di Carlo Benedetti

Andrei Nikolaevic Illarionov La notizia che viene da Mosca annuncia tempeste e crisi. Perché il paese è ancora una volta ad una svolta epocale. Comincia un nuovo assalto al Palazzo d'Inverno. Ma questa volta non sono i bolscevichi a tentare la conquista del cielo, perché ad esplodere, con una vera rivolta, sono quei boiardi che al giorno d'oggi - in regime di capitalismo selvaggio - rappresentano la nuova "nobiltà di servizio". E la loro denuncia contro il Cremlino (che hanno contribuito a costruire) è totale, tragica e distruttiva perché mette a nudo lo stesso Presidente Putin, sino a ieri osannato e protetto. Ora i vassalli del principe vuotano il sacco. Ecco cosa dicono: la Russia non è un Paese politicamente libero; non risponde ai parametri del Gruppo dei paesi più industrializzati del mondo; la sua inflazione è alle stelle; non è un Paese economicamente progredito; sta distruggendo a gran velocità gli istituti dello Stato moderno e della società civile; i media sono dominati da un'isteria propagandistica; vengono licenziati giornalisti e direttori dei maggiori organi di stampa; nasce una nuova "guerra fredda"; si stabiliscono rapporti con paesi non in regola quanto a democrazia e libertà; la magistratura è diretta dal centro politico del Paese; il business è sotto il controllo del Cremlino; sono nazionalizzate società private; si confiscano beni privati; burocrati e procuratori decidono su ogni cosa al di fuori delle leggi.

di mazzetta

Qualche anno fa sembrava che il Ciad potesse avere una speranza per un futuro migliore. Il governo aveva concluso con la Banca Mondiale e con la Exxon un accordo per la costruzione di un oleodotto che, attraverso il Camerun, avrebbe portato il petrolio dal Ciad meridionale all'Atlantico, dove sarebbe confluito nel maistream petrolifero che dal Golfo di Guinea porta il petrolio di Nigeria e Guinea Equatoriale alle raffinerie statunitensi.
L'accordo venne presentato come un esempio di attenzione verso le popolazioni interessate al progetto e dichiarato a prova della nota corruzione che di solito investe come le cavallette progetti di questo genere. Una parte dei profitti doveva essere vincolata ad esempio alla spesa sociale, costituendo, almeno nelle intenzioni, un fondo destinato a finanziare l'inesistente cura che il presidente Deby aveva dedicato ai suoi concittadini fin dall'ascesa al potere, nel 1990.

di Bianca Cerri

Una postazione di vigilantes Gli immigrati "clandestini", che hanno dato vita ad un grande movimento capace di esprimere con energia la protesta forse non si aspettavano di vedere migliaia di persone aderire alle loro iniziative. Le manifestazioni di protesta contro la feroce legge HR 4437 e contro il mancato accordo sulla legge bipartisan che avrebbe dovuto parzialmente mitigarne gli effetti, si sono svolte senza incidenti e continueranno. Perché la HR 4437 è una legge inaccettabile, che ha trasformato in crimine non solo gli ingressi clandestini ma anche chi li "agevola" offrendo cibo e riparo agli "illegali", e sarà combattuta. Per il primo maggio sono previste altre manifestazioni e si fermeranno tutte le attività produttive: è previsto uno sciopero generale che coinvolgerà anche le scuole. Hanno già aderito autorità religiose, studenti, attivisti e semplici cittadini, un movimento solido e compatto come non si vedeva dai tempi di Seattle, la cui unica colpa è credere che il rattoppo proposto dai democratici alla HR 4437 basti a risolvere il problema.

di Giovanni Gnazzi

Una volta di più è di scena l'orrore. Un kamikaze palestinese sedicenne si è fatto esplodere nel centro di Tel Aviv uccidendo 10 persone e ferendone quaranta, di cui sette in modo grave. E tra le vittime c'è anche l'attentatore, di cui è stata diffusa una videocassetta: si chiamava Sami Salim Hammed, aveva 16 anni e abitava ad Arqa, nell'area di Jenin in Cisgiordania. E' il più giovane attentatore suicida che si è fatto esplodere, in attacchi contro lo Stato ebraico. Poco dopo la strage, è arrivata una rivendicazione della Jihad islamica, che lo ha comunicato prima attraverso un messaggio telefonico all'agenzia di stampa France Presse, poi con un filmato trasmesso dalla tv Al Arabiya. Ma c'è anche un'altra rivendicazione: quella della Brigate dei martiri Al Aqsa (organizzazione ritenuta vicina a Fatah).
L'attentato è avvenuto in coincidenza con l'insediamento alla Knesset del nuovo governo israeliano guidato da Olmert, che con Kadima ha vinto le elezioni del Marzo scorso.

di Fabrizio Casari

Incompetente. Fanatico guerrafondaio. Incapace a gestire operazioni militari e privo di leadership politica. E' l'identikit di Donald Rumsfeld, il superfalco Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, che però non è stilato da qualche movimento socio-comunista o da qualche intellettuale liberal.
E' la stampa statunitense, New York Times e Washington Post in testa, a definire in termini così poco lusinghieri e così tanto attinenti alla realtà lo Stranamore preferito di Bush.
Ma l'attacco al superfalco non viene dai media; non si tratta cioè di una campagna di stampa ideata a freddo nelle redazioni dei due potenti quotidiani, bensì della pubblicizzazione delle convinzioni che si raccolgono tanto nell'opinione pubblica come al Pentagono.


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