Il rapimento o anche solo la scomparsa dei minori è tra gli incubi peggiori che una famiglia ed una intera comunità possano affrontare. Per rintracciare un minore si dice che le prime 48 ore sono le più importanti. In Europa il fenomeno è relativamente contenuto rispetto agli Stati Uniti dove si verificano circa ottocentomila casi ogni anno. In base ai dati disponibili nella triste classifica di soggetti con meno di 18 anni, l'Alaska è al primo posto mentre in Georgia i casi non superano il 3%. Per fortuna almeno il 90% viene ritrovato. Quel 10% che non viene ritrovato deve essere costantemente al centro dell'attenzione ed è quello che stanno facendo in questi giorni nel Wisconsin con una serie di eventi ai quali parteciperanno  associazioni di volontari con esperti di ricerche in aree boschive, palloni aereostatici, centri cinofili con cani molecolari addestrati alla ricerca di bambini, ecc. Ci saranno  genitori che aspettano da anni di rivedere i figli. Per tutto il mese di maggio scenderà in campo il Centro Nazionale Minori Scomparsi e Sfruttati che opera a livello nazionale.

Negli stessi anni in cui al Nord si combatteva la guerra partigiana, il Sud già liberato esprimeva un grande movimento di popolo proteso alla contestazione radicale della società borghese e animato dalla volontà di realizzare una totale rottura storica e politica con il passato fascista e prefascista. Questo sentiero impervio della Resistenza è ancora oggi poco esplorato dalla storiografia. Certo, sono state riscoperte e inventariate come reperti della Liberazione le stragi nazifasciste perpetrate in Sicilia all’indomani dello sbarco angloamericano; le insurrezioni e le rappresaglie accadute dopo l’armistizio dell’8 settembre a Matera, Bari, Civitavecchia, Teramo, Bellona, Terra di Lavoro, Nola, Barletta, Teverola, Capua, Rionero in Vulture.

Si concentreranno sabato 10 aprile davanti alle Prefetture di tutta Italia. La manifestazione seguirà il presidio del 31 marzo indetto da Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil dinanzi al Senato della Repubblica. Iniziative di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori agricoli nell’Italia del Ventunesimo secolo, ancora una volta esclusi da ogni tipo di ristoro anche nel Decreto Sostegni. Una grave ingiustizia sociale storicamente definibile nell’ambito delle discriminazioni. Tale è stata la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori agricoli nella storia dell’Italia unita.

La pubblicazione questa settimana del rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sull’origine della pandemia di Coronavirus ha prevedibilmente scatenato polemiche e accuse per il trattamento troppo remissivo che gli esperti incaricati dell’indagine avrebbero mostrato nei confronti della Cina. Le critiche, spesso feroci, non si basano tuttavia sull’evidenza scientifica, ma rispondono, in maniera più o meno consapevole, a esigenze di altra natura, da collegare in sostanza al fallimento di tutto l’Occidente nel combattere efficacemente il virus, così come alla crescente rivalità strategica, economica, tecnologica e militare tra Washington e Pechino.

Per il primo ministro britannico, Boris Johnson, il segreto del “successo” della campagna vaccinale anti-Covid portata avanti dal suo governo risiederebbe nel “capitalismo” e nel senso di “avidità” intrinseco in questo sistema. Il merito sarebbe infatti delle “grandi corporations” che sono motivate dalla volontà di assicurare “buoni profitti ai loro azionisti”. La battaglia al Coronavirus starebbe quindi per essere vinta grazie a “Big Pharma”, cioè le multinazionali farmaceutiche che hanno prodotto i vaccini in fase di distribuzione. Che l’ex sindaco di Londra si esprima in questo modo non è una sorpresa. Johnson ha di fatto dedicato la sua intera esistenza alla difesa dei grandi interessi del suo paese e per questo è stato ricompensato in modi infinitamente superiori ai suoi meriti, sia dal punto vista economico sia da quello della carriera politica.


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