di Fabrizio Casari

Domenica prossima, 125 milioni di elettori brasiliani dovranno decidere se nel loro futuro non c’è posto per il passato. Se cioè Ignacio “Lula” da Silva, più semplicemente Lula, avrà la possibilità di completare il lavoro svolto o se, ricacciando indietro nel tempo speranze e aspettative, la parola dovrà tornare agli antichi predatori. Lula era considerato un intruso, una presenza scomoda. Rappresentava – e rappresenta – un blocco sociale che mai, nella storia dell’immenso paese sudamericano, aveva avuto voce in capitolo, ma ha cambiato la storia politica del Brasile. La sua elezione, nel 2002, per quanto prevista dai sondaggi e auspicata da buona parte del Paese, ha invertito il destino manifesto del Brasile che risultava – e ancora risulta – il paese dove alberga la forbice più drammaticamente grande tra ricchezza insultante e povertà estrema. Il 10 per cento della popolazione dispone del 46,7 per cento della ricchezza nazionale, mentre il 40 per cento della popolazione, la più povera, dispone solo del 7,7 per cento.

di Daniele John Angrisani

Nubi nere arrivano dagli Stati Uniti d'America sul futuro delle Convenzioni di Ginevra e degli accordi internazionali per la protezione dei diritti umani. Dopo alcune settimane di guerriglia politica sulla questione delle torture contro i prigionieri della guerra al terrorismo, alla fine i tre senatori repubblicani "ribelli" - John McCain, Lindsey Graham e John Warner - hanno di fatto capitolato di fronte alle richieste della Casa Bianca e hanno accettato di firmare un accordo che, secondo i suoi molti critici, fornisce di fatto il via libera alla Casa Bianca per continuare nella disastrosa politica delle torture contro i prigionieri di guerra.

di Cinzia Frassi


Kabul, ancora Kabul. Erano le 5.30 ieri ora italiana quando nel distretto di Chahar Asyab, nei pressi di Kabul, una esplosione ha provocato la morte del militare italiano Giorgio Langella, giovanissimo, di Imperia, e causato cinque feriti, di cui due gravi, ma fuori pericolo di vita. Tra i feriti una donna soldato, Pamela Rendina. E' rimasto ucciso anche un bambino afgano. E' atteso per oggi il rientro in Italia della salma del soldato italiano, nella sola giornata di ieri sono rimasti feriti anche tre alpini.
Il portavoce della Difesa ha comunicato che "i soldati viaggiavano in un convoglio a circa 10 chilometri a sud della capitale afghana quando è esploso un ordigno improvvisato, probabilmente azionato da un comando a distanza".
Quanto accaduto fa salire a 7 il bilancio degli italiani uccisi in Afghanistan, tre per attentati e i rimanenti a causa di incidenti. Dall'inizio dell'anno i militari stranieri caduti, per attentati o incidenti, salgono a 140.

di mazzetta

Musharraf e Bush all'assemblea delle Nazioni Unite Il generale Pervez Musharraf approfitta del palcoscenico offerto dall'Assemblea delle Nazioni Unite e, in una intervista a una rete televisiva americana, ha detto, come niente fosse, di essersi alleato con gli USA, all'indomani dell'undici settembre, dopo che il Segretario di Stato americano lo aveva pesantemente minacciato.
Richard Armitage avrebbe fatto pervenire al dittatore pachistano una messaggio nel quale minacciava semplicemente di "bombardare il Pakistan e di riportarlo all'Età della Pietra". Alcuni commentatori ritengono che questa dichiarazione, in teoria esplosiva, sia stata rilasciata con un occhio alla contestazione interna; Musharraf ha infatti detto che in quell'occasione prese le sue decisioni "nell'interesse della nazione", che evidente non aspirava ad essere riportata all'età della pietra. Altri commentatori hanno avanzato invece l'ipotesi che la dichiarazione serva a pubblicizzare la sua autobiografia, prossimamente in uscita nelle librerie americane.

di Bianca Cerri

Gli agenti CIA in forza all'antiterrorismo ormai non ne possono più della tortura: non tanto per la sofferenza che comporta, bensì per le eventuali denunce che possono derivare dall'aver violato le leggi internazionali sui diritti umani. Sottoporre prigionieri ed individui sospetti a maltrattamenti e coercizioni fisiche indegne di un paese civile, può significare dover sborsare miliardi di risarcimento. Da quando è stato approvato il Federal Tort Claim Acts, il Dipartimento di Giustizia USA non è più tenuto a rispondere del comportamento dei singoli agenti. Come dipendenti statali, la legge americana riconosce loro il diritto di usare i metodi che ritengono più opportuni nell'esercizio delle funzioni lavorative, purché questi siano "in sintonia con gli obiettivi del governo"; ma se un petulante di avvocato tira fuori le solite storie delle false confessioni estorte con la tortura, devono risponderne di persona.


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