di Sara Nicoli

la Giustizia Hanno detto che Angelo Izzo, uno dei massacratori del Circeo, appena appresa la notizia della morte della sua vittima, Donatella Colasanti, si sia mostrato "dispiaciuto" e che poi, scuotendo la testa, abbia aggiunto una frase: "E' una donna che ha subito molta violenza". Lui, certo, ne sa qualcosa. Di per sé quello del suo aguzzino è un commento che non significa nulla, una frase laconica che non lascia presupporre alcuna contrizione o dispiacere autentico. Sembra invece trasparire, anche da parte dello stesso Izzo, la consapevolezza che Donatella Colasanti di violenza ne abbia sopportata parecchia, anche dopo essere scampata alle brutalità e alle sevizie della villa del Circeo.

di Bruno Ballardini

Forse eravamo distratti. Forse presi da qualcos'altro, inchiodati davanti ad una partita di calcio, ipnotizzati dall'Isola dei Famosi, forse mesmerizzati da una trasmissione condotta da Maurizio Costanzo. Ma c'è una legge democratica del nostro Paese, che rischia di essere modificata in qualcosa di molto poco democratico. La legge del 22 Febbraio 2000, n. 28 recita così:

di redazione

Giuseppe BolzoniL'hanno trovato morto all'alba dell'anno nuovo, era nella sua casa trasformata in una tomba ghiacciata dal freddo invernale e dall'assenza delle forniture di luce, gas e acqua. Aveva 45 anni, viveva in una casa comunale nella quale le utenze erano state staccate nel marzo scorso. Era invalido, invalido sul lavoro da quando per un incidente riuscì per un pelo a non entrare nel triste elenco delle "morti bianche" sul lavoro; che ogni anno aumenta nel nostro paese tra l'indifferenza generale.

di Sara Nicoli

auditel Un conto è pensarlo. E fare in modo che quel pensiero si trasformi in una gestione politica di una rete tv senza, tuttavia, agire in modo tanto sfrontato da poter essere poi accusati di fare uno sporco doppio gioco. Altra cosa è dichiarare, con l'arroganza tipica dell'uomo, quello che pochi giorni fa ha espresso il direttore di Raduno, Fabrizio Del Noce. Che davanti ad un attonito consiglio d'amministrazione Rai se n'è uscito teorizzando "la necessità di un continuo equilibrio tra Rai e Mediaset, perché troppi punti di vantaggio per una rete o per l'altra non vanno bene per il sistema televisivo". O meglio: non vanno bene a Mediaset.

di Bianca Cerri

GENNAIO: Era ora: il 12 gennaio, dopo due anni di genocidi, gli Stati Uniti decidono di smettere la farsa sulle armi di distruzione di massa. Il 20 gennaio, in una Washington bianca di neve, George Bush inaugura la sua seconda presidenza con una cerimonia che non potrebbe essere più spettacolare, oltre che dispendiosa. Alcuni si divertono a contare i numerosi riferimenti a dio e alla libertà nel discorso presidenziale ma nessuno si accorge che l'Iraq e l'Afghanistan non vengono neppure nominati. In Italia, 17 persone muoiono in un incidente ferroviario. La tragedia suscita proteste e spinge i lavoratori di TrenItalia a scioperare ma con la paura di rimetterci il posto di lavoro. Nelle zone devastate dalla forza dell'onda anomala si continua a cercare eventuali superstiti e i governi promettono che potenzieranno i sistemi di sicurezza. Gli aiuti umanitari arrivati non vanno oltre il minimo indispensabile. In Italia hanno inizio le diatribe sulla gestione dei fondi, che è meglio tralasciare per carità di patria. Il 25 gennaio viene giustiziato in Texas Troy Kunkle, 38 anni. Lo stesso giorno, la Georgia mette a morte Timothy Carr, 34 anni. Il 30 gennaio, l'Iraq va al voto ma permane un clima di grande incertezza. La Chiesa Battista di Westboro, USA, condanna senza appello gli omosessuali e vieterà loro l'ingresso.


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