Le speranze per un’inversione di rotta sul caso Assange con il passaggio di consegne alla Casa Bianca si sono dissolte questa settimana dopo la conferma ufficiale dell’intenzione dell’amministrazione Biden di continuare sulla strada tracciata da Trump nel processo sull’estradizione dal Regno Unito del fondatore di WikiLeaks. A ribadire che nulla cambierà nell’attitudine vendicativa americana è stato un portavoce del dipartimento di Giustizia a pochi giorni dalla scadenza dei tempi per la presentazione del ricorso contro la sentenza di primo grado che a inizio gennaio aveva negato la richiesta del governo di Washington.

La partita tra Stati Uniti e Iran per rimettere in piedi l’accordo sul nucleare del 2015 (JCPOA) sembra assumere sempre più le sembianze di un vero e proprio gioco delle parti. Ognuno dei due governi cerca di arretrare il meno possibile di fronte all’altro, nel tentativo di ricavare un vantaggio negoziale in previsione del raggiungimento di un obiettivo auspicato in qualche modo da entrambi. Tra proposte, contro-proposte e ultimatum, i tempi per arrivare a una soluzione si stanno comunque restringendo e l’ostacolo principale rimane la posizione americana, con l’amministrazione Biden che, nonostante gli impegni pre-elettorali, continua a evidenziare un approccio non troppo diverso da quello di Donald Trump.

Il Tribunale Penale Internazionale (ICC) ha emesso lo scorso fine settimana un’importante sentenza contro Israele che ha subito costretto il governo di Tel Aviv a mobilitarsi diplomaticamente per limitarne le conseguenze pratiche e, soprattutto, simboliche. La decisione presa a L’Aia ratifica in sostanza la conclusione raggiunta nel dicembre 2019 dalla procuratrice dell’ICC, Fatou Bensouda, secondo la quale era emersa una “ragione plausibile” per aprire un’indagine sui crimini di guerra di Israele, in relazione sia alle proprie operazioni militari sia agli insediamenti nei territori palestinesi.

Quito. In questo momento cruciale della nostra storia, l'Ecuador è diventato il centro dell'attenzione di tutta l'America Latina, poiché le elezioni presidenziali del 7 febbraio costituiscono la possibilità di un ritorno alla democrazia con il trionfo del nostro binomio di speranza: Andrés Arauz - Carlos Rabascall, dopo 4 anni disastrosi del peggior governo della storia, guidato da Lenín Moreno che, obbediente alle disposizioni dell'impero, ha distrutto il paese politicamente, socialmente, istituzionalmente ed economicamente.

La seconda procedura di impeachment contro l’ex presidente americano Trump entrerà nel vivo la prossima settimana con un vero e proprio processo al Senato di Washington. L’evento è di portata storica, non solo perché non è mai accaduto prima che un presidente sia stato incriminato due volte nel corso del suo mandato, ma anche e soprattutto per il contenuto e la gravità delle accuse. Malgrado ciò, il procedimento verrà sbrigato in tempi eccezionalmente rapidi e, visto il sostanziale ricompattamento del Partito Repubblicano attorno all’ex inquilino della Casa Bianca, si risolverà quasi di certo con un nuovo proscioglimento.


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