di Sara Michelucci

Gli agenti in pensione tornano in azione. Il regista Dean Parisot è stato chiamato a mettere in scena il sequel Red 2, tratto dall'omonimo fumetto scritto da Warren Ellis e disegnato da Cully Hamner. Un cast da urlo, con Bruce Willis, John Malkovich, Mary-Louise Parker, Catherine Zeta-Jones, Helen Mirren e Anthony Hopkins per il seguito del film Red, diretto nel 2010 da Robert Schwentke. Anche in questa seconda esperienza cinematografica, la sceneggiatura è stata scritta da Erich e Jon Hoeber.

La storia vede l'ex agente speciale della Cia, Frank Moses, interpretato da Willis, riunire la sua squadra di agenti segreti per rintracciare un congegno nucleare portatile scomparso. Per riuscire, dovranno sopravvivere ad un esercito di assassini, implacabili terroristi e ufficiali governativi, che vogliono raggiungere quest'arma di ultima generazione.

La missione porterà Frank e la sua improbabile squadra a Parigi, Londra e Mosca. Senza armi e senza equipaggiamento, possono contare solo sulla loro astuzia e la loro esperienza. Avranno a disposizione i trucchi della “vecchia scuola” e la fiducia che ripongono l’uno nell’altro.

Il gruppo di agenti, piuttosto attempato, mette in scena una action commedy che risulta piuttosto divertente e coinvolgente, anche se manca di un tessuto narrativo forte e punta molto sull’azione. Ovviamente gli attori, tutti quotatissimi, rendono la pellicola convincente, conferendo ai personaggi un mix di comicità che li rende vincenti. Piace sicuramente la capacità del regista di utilizzare la struttura di un film d’azione con personaggi comici, i quali non sono dei super eroi, perché non sanno risolvere tutti i problemi assurdi che si presentano durante le azioni di estrema violenza.

Red 2 (Usa 2013)
Regia: Dean Parisot
Soggetto: Warren Ellis, Cully Hamner
Sceneggiatura: Erich Hoeber, Jon Hoeber
Produttore: Lorenzo di Bonaventura, Mark Vahradian, Raphaël Benoliel, Alexander Dostal, Cliff Lanning
Distribuzione (Italia): Universal Pictures
Fotografia: Enrique Chediak
Montaggio: Don Zimmerman
Musiche: Alan Silvestri
Scenografia: Jim Clay
Interpreti: Bruce Willis; John Malkovich; Mary-Louise Parker; Catherine Zeta-Jones;  Helen Mirren; Anthony Hopkins

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Nuovi cartoon arrivano ad animare le sale cinematografiche italiane nel periodo estivo. Tra questi c’è Turbo, dai realizzatori di Madagascar e Kung Fu Panda e diretto da David Soren. Prodotto dalla DreamWorks Animation e distribuito da 20th Century Fox, è basato su un’idea originale di David Soren, che per la prima volta veste i panni da regista.

Turbo è una commedia in 3D ad alta velocità che segue la vicenda di una lumaca perdente in partenza che ingrana la quinta quando ottiene miracolosamente il dono della supervelocità. Ma, dopo essersi fatto nuove amicizie con un gruppo di escargots agghindate e scaltre, Turbo impara che nessuno può affermarsi da solo. E così mette in gioco il cuore e il guscio per aiutare gli amici a realizzare i loro sogni, prima di partire alla carica del suo sogno impossibile: vincere la 500 Miglia di Indianapolis.

Questa bizzarra lumaca sogna infatti di diventare il più grande pilota del mondo, emulando il suo beniamino, Guy Gagne, che è stato cinque volte campione della 500 Miglia di Indianapolis. La velocità è la sua ossessione e così Turbo si fa notare nella sua comunità di lumache, per essere piuttosto stravagante, creando imbarazzo a suo fratello Chet.

