L'introduzione nel linguaggio comune del termine algoritmo è avvenuto con un ritardo di qualche decennio da quando il suo studio già cambiava le sorti del mondo nei suoi primissimi prototipi. Alan Turing ed Enigma, la creatura di Arthur Scherbius che criptava i radiomessaggi dei nazisti, non sono stati, con il loro lavoro, degli elementi comprimari nello svolgimento della seconda guerra mondiale, anzi. Ci furono il lavoro e l'intuizione del professore inglese, che ebbe l'illuminazione di creare una macchina per decifrare i messaggi, utilizzando come parametri le parole chiave ripetute con cadenza regolare all'interno degli stessi, raggiungendo un risultato che i migliori crittografi del mondo non avrebbero mai ottenuto e che contribuì a cambiare le sorti della guerra. Nonostante la tragica fine che il suo stesso governo gli destinò, il risultato delle sue intuizioni è sotto gli occhi di tutti.

Madri alla sbarra. E’ uno dei titoli più suggestivi del libro d’inchiesta ‘Senza Madre. Storie di figli sottratti dallo Stato’ (edito dal gruppo Dire - Edizioni scientifiche Magi) che ha visto dieci giornaliste mettersi insieme per una coraggiosa inchiesta che denuncia la violenza istituzionale contro le madri e i loro figli.

Una serie di iniziative prese negli ultimi giorni da Elon Musk hanno dimostrato come la promessa di fare di Twitter una piattaforma per lo scambio di idee e opinioni in totale libertà e senza nessuna forma di censura sia destinata a essere disattesa. Il numero uno di Tesla, che ha recentemente acquistato il popolare social per 44 miliardi di dollari, ha sospeso svariati account di giornalisti di testate “ufficiali” che avevano espresso giudizi sfavorevoli alla sua gestione di Twitter. La decisione ha provocato reazioni furiose da parte di questi stessi media e delle autorità europee, ma la loro indignazione è quanto meno tardiva, oltre che finta, non essendo mai stata registrata quando i precedenti vertici di Twitter censuravano a piacimento giornalisti e commentatori indipendenti.

E’ noto quanto sostenevano gli antichi: gli dei accecano coloro che vogliono perdere. Questa considerazione si attaglia perfettamente alle élites del cosiddetto occidente collettivo che, per smania di potere e per megalomania, sono accecate e non vedono l’abisso verso il quale si stanno dirigendo a capofitto. Questa catastrofe - o meglio una liberazione per noi - non ci farebbe versare nessuna lacrima se ahimè, del tutto nolenti, non fossimo ad esse legati; pertanto, se non ci sganciamo presto subiremo la loro stessa sorte. Per sottrarci a questo destino non voluto - e del resto evitabile se ci animassero il buon senso e il raziocinio - dovremmo risvegliarci dal torpore che appesantisce la nostra mente distratta e affaticata.

Tra le conseguenze più catastrofiche della trasformazione liberista del lavoro, iniziata al tramonto del Ventesimo secolo e perfezionata all’alba del Ventunesimo, vi sono i “buoni lavoro”, meglio noti come “voucher”. Esordirono in Francia nel 1994, poi in Germania nel 2003 e in Belgio nel 2004. Furono importati in Italia nel 2003 dalla Riforma Biagi, applicati nel 2008 dal governo Prodi limitatamente al settore agricolo, estesi ad altri settori dal governo Berlusconi nel 2009. Furono poi liberalizzati dal governo Monti nel 2012 con la Riforma Fornero, che peraltro ne innalzò il limite economico da tre a cinquemila euro per ogni lavoratore.

Nel 2013 il governo Letta cancellò ogni riferimento alla originaria “natura meramente occasionale” delle attività lavorative. Nel 2015 il governo Renzi ne innalzò il limite a settemila euro e introdusse l’obbligatorietà dell’attivazione telematica. Nel 2017 il governo Gentiloni, per scongiurare il referendum abrogativo proposto dalla Cgil, li abolì ma per sostituirli con il Libretto di Famiglia per colf e badanti e con i Contratti di prestazione occasionale per alcune categorie di lavoratori agricoli e per determinate attività lavorative nell’ambito della Pubblica Amministrazione.


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