di Sara Michelucci

Torna l’animazione al cinema con Epic - Il mondo segreto, cartoon in 3D diretto da Chris Wedge e basato sul libro per bambini The Leaf Men and the Brave Good Bugs di William Joyce. La trama vede protagonista una ragazza di 17 anni, Mary Katherine, la quale dopo la morte della madre va a vivere con l’eccentrico padre, il professor Bomba, che le espone la sua teoria secondo il quale la natura altro non sarebbe che un micro-cosmo abitato da minuscoli esseri, che però non possono essere visti. La ragazza non crede a questa stramba teoria e desidera che il padre cessi le sue ricerche.

Entrambi ignorano che vicino a loro vivono effettivamente minuscoli soldati chiamati Leafman, che proteggono la foresta in cui si trova la casa del professor Bomba da creature malvagie, i Boggan, armate con frecce che possono uccidere ogni cosa vivente e il cui comandante, Mandrake, progetta di distruggere la foresta. Un giovane soldato indipendente, Nod, decide di andarsene, facendo adirare il concreto comandante dei Leafmen, Ronin, che vuole che Nod impari il lavoro di squadra.

Il mondo dei piccoli personaggi ha da sempre affascinato la fantasia dei narratori. Da Gulliver in poi, l’interesse per  un ‘mondo in scala’ è cresciuto e in questo caso ha anche un effetto sul tempo, passaggio originale e che ha un ruolo importante nello svolgersi degli eventi.

La scoperta è sicuramente un elemento essenziale del racconto, come la conoscenza dell’altro e del “diverso”. Sicuramente il film centra l’obiettivo prefissato, coinvolgendo il grande pubblico. Anche se, forse, ci si sarebbe aspettato un po’ di maggiore forza dell’elemento fantastico, troppo sopito e con passaggi prevedibili che lasciano poco spazio alla sorpresa.

Epic - Il mondo segreto (Usa 2013)
regia: Chris Wedge
sceneggiatura: Tom J. Astle, Matt Ember, James V. Hart, William Joyce
attori: Maria Grazia Cucinotta, Lillo, Greg, Francesco Di Giacomo, Christoph Waltz, Steven Tyler, Amanda Seyfried, Jason Sudeikis, Colin Farrell, Aziz Ansari, Beyoncé Knowles, Josh Hutcherson, Judah Friedlander
fotografia: Renato Falcão
montaggio: Andy Keir, Tim Nordquist
musiche: Danny Elfman
produzione: Blue Sky Studios, Twentieth Century Fox Animation
distribuzione: 20th Century Fox

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Un cast decisamente importante, quello scelto dal regista Baz Luhrmann per portare sul grande schermo forse il romanzo più conosciuto di Francis Scott Fitzgerald. Il grande Gatsby (The Great Gatsby) è infatti interpretato da Leonardo Di Caprio, Carey Mulligan e Tobey Maguire ed è la quarta trasposizione cinematografica del romanzo, dopo una versione muta del 1926, di cui però non vi è più traccia; una seconda del 1949 e una terza, più famosa, del 1974.

Un giovane e promettente agente di borsa, Nick Carraway, si trasferisce sulla costa settentrionale di Long Island, nel West Egg e affitta una piccola casa, circondata dalle belle ville dei nuovi ricchi. La più bella, senza dubbio, è il palazzo acquistato dal miliardario Jay Gatsby, gentiluomo misterioso e affascinante che tutti i fine settimana offre delle feste dove tutta la città partecipa senza invito. Unico a vedersi recapitato un biglietto per uno di questi eventi, è proprio Nick.

Si scopre, in seguito, che Gatsby ha acquistato il suddetto palazzo poiché dall'altra parte della baia, a East Egg, abita la donna che ha amato cinque anni prima, Daisy, e dal suo molo si vede una luce verde, che lampeggia davanti al molo di lei, simbolo di un sentimento mai del tutto scomparso.

Jay vuole a tutti i costi conquistarsi la fiducia e la stima del vicino per poter così arrivare alla ragazza, cugina di Nick, ormai sposata e madre di una bimba di tre anni. Nel corso del film verrà a galla la verità su Gatsby, e su molti segreti che si nascondono dietro la facciata di una vita impeccabile, tra lussi e agi.

Luhrmann, che ricordiamo aver diretto Australia e Moulin Rouge, riesce discretamente bene a riproporre temi e ambientazioni tipiche del libro e dell’epoca, dando anche un tocco di vigore ai singoli personaggi, che riescono a emergere dalla storia, soprattutto grazie all’interpretazione attoriale di livello. Ma possiamo sicuramente dire che il libro supera altamente il film.

