di Giovanni Gnazzi

Diciannove civili morti? Un errore tecnico, niente di più. Così il Primo Ministro israeliano Olmert ha giustificato la strage di Beit Hanun, a nord di Gaza. Un problema di artiglieria, la spiegazione tecnica in base alla quale i palestinesi sono stati trucidati nel sonno. Uccidere i civili innocenti non è la nostra politica” ha dichiarato con notevole faccia tosta l’erede di Sharon. In effetti, a ben vedere, a Israele non risulta l’esistenza di palestinesi innocenti; nelle case o ai posti di blocco, nelle strade o negli ospedali; con bombe lanciate dagli aerei o dai cannoni, con attentati e raid, la fantasia degli Stranamore israeliani non conosce limiti. La politica è chiara: ucciderne quanti più possibile, diffondere terrore e paura, imporre alla comunità internazionale una ritualità di morte che renda ogni strage parte del racconto infinito dell’occupazione israeliana, come il ripetersi stanco di una lotta impari e di un destino ineluttabile, così da far ritenere come inutile ogni possibile intervento.

di Mazzetta



Ancora una volta la Turchia bussa alla porta dell’Europa e non vi trova dietro una posizione unitaria. Molti sono i motivi che hanno spinto le più diverse formazioni politiche europee ad opporsi, con alterne fortune, all’ingresso della Turchia nella UE. Le destre più o meno integrate nel neoconservatorismo occidentale e quelle inclini alla xenofobia, basano il loro rifiuto soprattutto sulle differenze culturali e sull’inconcepibile (per alcuni) associazione di un paese privo delle “comuni radici giudaico-cristiane” alla carovana con la testa a Bruxelles, ma con il cuore e le viscere divisi da mille localismi. Al contrario i sinceri democratici sono più preoccupati per l’assetto istituzionale turco, nel quale i militari godono di status, potere e libertà d’azione inconcepibili nel resto del continente. Poi ci sono gli interessi nazionali.

di Fabrizio Casari

La prima vittima del terremoto politico annunciato che si è rovesciato sull’Amministrazione Bush, è Donald Rumsfeld, il potente quanto contestato Segretario alla Difesa. Non si era mai vista tanta rapidità. Nancy Pelosi, la nuova Speaker del Congresso aveva appena detto, nel corso della sua prima conferenza stampa che “dopo il voto occorre un cambio di direzione da parte del presidente. E un cambio di leadership al Pentagono é qualcosa che non hanno chiesto solo i democratici, che viene anche dalle stesse gerarchie militari”. Il presidente Bush ha obbedito. Una telefonata, solo il tempo di una telefonata e Donald Rumsfeld è diventato l’ex Segretario alla Difesa. Un fulgido esempio di licenziamento-lampo per il teorico della guerra-lampo, unitamente ad una certificazione d’impotenza emessa via telefono da parte dell’uomo più potente della terra verso il suo braccio militare.

di Daniele John Angrisani

Come era ampiamente prevedibile, dati i sondaggi pre elettorali, le elezioni di mid-term si sono trasformate in un vero e proprio tsunami per la politica americana. I democratici hanno conquistato con un deciso margine la maggioranza della Camera dei Rappresentanti e, per la prima volta, una donna, Nancy Pelosi, diventerà Speaker della Camera Bassa, ovvero la terza autorità del Paese. Al Senato invece il risultato finale del voto dipenderà da un possibile riconteggio in Virginia, dove il candidato democratico James Webb conduce al momento per circa 8.000 voti rispetto al senatore repubblicano uscente George Allen. Voci dell'ultima ora vorrebbero Allen pronto a concedere la sconfitta ed evitare lo stillicidio di un ennesimo riconteggio, ma staremo a vedere se sarà davvero così o meno.

di Daniele John Angrisani


Si sono finalmente aperte le urne in tutti gli Stati Uniti d'America, dopo settimane di forti polemiche politiche e di campagna elettorale decisamente accesa nonostante si tratti di una elezione di mid-term solo in apparenza secondaria. E i problemi non si sono fatti attendere. In molti seggi infatti, soprattutto in aree a maggioranza democratica, o abitate prevalentemente dalle minoranze etniche, le macchine usate per il voto elettronico hanno causato problemi e ciò ha portato forti ritardi nelle operazioni di voto che in alcuni casi sono iniziate solo dopo qualche ora e con l'uso di tradizionali schede cartacee al posto delle macchinette supertecnologiche che avrebbero dovuto essere il fiore all'occhiello di questa America che si appresta a rinnovare il Congresso. Ma qual è il problema esattamente? Perchè ad ogni elezione importante negli Stati Uniti d'America ci sono problemi di questo genere?


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