di Marta Di Cioccio

Targhe alterne, blocco totale del traffico. In molte città italiane ogni anno, di questi tempi, i comuni ricorrono a misure di sicurezza per abbassare il livello di inquinamento atmosferico. L'allarme è motivato: si calcola infatti che l'impatto delle polveri sottili sui cittadini degli otto maggiori centri urbani italiani provoca almeno 10 morti al giorno. Ma esiste un'alternativa allo stop delle auto? La risposta è si, e si chiama Biocarburante. I biocarburanti sono prodotti agricoli in grado di sostituire la benzina e il diesel. La loro origine naturale è più facilmente riassorbibile dalla natura e consente di ridurre del 70% le emissioni di gas serra dal trasporto privato. Questo tipo di combustibile offre molti vantaggi, tra cui la possibilità di diminuire l'importazione di petrolio dall'estero. Tra l'altro sappiamo che le fonti di energia fossile basata su carbone, petrolio e gas si stanno rapidamente esaurendo; si calcola addirittura che il petrolio raggiungerà il punto di saturazione entro il 2010 e il gas entro il 2020. Il biocarburante sembra essere la migliore alternativa per le nostre auto. Esistono principalmente due tipi di biocarburante: il biodiesel e il bioetanolo.

di Agnese Licata

Se si prova a cercare su una cartina la città uzbeka di Muynak, un po' più a est del Mar Caspio, la si scopre affacciata su un ampio mare salato: il Mare d'Aral. Si tratta del quarto mare chiuso più esteso del mondo. Quella mappa però, come la maggior parte delle mappe geografiche, riproduce una realtà ormai radicalmente diversa, in cui le risorse idriche mondiali sono in costante diminuzione. Oggi Muynak si trova a circa settanta chilometri da un bacino ridotto a un quarto della sua estensione originaria. La portata dei due fiumi che lo alimentano è diminuita vertiginosamente a partire dagli anni 60, quando Stalin ne fece drenare l'acqua per irrigare gli immensi campi di cotone. I risultati non sorprendono: la popolazione rischia di morire di sete; il deserto avanza; la forte salinità dell'aria provoca cancro e altre malattie alle vie respiratorie.

di Maurizio Coletti

Con la presentazione delle "tabelle", si conclude l'iter tormentato e cialtrone della legge Berlusconi - Fini - Giovanardi sul tema della lotta alla droga. La conclusione è ancora parziale: le quantità non sono indicate a riguardo di tutte le sostanze contenute nel groppone delle droghe-tutte-uguali.
Qualcuno - Calderoli, per la precisione; non si tratta, quindi, di un esponente affidabile della Casa delle Libertà - tenta pateticamente la difesa d'ufficio.
A parte l'ex ministro e Giovanardi stesso, sembra molto difficile trovare qualche difensore del provvedimento.
Muccioli tuona: "E' una legge che più permissiva non si può…!"
Tutte le organizzazioni, i cartelli, le associazioni che hanno tentato di contrastare i colpi di mano largamente utilizzati per far passare quest'ignominia, ribadiscono opposizioni e denunce.

di Sara Nicoli

C'è un indicatore speciale dell'andamento della campagna elettorale italiana che supera, in qualche modo, gli umori dell'ultimo momento registrati in qualsivoglia sondaggio proposto dai vari istituti: sono i giochi d'azzardo e le scommesse. Mentre in Italia ci si affanna a fare previsioni sulla base delle chiacchiere da bar perché è vietata la diffusione di qualsiasi sondaggio ad una settimana dal voto, oltre confine i bookmaker stranieri osservano il "duello" politico e raccolgono puntate sul nome del prossimo capo dell'Esecutivo di casa nostra. A noi questo "divertissement" non è concesso: i due principali siti internet dove si gioca e si scommette su tutto, l'anglo-svedese Unibet e il colosso londinese Betfair - nota piattaforma di scambio di scommesse tra clienti - sono stati oscurati dai Monopoli di Stato in osservanza alla Finanziaria 2006 che prevedeva l'inibizione dell'accesso ai siti che offrivano giochi e scommesse senza l'autorizzazione necessaria.

di Alessandro Iacuelli

E' iniziato a Berlino il vertice nazionale sull'energia, convocato dal cancelliere Angela Merkel. Questo vertice è solo il primo di una serie di incontri programmati per tutto il 2006, pertanto è solo il punto di partenza per una Germania che intende seriamente dotarsi di una strategia di politica energetica a lungo termine.
Tra i vari punti all'ordine del giorno ci sono proprio quegli argomenti che invece qui in Italia vengono sistematicamente evitati: mentre da noi il dibattito in materia di energia si è oramai ridotto ad una sfida a distanza tra chi vorrebbe reintrodurre l'uso del nucleare e chi ne è contrario, in Germania si preferisce affrontare prima temi più delicati, come quello dei mezzi per limitare l'aumento dei prezzi o il come migliorare la sicurezza dei rifornimenti, la cui debolezza è stata evidenziata questo inverno dalla strategia commerciale aggressiva della russa Gazprom.
Il nucleare, che suscita polemiche anche in Germania da decenni, non compare in agenda. O almeno non direttamente. E' proprio questa mancanza nell'agenda del vertice che suscita polemiche negli ambienti politici.


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