Ryan Reynolds, Paul Giamatti, Michael Peña, Luis Guzman, Bill Hader, Snoop Dogg, Maya Rudolph, Ben Schwartz, Richard Jenkins, Ken Jeong, Michelle Rodriguez, Kurtwood Smith e Samuel L. Jackson fanno parte del cast di doppiaggio del cartone e conferiscono sicuramente un tocco in più al film che risulta essere piuttosto debole nella storia. Si punta molto sul 3D, senza però essere realmente originali nel racconto o nella descrizione dei personaggi che rimangono piuttosto superficiale e mancano di una vera caratterizzazione.

Turbo (Usa 2013)
regia: David Soren
sceneggiatura: Darren Lemke, Robert D. Siegel, David Soren
attori: Snoop Dogg, Paul Giamatti, Bill Hader, Ryan Reynolds, Samuel L. Jackson, Michelle Rodriguez
fotografia: Chris Stover
musiche: Henry Jackman
produzione: DreamWorks Animation
distribuzione: 20th Century Fox

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

La vita della cantante cilena Violeta Parra trasmigra nel film diretto da Andrés Wood, Violeta Parra Went to Heaven. Basata sull'omonimo libro biografico di Ángel Parra, figlio della famosa artista cilena, il quale ha collaborato alla realizzazione del film, la pellicola si è aggiudicata il Sundance Film Festival e ha ottenuto la nomination come miglior film straniero agli Oscar del 2012. Un tendone, a Santiago del Cile, è il luogo dove fanno visita a Violeta Parra le persone che hanno influenzato la sua vita. Tutti i segreti di questa affascinante figura femminile verranno man mano a galla, attraverso gli incontri che avrà nella sua vita.

Gioie e dolori, paure e slanci vitali si mescolano in quest’opera densa di umanità e mostrano una figura decisamente interessante e magnetica. Il regista mette in risalto le molteplici opere di questa artista, specchio della sua anima e del suo modo di vivere e pensare. Spazio ampio anche ai ricordi, con gli amori di gioventù e quelli di età matura. È un viaggio, quello che la scrittrice mette in atto per far scoprire se stessa, attraverso i personaggi che l’hanno fatta ridere e piangere.

La vita straordinaria della musicista cilena è messa ampiamente in risalto, senza essere eccessivamente didascalici, ma riuscendo a regalate agli spettatori la visione di un personaggio complesso, ma umano al tempo stesso. L’artista è uno di noi. Ama e soffre proprio come chiunque altro e questo lo mette sullo stesso piano delle persone comuni. Senza dimenticare, però, la forza e la grandezza del talento che accompagna le vite di alcuni.

Molto densa l’interpretazione dell’attrice Francisca Gavilán, che entra appieno nel personaggio, conferendogli un’emozione in più. Al centro non solo il tema dell’amore, ma anche quello dell’ingiustizia sociale, presente nelle canzoni, cantate quasi come un lamento, dell’artista sudamericana.

Violeta Parra Went to Heaven
(Cile, Argentina, Brasile, 2013)

Regia: Andrés Wood
Sceneggiatura: Eliseo Altunaga
Fotografia: Miguel Abal e Miguel Ioann Littin Menz
Montaggio: Andrea Chignoli
Musiche: Violeta Parra
Scenografia: Bakhteyar Qaharov

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Sono passati ben 28 anni. E quando Val (Al Pacino) esce di prigione si imbatte nel suo vecchio socio di affari, Doc (Christopher Walken). Passano una nottata tra alcol e baldoria, ritrovando anche un altro vecchio amico, Hirsch (Alan Arkin), che ai tempi delle loro scorribande era solito fare l’autista. Per Val si tratta di una vera e propria rimpatriata, fino a che capisce che Doc è stato contattato dal boss Claphands per ucciderlo come vendetta per la morte accidentale del figlio.

Un cast decisamente da urlo quello scelto Fisher Stevens, che sveste i panni di attore (lo ricordiamo nella celebre serie Ultime dal cielo), per mettersi dietro la macchina da presa e dirigere la commedia Uomini di parola. La storia che decide di raccontare, mette in risalto il vissuto di questi tre uomini, che ingurgitano Viagra, ricordano il passato e sono ancora una volta pronti a sfidare il destino.

