di Manuel Hevia Frasquieri e Andrés Zaldívar Diéguez

Correva l’anno 1967. La controrivoluzione a Cuba era stata sconfitta. La stazione della CIA a Miami JM-Wave cominciò gradualmente a limitare le sue operazioni di guerra sporca contro il territorio cubano, dopo molti anni di crimini e aggressioni. Venivano smontati i radar di comunicazione o le mitragliatrici pesanti e i cannoni senza retrocessione di 57 mm delle navi pirate che venivano vendute o liquidate. Le loro dimore lussuose negli isolotti del Florida, in altra epoca case segrete, sono state affittate. Tutta la logistica di guerra veniva sgominata a poco a poco. Ma le loro azioni paramilitari contro imbarcazioni da pesca o altre attrezzature cubane sarebbero continuate ancora nei prossimi anni. Il terrorismo non era cessato, bensì s’intensificava contro gli interessi cubani all’estero. I loro "bersagli" prediletti sarebbero allora i funzionari diplomatici e commerciali, le ambasciate, i consolati, le rappresentazioni di linee aeree o marittime, sia cubane che di qualsiasi paese che avesse rapporti con Cuba. Era soltanto un cambiamento strategico nella politica di terrore

di Silvia Cattori

Nel suo ultimo libro "Come la Jihad è arrivata in Europa", il giornalista tedesco Jürgen Elsässer rivela la trama jihadista. I combattenti musulmani, reclutati dalla CIA per lottare contro i sovietici in Afghanistan, sono stati successivamente usati in Yugoslavia e in Cecenia, sempre col sostegno della CIA ma sfuggendo forse in parte al suo controllo. Basandosi su fonti diverse (principalmente yugoslave, olandesi e tedesche), il giornalista ha ricostruito la crescita di Osama Bin Laden e dei suoi luogotenenti a fianco della NATO in Bosnia-Erzegovina.

di Vivian Nunez

L'Avana. Si lo so che per molti é difficile capire i cubani, lo so. Questa etichetta che ci hanno appiccicato addosso, che ci vuole gente sempre allegra, felice del rumore e, persino, poco riflessivi, nasconde molto di più di quello che mostra. Può darsi che noi cubani siamo anche questo; però siamo, prima di ogni altra cosa, persone fedeli e riconoscenti. E chissà, proprio forse in questo nostro modo di essere fedeli e riconoscenti, si trova la spiegazione di quello che oggi succede a Cuba, dove l'incertezza sembra appartenere solo alla mente e alle parole di George W. Bush, al quale nei suoi tanti sogni irrealizzabili appare anche l'imminente ritorno di quelli che a Miami, molto tempo fa, tolsero il cartello che diceva: "Fidel, questa é la tua casa". Era il cartello che inondò tutte le case cubane dal 1959.

di Gabriele Garibaldi

Nei meandri dei fondi per il Pentagono, le risorse per lo sviluppo di armi spaziali

Secondo un’analisi congiunta del World Security Institute’s Center for Defense Information (CDI) e del Henry L. Stimson Center, il documento con il quale il Pentagono richiede i fondi per il 2007 –Pentagon’s Fiscal Year 2007 (FY 07)- stanzia circa un miliardo di dollari a programmi che potrebbero sviluppare capacità tecnologiche “a doppio uso” impiegabili nel settore delle armi spaziali.

da Nuovi Mondi Media

Intervista a Mike Davis, di Tom Engelhardt
Uno dei massimi esperti internazionali di teoria urbana, Mike Davis, in questa intervista allo storico e giornalista Tom Engelhardt – autore di The End of Victory Culturex, a history of the collapse of American triumphalism in the Cold War era – solleva la questione dell'immenso e incontrollato, ma ancora poco conosciuto, fenomeno espansionistico che caratterizza le città, soprattutto nel sud del mondo. Si tratta di una questione che continua a coinvolgere sempre più comunità sociali in tutto il mondo e che, alla stessa velocità della sua espansione, sta facendo perdere a milioni di persone il proprio lavoro e altri diritti di base. Oggi forse un miliardo di persone, per lo più giovani abitanti dei quartieri poveri e degradati – i cosiddetti slums –, vive in microcosmi che non conoscono la bencheminima manifestazione di sviluppo economico, in periferie urbane inimmaginabili da chi abbia anche solo una volta sognato il mito della città così come tutti abbiamo imparato a restarne affascinati.


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