di Bianca Cerri

Il Pentagono ha sempre usato la carta stampata e le frequenze radio per diffondere propaganda mirata al raggiungimento dei suoi obiettivi. Per incitare le popolazioni di Afghanistan e Pakistan a segnalare persone affiliate ad Al Qaeda,o vicine ai talebani, fecero lanciare dagli aerei da guerra migliaia di volantini che promettevano premi in denaro e cure mediche gratuite ai delatori. Molti dei signori della guerra afghani e la loro soldataglia hanno accumulato fortune, intascando dai 5 a 25.000 dollari per ogni vita venduta al nemico, comprese quelle di chi non aveva mai avuto a che fare con il terrorismo. In qualche caso la loro avidità ha avuto conseguenze tragiche. I rituali di tortura praticati nella base di Basgram uccisero nel dicembre del 2002 Mullah Habibullah, 30 anni, consegnato all'esercito USA come fratello di un capo dei talebani di cui Habibullah non sospettava neppure l'esistenza. Gli uomini del colonnello Sassaman uccisero a pugni e calci un settantenne segnalato come fiancheggiatore di Al Qaeda che aveva fatto l'agricoltore per tutta la vita dopo essere penetrati illegalmente nella sua casa.

di Luca Mazzucato

Amir Peretz Le due stragi israeliane a Gaza hanno squarciato il velo di attesa che gravava sul nuovo governo Olmert, mettendo a nudo la totale continuità, in materia di strategie militari e politiche, con il precedente governo Sharon. La flebile speranza in una svolta, suscitata dall'ascesa di Amir Peretz al Ministero della Difesa, è naufragata miseramente negli ultimi giorni, insieme alla vita di due famiglie palestinesi.

di Carlo Benedetti

L'Ucraina di Yuscenko (con i suoi quattrocentomila soldati) non molla e continua la marcia d'avvicinamento alla Nato nonostante l'esistenza di un accordo di cooperazione strategica e militare con la Federazione russa.
L'atto più recente, che anticipa lo "strappo" da Mosca, è di poche settimane fa con il presidente ucraino che ha dato il via ad una commissione che avrà il compito di preparare l'ingresso nell'organizzazione militare dell'Ovest. Si riconferma così il corso strategico della politica di Kiev volta all'integrazione nelle strutture europee con una conseguente e più stretta cooperazione transatlantica. Un corso che coinvolge quasi tutti i paesi del continente, in particolare le nuove realtà del centro ed est Europa. Yuscenko, pertanto, tratta direttamente con gli americani ribadendo l'importanza che avrà la partecipazione del paese nell'emergente sistema di sicurezza paneuropeo dove organizzazioni come l'Osce, la Nato e l'Ueo sono componenti di base. Chiara, di conseguenza, la strategia sociale e politica.

di mazzetta

Le Corti Islamiche hanno ormai il controllo della capitale e di quasi tutto il paese, l'Alleanza Contro il Terrorismo è sconfitta e ormai allo sbando.
No, non state leggendo un bollettino di Bin Ladin, ma un ragionevole sunto degli eventi somali degli ultimi mesi, avvalorato anche dalle cancellerie occidentali e negato solo dal Dipartimento di Stato americano, casualmente impegnato a finanziare l'Alleanza Contro il Terrorismo che, dicendola tutta, era l'alleanza tra due signori della guerra i quali, fidando sull'appoggio USA, hanno pensato bene di rompere l'anarchico equilibrio somalo. Forse l'intervento americano è paradossalmente stato benefico: per la prima volta dal 1991 la Somalia sembra finalmente avviata alla formazione di un vero governo. Le Corti Islamiche, nella persona del loro portavoce Sharif Sheikh Sharif Ahmed, hanno reso noto di non aspirare ad uno stato islamico e di essere pronte ad accordarsi con lo pseudo-governo transitorio (Governo Federale Transitorio), dal quale nel frattempo sono stati cacciati i filo-americani . La sconfitta dei signori della guerra ha galvanizzato l'IGAD (gruppo di paesi confinanti che hanno svolto la funzione di tutoring per la formazione del GFT) e anche le diplomazie internazionali.

di Alessandro Iacuelli

Mentre gli occhi del mondo occidentale si focalizzano sul programma atomico iraniano e sul ventesimo anniversario della sciagura di Chernobyl, un velo di silenzio e di oblio è caduto sul nucleare pakistano e sui danni che ha già causato soprattutto sul fronte interno.
Il programma nucleare pakistano ha le sue radici nel perenne conflitto contro l'India, una guerra dimenticata, antica quanto i due stati. Iniziò ad essere sviluppato nel 1972, in assoluta segretezza.
Nell'area di confine tra i due stati ci sono state in tutto 11 esplosioni nucleari, tutte dovute a test di armi atomiche: cinque test indiani e sei pakistani.
Nella provincia di Pandzhab, a 350 Km da Islamabad, in un luogo dove nel 1988 ci fu una delle esplosioni atomiche di test, ha sede il deposito di stoccaggio delle scorie nucleari pakistane. Non si tratta di un deposito sicuro e se ne vedono le ragioni, generando dubbi sulla sicurezza del programma atomico del Paese.


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