Barbara Capovani era una psichiatra in servizio all’SPDC – Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’ospedale Santa Chiara di Pisa. A 55 anni è morta, in seguito alle ferite riportate in un’aggressione avvenuta qualche giorno prima, il 21 aprile. Colpita mentre si accingeva a togliere il lucchetto alla sua bici, alla fine del turno di lavoro. Alle sue spalle è piombato all’improvviso Gianluca Paul Seung, armato di una spranga e di una incontrollabile volontà di uccidere.

Un suo ex-paziente, già resosi protagonista in precedenza di minacce e aggressioni, mai terminate con tale irreparabile epilogo. Di lui, la professoressa Capovani scriveva nel 2019: “disturbi narcisistico, antisociale, paranoico di personalità (…) il paziente appare totalmente consapevole delle proprie azioni e del loro disvalore sociale.” Appare quindi evidente che il suo assassino era cosciente di ciò che stava commettendo. Tutto questo però, non è affatto sufficiente a spiegare la drammaticità della intera vicenda, a rendere comprensibile una morte così assurda. Ad accettarla come fosse un rischio della propria professione.

L'introduzione nel linguaggio comune del termine algoritmo è avvenuto con un ritardo di qualche decennio da quando il suo studio già cambiava le sorti del mondo nei suoi primissimi prototipi. Alan Turing ed Enigma, la creatura di Arthur Scherbius che criptava i radiomessaggi dei nazisti, non sono stati, con il loro lavoro, degli elementi comprimari nello svolgimento della seconda guerra mondiale, anzi. Ci furono il lavoro e l'intuizione del professore inglese, che ebbe l'illuminazione di creare una macchina per decifrare i messaggi, utilizzando come parametri le parole chiave ripetute con cadenza regolare all'interno degli stessi, raggiungendo un risultato che i migliori crittografi del mondo non avrebbero mai ottenuto e che contribuì a cambiare le sorti della guerra. Nonostante la tragica fine che il suo stesso governo gli destinò, il risultato delle sue intuizioni è sotto gli occhi di tutti.

Madri alla sbarra. E’ uno dei titoli più suggestivi del libro d’inchiesta ‘Senza Madre. Storie di figli sottratti dallo Stato’ (edito dal gruppo Dire - Edizioni scientifiche Magi) che ha visto dieci giornaliste mettersi insieme per una coraggiosa inchiesta che denuncia la violenza istituzionale contro le madri e i loro figli.

Una serie di iniziative prese negli ultimi giorni da Elon Musk hanno dimostrato come la promessa di fare di Twitter una piattaforma per lo scambio di idee e opinioni in totale libertà e senza nessuna forma di censura sia destinata a essere disattesa. Il numero uno di Tesla, che ha recentemente acquistato il popolare social per 44 miliardi di dollari, ha sospeso svariati account di giornalisti di testate “ufficiali” che avevano espresso giudizi sfavorevoli alla sua gestione di Twitter. La decisione ha provocato reazioni furiose da parte di questi stessi media e delle autorità europee, ma la loro indignazione è quanto meno tardiva, oltre che finta, non essendo mai stata registrata quando i precedenti vertici di Twitter censuravano a piacimento giornalisti e commentatori indipendenti.

E’ noto quanto sostenevano gli antichi: gli dei accecano coloro che vogliono perdere. Questa considerazione si attaglia perfettamente alle élites del cosiddetto occidente collettivo che, per smania di potere e per megalomania, sono accecate e non vedono l’abisso verso il quale si stanno dirigendo a capofitto. Questa catastrofe - o meglio una liberazione per noi - non ci farebbe versare nessuna lacrima se ahimè, del tutto nolenti, non fossimo ad esse legati; pertanto, se non ci sganciamo presto subiremo la loro stessa sorte. Per sottrarci a questo destino non voluto - e del resto evitabile se ci animassero il buon senso e il raziocinio - dovremmo risvegliarci dal torpore che appesantisce la nostra mente distratta e affaticata.


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