolta non ha fatto sconti: l'economia Italiana è a crescita zero, il Pil è rimasto fermo allo 0% e questa frenata ha avuto pesanti - immaginabili - ripercussioni sull'occupazione. Nell'ultimo anno sono stati persi 102.000 unità di lavoro, posti a tempo indeterminato, pari ad un egual numero di famiglie che oggi hanno davanti un futuro sempre più incerto.
I dati parlano di un calo occupazionale dello 0,4% e l'indebitamento netto della pubblica amministrazione, cioè il deficit calcolato in rapporto al Pil, è aumentato, nel 2005, arrivando al 4,1%. Che è leggermente migliore rispetto alla stima del governo, orientato al 4,3%, ma è come pensare che un'aspirina possa essere servita ad allungare di qualche ora la vita di un malato terminale.
Un disastro. Che tuttavia non ha impedito al ministro Tremonti di commentare come una vittoria il lieve miglioramento della voragine del Pil rispetto alle sue stesse previsioni. "Il risultato del 4,1% - ha detto il Ministro e Vicepremier - è oggettivamente positivo, significa che la cura ha funzionato". Una presa in giro sempre più inaccettabile.

di Alessandro Iacuelli

Putin, Kudrin,. Berlusconi, Tremonti Con molta disinvoltura, quasi come se nessuno potesse intendere la grossa portata economica e politica delle sue parole, il ministro Tremonti ha annunciato la volontà di presentare un documento anti-crisi del gas al prossimo G8, durante una conferenza stampa congiunta con il ministro delle Finanze russo Alexei Kudrin.
Kudrin ha aggiunto che: "Con Tremonti abbiamo parlato di collaborazione in campo energetico e anche del gas. Sono in corso trattative delle quali non vorrei scoprire i dettagli". Sempre il ministro russo fa sapere che "la Russia aumenterà le forniture di gas all'Europa", che si continuerà a "cercare di risolvere i problemi della sicurezza energetica". Da tenere presente che il colosso energetico russo Gazprom è sotto controllo statale e, sfruttando il proprio turno di presidenza del G8, il Cremlino ha tutto l'interesse ad espandere non solo il proprio mercato, ma anche il proprio peso politico. A giudizio di Kudrin sono necessarie "decisioni globali" per rendere stabili le forniture energetiche. Quanto all'emergenza di queste ultime settimane il ministro ha escluso che possano creare problemi di rifornimento durevoli.

di Sara Nicoli

Eccolo qui lo Stato che ci lascia in eredità Berlusconi. E' fatto di sprechi, di tangenti "moderne" che passano attraverso le figure dei finti consulenti della pubblica amministrazione, di un recupero dell'evasione impossibile e di contratti nazionali, specie quelli della sanità, senza copertura. E ancora, una gestione del personale sbagliata, casi di corruzione che pregiudicano in modo sostanziale l'immagine del Paese e una legge Finanziaria che ha addirittura previsto condoni per i tangestisti condannati in primo grado. Per non parlare poi dei conti pubblici, una voragine senza fondo e nessun segnale di inversione di tendenza nella gestione del debito.

di mazzetta

Distratti dal grande rumore scatenato da Berlusconi attorno all'Unipol, molti faticano ad afferrare la dimensione di quanto portato alla luce attorno al sig. Fiorani e ai suoi sodali. Si tratta, a detta delle accuse, di vaste rapine ai danni degli investitori di borsa e dei correntisti di prestigiose società, che venivano derubati da coloro ai quali affidavano i loro soldi. Il tutto portato avanti con la complicità delle più alte autorità di controllo, dei controllori, dei sindaci, dei revisori dei conti di queste società, fino a coloro che operavano nelle reti commerciali. Un sistema fondato sull'estorsione di cifre carpite attraverso l'inganno della clientela; che partiva (e parte) dal commerciale allo sportello, allettato da ricchi premi e cotillon a piazzare ogni genere di prodotto ai clienti poco accorti, anche attraverso comportamenti proibiti dalla legge, fino ai gradini più alti della finanza nazionale.

di Laura Bruzzaniti

Pacifisti (intelligenti) nel Comitato di Amministrazione delle industrie delle armi. Pacifisti che fanno da consulenti ai direttori di banca. E' questo l'invito lanciato da Giorgio Beretta, della Campagna BANCHE ARMATE, durante il convegno per i sei anni di attività, sabato scorso a Roma.
La campagna, nata nel 1999 per iniziativa di tre riviste cattoliche (Nigrizia, Missione Oggi e Mosaico di Pace) e dell'Associazione Finanza Etica, oltre a tracciare un bilancio del suo operato, chiede alle banche di essere trasparenti sui loro legami con l'industria delle armi e propone una lettera tipo da inviare alla propria banca per avere chiarimenti. Non ci sono grandi mezzi, né testimonial famosi, ma l'idea si diffonde: qualcuno scrive al direttore, qualcuno chiede un incontro, chi non è soddisfatto chiude il conto e c'è anche chi festeggia la chiusura del "conto armato", con brindisi e torta davanti alla filiale della banca.


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