Il grande Gatsby (Australia, USA 2013)
Regia: Baz Luhrmann
Sceneggiatura: Baz Luhrmann, Craig Pearce
Attori: Leonardo Di Caprio, Carey Mulligan, Tobey Maguire, Isla Fisher, Joel Edgerton, Gemma Ward, Callan McAuliffe, Amitabh Bachchan, Jason Clarke, Daniel Newman, Jack Thompson, Jacek Koman, Elizabeth Debicki
Fotografia: Simon Duggan
Montaggio: Jason Ballantine

Produzione: Bazmark Films, Red Wagon Productions
Distribuzione: Warner Bros. Italia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

La ricerca della vera bellezza, della grande bellezza. Quella che ormai per Jep Gambardella è qualcosa di svanito, che lo imprigiona e non gli permette di scrivere un secondo romanzo. Una mancanza che lo tiene bloccato in un limbo, fatto di feste mondane piuttosto volgari, amici ricchi ma falliti a livello sentimentale, affettivo e umano.

Paolo Sorrentino torna al cinema con un film che mostra tutta la solitudine e la disperazione di questo scrittore e giornalista di 65 anni, interpretato magistralmente da Toni Servillo, impegnato a districarsi tra un evento mondano e una nuova fiamma, che però pensa ancora al suo amore di gioventù e ricerca ancora quella bellezza pura che una Roma fatta di attrici cocainomani in procinto di scrivere un libro, attori teatrali che non hanno mai debuttato, coppie fallite che si tengono ancora per mano solo per interesse e paura, non ha saputo mai dargli.


Sorrentino sceglie ancora una volta il grottesco e il surreale per i suoi personaggi.  Gambardella ricorda in parte il Toni Pagoda del primo romanzo di Sorrentino, “Hanno tutti ragione”, con la sua perdita di innocenza, le “cattive compagnie” e quello sguardo in parte disincantato che lo porta a dire quello che pensa, sempre e comunque, anche a costo di ferire chi gli sta intorno. Ma Gambardella sa anche cosa sia il vero amore, cosa siano i sentimenti e il costante ricordo di Elisa, la ragazza che lo fece innamorare e poi lo lasciò, ne è la dimostrazione.

Cerca così nella spogliarellista Ramona un nuovo inizio, che però gli sarà ben presto negato e questo lo condurrà nuovamente a considerare la sua vita ormai aggrappata a quel mondo barocco di una Roma fatta di luci e ombre. Sorrentino sceglie un cast corale che vede la presenza di Sabrina Ferilli, Carlo Verdone, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Giorgio Pasotti. Ancora una volta, però, Sorrentino sceglie di concentrare l’attenzione sul protagonista e tutto il resto è solo un contorno.

Jep richiama una tipologia di napoletano “in via d’estinzione”, che riesce a mettere insieme la passione per il superficiale e il profondo. Nel film non manca nemmeno l’aspetto spirituale, visto nella sua doppia veste: quello puro, incarnato dalla Santa che vive in povertà e quello ecclesiastico, del cardinale-cuoco in odore di papato. Jep vuole recuperare una dimensione sacra, ma il cardinale (Roberto Herlitzka) non lo considera e preferisce descrivergli le sue abilità culinarie, forse perché non saprebbe cosa dirgli in merito alla spiritualità. Poi incontra la Santa, la quale con la sua vita semplice e al servizio dei poveri, gli offre una certa serenità. Ma solo temporanea. Il film è stato selezionato per partecipare in concorso al Festival di Cannes 2013.

 

La grande Bellezza (Italia – Francia 2013)
Regia: Paolo Sorrentino
Soggetto: Paolo Sorrentino
Sceneggiatura: Paolo Sorrentino, Umberto Contarello
Produttore: Francesca Cima, Nicola Giuliano
Casa di produzione: Indigo Film, Medusa Film, Babe Film, Pathé, France 2 Cinéma
Distribuzione (Italia): Medusa Film
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Cristiano Travaglioli
Musiche: Lele Marchitelli
Scenografia: Stefania Cella
Costumi: Daniela Ciancio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Torna la saga di Iron Man, con il terzo capitolo firmato dal regista Shane Black e un cast d’eccezione che vede protagonisti Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow, Ben Kingsley e Don Cheadle. Settimo film della saga cinematografica prodotta dai Marvel Studios, vede anche questa volta una trama avvincente, per chi ama il genere, con la storia dell’eccentrico e brillante imprenditore Tony Stark che si misura contro un nemico senza limiti.