È una storia di amicizia, ma anche di vendetta, congeniata in maniera tale che si assiste a una introspezione dei personaggi, con la capacità di caratterizzarli al punto giusto, senza essere banali. Al centro dell’attenzione, anche il tempo che passa, il mutamento del fisico e dello spirito e il peso delle esperienze passate che non rimangono semplicemente sullo sfondo, ma emergono nelle azioni dei tre.

La condanna a cui Doc deve sottostare, ovvero quella di dover uccidere l’amico fidato, per salvare la sua vita, crea un tempo sospeso che risulta essere piuttosto interessante e che mette di fronte lo spettatore a una serie di scelte e di avvenimenti che lo lasciano sul filo del rasoio.

Il film forse perde un po’ di colpi nella seconda parte e nel finale non proprio brillantissimo, ma nel complesso non dispiace. Sarà anche per la bravura attoriale dei tre divi di Hollywood, i quali non deludono e ancora una volta riescono a portare al massimo i personaggi che sono chiamati a interpretare.

Uomini di parola (Usa 2012)
Regia: Fisher Stevens
Sceneggiatura: Noah Haidle
Distribuzione: Koch Media
Interpreti e personaggi: Al Pacino; Christopher Walken; Alan Arkin; Julianna Margulies

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Il Giappone ancora una volta ispira il cinema americano. Ma se i fumetti manga sono i preferiti di Quentin Tarantino, i Kaiju, i colossali “mostri misteriosi” del cinema nipponico sono la base su cui si fonda Pacific Rim, film diretto da Guillermo del Toro. Il mondo è sotto l'attacco di giganteschi mostri, noti come Kaiju, emersi da un portale interdimensionale sul fondo dell'Oceano Pacifico. La guerra contro di loro è destinata a distruggere milioni di vite e consumare le risorse umane future.

Per fronteggiarle vengono creati enormi robot antropomorfi alti circa 90 metri chiamati Jaegers, di solito controllati simultaneamente da due piloti le cui menti sono collegate a una rete neurale. Gli attacchi dei Kaiju sono quasi tutti concentrati sugli stati che affacciano sull'Oceano Pacifico, le nazioni più potenti del Pacific Rim impiegano gran parte delle proprie risorse per aderire al progetto Jaeger e la loro costruzione.

I Kaiju si adattano ben presto ai loro nuovi avversari, diventando più eterogenei, aggressivi e organizzati. La feroce risposta dei mostri spinge nuovamente l’umanità sull’orlo dell’estinzione. A ribaltare le sorti della guerra sarà l'ultimo manipolo rimasto degli ormai sottovalutati piloti di Jaegers. Tra loro spiccano i due protagonisti: un ex pilota caduto in disgrazia ed una giovane recluta.

Il film è sicuramente interessante, anche da punto di vista tecnico, realizzato completamente su pellicola digitale e con una interessante saturazione del colore che si ottiene grazie all’utilizzo dell’Epic, la speciale videocamera che si usa per il 3D. Del Toro riesce nella sua impresa di girare un film d’azione dai contenuti non scontati e con una regia buona, che non stanca lo spettatore, ma gli regala momenti di puro spettacolo. Un omaggio alla cultura giapponese, senza cadere nella retorica, ma mostrando invece una certa dose di maturità di del Toro dietro la macchina da presa.

Pacific Rim (Usa 2013)
regia: Guillermo del Toro
sceneggiatura: Travis Beacham
attori: Charlie Hunnam, Idris Elba, Rinko Kikuchi, Ron Perlman, Clifton Collins Jr., Max Martini, Robert Maillet, Burn Gorman, Larry Joe Campbell, Diego Klattenhoff, Brad William Henke, Charlie Day
fotografia: Guillermo Navarro
musiche: Ramin Djawadi
produzione: Legendary Pictures
distribuzione: Warner Bros

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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