di Jürgen Elsässer

L’annuncio fortemente drammatizzato da parte del Ministro britannico dell’Interno, il 10 Agosto 2006, della scoperta di un complotto terrorista a Londra ha suscitato il panico, e successivamente la perplessità. Il giornalista tedesco Jurgen Elsasser ritorna su questo momento di isteria collettiva e sul ruolo del Mossad in questa manipolazione dell’opinione pubblica in pieno bombardamento del Libano.

di Gustavo Adolfo Vargas

La sporca campagna della destra è così debole, che l’unica cosa che deve fare il sandinismo è informare, informare e tornare a informare sulle conseguenze sociali ed economiche della politica neoliberale degli ultimi 16 anni. Però deve farlo davvero, perché fino ad ora Daniel Ortega è quasi l’unico che percorre solo il paese rivelando la vera situazione del paese; manca la presenza pubblica nei media e nelle piazze pubbliche di deputati, sindaci, dirigenti di partito, intellettuali e gli artefici dell’opinione pubblica, leader sociali, comunicatori, attivisti sindacali, militanti dei movimenti sociali. Insomma, di tutti quelli che dicono di appartenere a un sandinismo ampio e che oggi hanno la possibilità di convertirsi nella forza politica dominante del Nicaragua grazie al trionfo elettorale di Daniel Ortega.

di Manuel Hevia Frasquieri e Andrés Zaldívar Diéguez

Correva l’anno 1967. La controrivoluzione a Cuba era stata sconfitta. La stazione della CIA a Miami JM-Wave cominciò gradualmente a limitare le sue operazioni di guerra sporca contro il territorio cubano, dopo molti anni di crimini e aggressioni. Venivano smontati i radar di comunicazione o le mitragliatrici pesanti e i cannoni senza retrocessione di 57 mm delle navi pirate che venivano vendute o liquidate. Le loro dimore lussuose negli isolotti del Florida, in altra epoca case segrete, sono state affittate. Tutta la logistica di guerra veniva sgominata a poco a poco. Ma le loro azioni paramilitari contro imbarcazioni da pesca o altre attrezzature cubane sarebbero continuate ancora nei prossimi anni. Il terrorismo non era cessato, bensì s’intensificava contro gli interessi cubani all’estero. I loro "bersagli" prediletti sarebbero allora i funzionari diplomatici e commerciali, le ambasciate, i consolati, le rappresentazioni di linee aeree o marittime, sia cubane che di qualsiasi paese che avesse rapporti con Cuba. Era soltanto un cambiamento strategico nella politica di terrore

di Silvia Cattori

Nel suo ultimo libro "Come la Jihad è arrivata in Europa", il giornalista tedesco Jürgen Elsässer rivela la trama jihadista. I combattenti musulmani, reclutati dalla CIA per lottare contro i sovietici in Afghanistan, sono stati successivamente usati in Yugoslavia e in Cecenia, sempre col sostegno della CIA ma sfuggendo forse in parte al suo controllo. Basandosi su fonti diverse (principalmente yugoslave, olandesi e tedesche), il giornalista ha ricostruito la crescita di Osama Bin Laden e dei suoi luogotenenti a fianco della NATO in Bosnia-Erzegovina.

di Vivian Nunez

L'Avana. Si lo so che per molti é difficile capire i cubani, lo so. Questa etichetta che ci hanno appiccicato addosso, che ci vuole gente sempre allegra, felice del rumore e, persino, poco riflessivi, nasconde molto di più di quello che mostra. Può darsi che noi cubani siamo anche questo; però siamo, prima di ogni altra cosa, persone fedeli e riconoscenti. E chissà, proprio forse in questo nostro modo di essere fedeli e riconoscenti, si trova la spiegazione di quello che oggi succede a Cuba, dove l'incertezza sembra appartenere solo alla mente e alle parole di George W. Bush, al quale nei suoi tanti sogni irrealizzabili appare anche l'imminente ritorno di quelli che a Miami, molto tempo fa, tolsero il cartello che diceva: "Fidel, questa é la tua casa". Era il cartello che inondò tutte le case cubane dal 1959.


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