Quando la sua vita personale viene distrutta, Stark intraprende una straziante missione alla ricerca del responsabile che metterà il suo coraggio costantemente alla prova. Con le spalle al muro, Stark deve sopravvivere con i dispositivi da lui creati, facendo affidamento sull'ingegnosità e l'istinto che lo caratterizzano per proteggere le persone che ama. Sulla via del ritorno, Stark trova la risposta alla domanda che lo ha sempre segretamente tormentato: è l'uomo che fa l'armatura o l'armatura che fa l'uomo?

Piace sicuramente il fatto che emerge il lato umano del supereroe. Ci si immerge in quella parte privata dell’uomo, tra luci e ombre che fanno del personaggio di Stark una figura interessante. Non solo colpi di scena e tanti effetti speciali, ma la storia riesce a reggere, pescando in tematiche significative, come quelle della lotta con se stessi, per riscoprire il proprio lato umano. La corporalità ha una funzione che va al di là della semplice manifestazione di forza, ma prelude a qualcosa che va oltre. Una parte psicologica, che tenta di uscire fuori, anche se i dettami di genere sono piuttosto forti.

Il film, pur non essendo impeccabile nella sua parte narrativa, ha comunque conquistato il botteghino, superando in poche settimane i 300 milioni negli Usa, e sfiorato i 700 milioni raccolti negli altri mercati. Si tratta del primo film prodotto dai Marvel Studios ad essere distribuito dopo il crossover del 2012 The Avengers e il primo della cosiddetta “Fase 2” che porterà a The Avengers 2 nel 2015.

Iron Man 3 (Usa 2013)
Regia: Shane Black
Cast: Robert Downey Jr., Guy Pearce, Gwyneth Paltrow, Don Cheadle, Ben Kingsley
Produzione: Dmg Entertainment, Marvel Studios
Distribuzione: Uip

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Miele. È questo il nome d’arte di Irene, giovane donna che ha deciso, sia per soldi che per principio etico, di rispondere alle richieste di eutanasia di alcuni malati terminali. Un tema, piuttosto forte e controverso, quello scelto da Valeria Golino per il suo primo film da regista. Liberamente tratto da A nome tuo di Mauro Covacich, Miele mostra una serie di malati allo stadio finale a cui Irene somministra un barbiturico che si usa nel campo veterinario, accompagnandoli verso il fine vita.

Il suo è un lavoro metodico, preciso e che si ripete come fosse un rituale. Fino all’incontro con l'ingegner Grimaldi, che malato di depressione, le chiede aiuto. Ma Irene non è d’accordo, lei non è un sicario e non condivide la scelta dell’uomo. Il suo mondo, così, verrà messo ben presto in crisi e sarà chiamata a rivoluzionare la sua esistenza, a partire proprio dal suo “lavoro”.

La Golino non dà giudizi netti, non c’è nulla di troppo ideologico nel suo film, ma mette comunque di fronte lo spettatore a una tematica che in Italia è stata sollevata con forza dopo il caso di Eluana Englaro. Caso che ha condotto anche la politica di fronte a delle scelte, spaccando le coalizioni sul testamento biologico e, appunto, il fine vita. Anche se nulla è stato effettivamente fatto.

Irene lo dice chiaramente: “Nessuno vuole morire, ma quella non è più vita”. Con la conoscenza dell’ingegner Grimaldi, però, si solleva un altro interrogativo: quale sia il vero male, se solo quello fisico o anche quello psicologico. E soprattutto, quanto contino le scelte personali, quanto effettivamente si è liberi di decidere se vivere o morire e se si possa mettere un veto a tale scelta.

La morte non viene mai mostrata dalla Golino, ma se ne sente costantemente il peso, tanto che la vita di Irene è sempre frenetica, fatta di corse, di nuotate in mare aperto, fino quasi allo sfinimento. Un modo, forse, per dimenticare quei corpi martoriati che le chiedono di poter riposare per sempre.

Miele
(Francia, Italia 2013)
genere: Drammatico
regia: Valeria Golino
attori: Jasmine Trinca, Carlo Cecchi, Libero De Rienzo, Iaia Forte, Vinicio Marchioni, Roberto De Francesco, Barbara Ronchi
produzione: Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri per Buena Onda, in coproduzione con Les films des tournelles (Francia) e con Rai Cinema
distribuzione: BIM

Francia, Italia 2013

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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