di Maura Cossutta

La notizia viene dall’Inghilterra ed è una buona notizia. Una coppia si è sottoposta alle tecniche di procreazione assistita per evitare di trasmettere alla figlia il rischio altissimo di ammalarsi di tumore al seno. Un rischio genetico, in quanto l’uomo è portatore di un gene che nell’85% dei casi provoca nella prole l’insorgenza di questo tumore. Le tecniche di procreazione assistita hanno permesso di produrre un numero sufficientemente elevato di embrioni, per riuscire a trovare statisticamente quelli sani. La diagnosi genetica pre impianto ha permesso di sapere tra gli 11 embrioni prodotti quali fossero portatori del gene BRCA-1 e quali invece sani, per impiantarli poi, solo questi, nell’utero della donna. Ora la bimba che nascerà potrà vivere senza l’angoscia di una malattia annunciata, che purtroppo molto spesso è causa di grandissima sofferenza e anche di morte.

di Mariavittoria Orsolato

Il serpentone arcobaleno del Gay Pride ha invaso sabato le strade di Bologna con i suoi 20.000 coloratissimi partecipanti - sei o settemila per la Questura. Tanti rappresentanti della comunità LGBT ma anche molti, moltissimi eterosessuali arrivati da tutta Italia per assistere, sì, al grande carnevale estivo ma anche per manifestare in nome della dignità, della parità e della laicità, le tre parole chiave del raduno nazionale, svoltosi in contemporanea anche a Berlino, Parigi, Sofia e Gerusalemme. L’Italia gay, lesbica, bi e trans scende quindi in piazza in tutto il suo splendore di trucco, paillettes e tacchi alti, rispondendo alle polemiche sollevate per l’omonimo romano cui il Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna aveva tolto il patrocinio affermando in un’intervista del Tg2 dello scorso 7 giugno che: " Va dato solo alle occasioni di studio e di riflessione, le provocazioni e gli esibizionismi non aiutano la discussione” e così dicendo si era augurata un pride meno appariscente e più morigerato, “in giacca e cravatta”.

di Bianca Cerri

Disaster Tourism: in breve, fare un viaggio verso i luoghi delle catastrofi e delle miseria per osservare il dolore (degli altri) senza esserne sfiorati. Ci sono agenzie di viaggio specializzate che organizzano tours all-inclusive per turisti desiderosi di vedere da vicino come sono fatti gli ultimi della terra. L’offerta è molto variegata: si va dalle favelas di Rio de Janeiro alle bidonville indiane ma c’è anche la possibilità di scalare le montagne del Tibet alla ricerca di tombe a cielo aperto o perlustrare i sacrari militari negli Stati Uniti. C’è chi ha dovuto attendere per anni per scalare il plateau tibetano alla ricerca di corpi in decomposizione. Negli anni ’80 infatti i monaci buddisti con carovane di turisti al seguito che s’inerpicavano fino alla cima dell’altopiano venivano presi a sassate dai parenti dei defunti che non volevano intrusi nel loro dolore. Alla fine il governo cinese era stato costretto a vietare le escursioni nelle zone delle tombe dove la situazione minacciava di degenerare.

di Mariavittoria Orsolato

Nove milioni di clienti al mese, l’80% dei quali sposati. Questo il giro d’affari che il mestiere più antico del mondo frutta a papponi e criminali nell’Italia della sacra famiglia. La legge 75 altresì chiamata legge Merlin, quella nel 1958 impose la chiusura delle case di case di tolleranza e decretò l’illegalità della prostituzione, ha compiuto mezzo secolo ma rimane imperterrita nell’agenda politica del dibattito pubblico. Riaprire o no le case chiuse? Un annoso problema su cui le Camere si sono interrogate già otto volte dall’inizio della sedicesima legislatura e che sembra dividere l’opinione pubblica quasi quanto le formazioni europee di Donadoni.

di Rosa Ana De Santis

Sotto le onde del Mediterraneo affonda l’ennesimo barcone disperato, carico di vite e di stracci, di sogni e deboli pensieri di speranza. Muoiono sotto i fondali, in un silenzio d’abisso, nero petrolio, le vite di tanti poveri. Qualche disperato si aggrappa alle gabbie di tonni, tanti bambini rimangono dispersi tra le onde e di loro non sentiremo nemmeno una lacrima, non il più esile dei pianti. Qualche giovane più forte sarà portato al centro di accoglienza di Lampedusa che collassa sotto il crescente numero di sbarchi. E’ continuo il movimento delle motovedette, si susseguono senza tregua gli avvistamenti, è instancabile il lavoro dei soccorsi. Gli immigrati arrivano, non si arresta questa processione di speranza e disperazione. Nessuno ferma la diaspora della povertà.


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