di Sara Nicoli

Siamo una Repubblica fondata sulla Corte di Cassazione. E non è solo perchè è stato il Palazzaccio, alla fine, a decidere che l'Unione ha vinto le elezioni. Se si spinge lo sguardo oltre la quotidianità, ci si rende ben conto che proprio questa è regolata da leggi e convenzioni su cui, il più delle volte, hanno detto l'ultima parola proprio "gli inquilini" dello spettrale palazzo di piazza Cavour. Giudici ultimi e supremi di regole che spaziano dall'uso corretto di un cellulare in riunione all'applicazione dell'ex Cirielli, dalla scioccante lettura autentica di cosa si intende per stupro di una minore fino a quella, non di minor peso, che illustra i casi in cui la parola "stronzo" può essere considerata o meno offensiva a seconda del tono con cui viene pronunciata. Gli "ermellini" sono dunque il vero potere temporale di questo bizzarro Paese, che nel tempo ha delegato al giudizio di un pugno di uomini in toga impellicciata, il ruolo che qualsiasi nazione democratica demanda principalmente alla politica; cioè quello di costruire il tessuto connettivo morale e sociale di un popolo.

di Giovanna Pavani

Luisa Santolini Se qualcuno aveva sperato che, con la vittoria dell'Unione, la Jihad integralista dell Cdl contro la 194 si sarebbe fermata, ha sbagliato di grosso. Perché nonostante i pesanti problemi che attanagliano il Paese, all'indomani della chiusura delle urne e con un Parlamento ancora tutto da formare, il centrodestra sembra non avere altro scopo prioritario se non quello di abbattere la legge sull'aborto attraverso una pretestuosa riforma dell'operatività del consultori.
Una proposta di legge in questo senso è già in cantiere e sarà depositata alla riapertura dei lavori parlamentari dall'Udc. Con la tipica, ottusa determinazione di chi non accetta l'evoluzione culturale di un Paese né, tanto meno, una sconfitta elettorale che forse è scaturita anche da questa medioevale battaglia di principio oscurantista, la neo eletta alla Camera nel partito di Casini, Luisa Santolini, ex presidente del Forum delle famiglie, ha dichiarato con grande risolutezza: "I consultori devono essere luoghi di prevenzione dell'interruzione volontaria di gravidanza, come del resto dice la legge. Deve essere garantita la libertà di abortire ma, allo stesso modo, anche quella di non abortire".

di mazzetta

L'Ufficio centrale nazionale della Corte di Cassazione ha confermato il risultato delle elezioni che hanno visto la vittoria sul filo di lana della coalizione di centrosinistra guidata da Romano Prodi. Anche l'ultima litania del Polo è quindi risultata stonata.
Romano Prodi ha vinto le elezioni, ma le ha vinte con un margine risicatissimo e le ha vinte in un paese, l'Italia, che da tempo si è allontanato dall'Europa e dalla sua stessa civiltà giuridica. Tra lo sconcerto generale Silvio Berlusconi ed il suo schieramento hanno perso davvero di misura, consentendo al premier più improbabile dell'Occidente di cadere in piedi e di poter continuare le sue sceneggiate televisive prive di fondamento.
Prodi è stato salvato dal voto degli italiani all'estero e dai voti dei giovani scolarizzati, che sembrano aver privilegiato le proposte dell'ala sinistra del suo schieramento. Quello che è sembrato davvero incredibile è che dopo 5 anni di governo fallimentare Berlusconi abbia perso solo poco più di 400.000 voti. Uno stupore che ha portato ad esprimere diverse analisi su questo fenomeno, unico in Occidente, ma in effetti è uno stupore che emerge più dal mancato polso del paese reale che dalla reale incongruenza del risultato con lo stato del paese stesso.

di Sara Nicoli

Stefano Ricucci La parabola di Ricucci, aspirante finanziere del salotto buono tramite distribuzione di patacche, è finita come si presumeva finisse: una cella d'isolamento a Regina Coeli. L'arresto ordinato dal Gip è stato motivato con la possibilità di inquinamento delle prove e proprio per questo non ci saranno arresti domiciliari. Stando alle accuse Ricucci utilizzava due telefoni con contratti in Lussemburgo (difficili da intercettare per le rogatorie) e le email. Arrestate anche le talpe che lo avvisavano dell'arrivo di medici e infermieri, cioè i finanzieri. In manette, a tenergli compagnia, anche il brigadiere della Gdf Luigi Leccese, l'ex ufficiale dell'Esercito Vincenzo Tavano e l'imprenditore edile Tommaso Di Lernia. I tre, secondo il Gip, sarebbero le talpe che l'immobiliarista utilizzava per essere informato delle perquisizioni. Leccese dal suo ufficio della Finanza avvisava Di Lernia il quale a sua volta passava l'informazione a Tavano. Quest'ultimo era il terminale della notizia che arrivava alle orecchie di Ricucci. "Arrivano i medici", "arrivano gli infermieri": così i tre si comunicavano l'imminente arrivo dei finanzieri. E più di una volta aveva funzionato visto che i militari che arrivavano negli uffici di Ricucci trovavano borse e cassetti vuoti. Le attività di Ricucci si erano orientate verso l'ultimo disperato tentativo di rimanere a galla. Tentava, attraverso alcune società di comodo, di fare lievitare i suoi titoli, così da farli risalire nelle quotazioni. Adesso però, i titoli di cui Ricucci si dovrà preoccupare, saranno quelli dei giornali.

di Giovanna Pavani

Mario Spezi Il primo delitto fu nel 1968, l'ultimo nel 1989. Le vittime sono state venti e anche chi le ha materialmente uccise adesso è morto. Ma c'è un uomo, un giornalista, che passerà questa Pasqua in carcere perché accusato, dopo 38 anni, di essere uno dei mandati di quei delitti, i delitti del "mostro di Firenze". Mario Spezi, 60 anni, ex cronista giudiziario di punta de La Nazione è rinchiuso nel carcere di Perugia perché il gip del capoluogo umbro, Marina De Robertis, è convinta che sappia più di quello che dice; che addirittura abbia contribuito in modo robusto a depistare le indagini e che dunque sia degno della galera perché pericoloso e in grado, ancora oggi, di inquinare le prove. Su questa base sono stati negati a Spezi anche gli arresti domiciliari. Per quanto paradossale possa sembrare, il giornalista e scrittore che ha dedicato una buona fetta della sua storia professionale a questa vicenda oggi è l'unico "colpevole" dietro le sbarre per l'intera inchiesta sul "mostro".


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