Chissà se ha ragione l’Assemblea generale dell’Onu ad applicare al World Wildlife Day dell’anno in corso, un unico, efficace principio: signori, il futuro delle specie selvatiche su questo pianeta è nelle nostre mani. La Giornata mondiale della natura che ricorre ogni 3 marzo dal lontano 2013, celebra la ricchezza e la bellezza delle forme di vita esistenti, eppure siamo ancora qui a enumerare animali e vegetali estinti o in via d’estinzione.

L'attualità politica entra preponderante nel Coriolano di William Shakespeare, per la regia di Marco Plini. L’opera riadattata e interpretata da Marco Maccieri, Luca Cattani, Giusto Cucchiarini, Cecilia Di Donato, Marco Merzi e Valeria Perdonò, racconta di una forma politica in divenire, in cui il popolo smette di essere silenzioso e vuole diventare protagonista.

Berlino. Sarebbe la sede adatta per una “rivoluzione culturale” che proclami la riscrittura degli spazi di lavoro e un nuovo equilibrio tra le donne e gli uomini.  Perché la "Berlinale", insieme ai festival di Cannes e di Venezia, è parte delle più importanti rassegne cinematografiche d'Europa.

 

Ogni suo mossa fa notizia, tanto più su un argomento di grande attualità da qualche mese a questa parte, poiché a partire dal caso Weinstein, in molti paesi le attrici, le operatrici dello spettacolo hanno preso la parola e hanno iniziato a rivelare delle verità scabrose sulla violenza sessuale maschile, come mai era accaduto prima. Quello che è venuto fuori non è una novità, è un qualcosa che abbiamo sempre immaginato, ma che non era stato mai affrontato apertamente e con altrettanta ufficialità.

 

Le donne dello spettacolo hanno fatto luce su quel lato oscuro, rimasto fino all'altro ieri nascosto nelle proteste che si richiamano all' uguaglianza e al rispetto reciproco. Pertanto definirlo un cambiamento epocale, un grande risveglio,  un nuovo capitolo nella storia dell’uguaglianza, non sembra affatto esagerato.

Naturalmente, tutta l’attenzione mediatica di cui sta godendo l'evento si sofferma sulla notorietà delle protagoniste, piuttosto che evidenziare le ragioni vere della loro condanna sul metodo che regola le relazioni tra i sessi da migliaia di anni. 

Sei sedie su un palcoscenico spoglio. Sei ragazzi. Tante storie di vita quotidiana, di difficoltà, di accettazione di un destino lavorativo che schiaccia e soffoca, che non permette di vivere una vita vera.

 

Sempre domenica, lo spettacolo ispirato al tema del lavoro, vincitore del Premio In-Box 2017, racconta una generazione senza prospettive e con poche possibilità.

 

È un lavoro sul lavoro. È un lavoro sul tempo, l’energia e i sogni che il lavoro quotidianamente mangia, consuma, sottrae.

 

I sei attori, Federico Cianciaruso, Fabio De Stefano, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella e Emanuele Pilonero creano insieme una trama in cui si intrecciano diverse storie, tutte accomunate da esistenze affannate, da scontri sociali, da vite che si consumano in lavori precari o deludenti. E anche quando si tenta la svolta, magari mettendo su un'agenzia di noleggio auto per matrimoni, la cosa presto svanisce in una nuvola di fumo e il fallimento è difficile da digerire.

 

Sono vite che a tratti si ribellano eppure poi si arrendono, perché in questo carosello di moti e fallimenti è il lavoro a suonare la melodia più forte, quella dell’ineluttabile, dell’inevitabile, del così è sempre stato e del sempre così sarà.

 

C'è chi un lavoro nemmeno ce l'ha, giusto? E allora tutto è consentito, pur di portare a casa uno stipendio. Anche rinunciare ai propri desideri, anche sacrificare il tempo passato con i propri figli o a cercare un amore che sia durevole.

 

Uno spettacolo che affronta l'oggi in maniera diretta, senza mezzi termini, usando i dialoghi come trame che si intrecciano e si avviluppano attorno a una generazione di ragazzi che ha poche speranze.

 

Una comunità di vinti, che si barcamena in una società dove il lavoro ha preso il posto del tempo libero e non solo, costringendo quasi a rinunciare ai rapporti sociali e familiari.

 

Così ci si accontenta e si resta inchiodati in un presente immobile, in una condizione di mancato benessere in cui non si vive, ma si sopravvive.

È periodo di ristrutturazioni in casa Facebook. Nel giro di una settimana, Mark Zuckerberg ha annunciato due importanti cambiamenti all’algoritmo del social network più diffuso al mondo. E in entrambi i casi, per chi fa informazione, c’è di che preoccuparsi.

 

La prima innovazione riguarda quello che Facebook sceglie di mostrarci quando scorriamo il dito sullo schermo dello smarphone o giriamo distrattamente la rotella del mouse. Da qui in avanti, vedremo più aggiornamenti di parenti e amici, cioè i post considerati per noi “rilevanti” in base alle “interazioni significative” dei nostri contatti. A farne le spese saranno le pagine di giornali e aziende, la cui visibilità è destinata a calare.


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