di Michele Paris

Saranno finalmente sottoposti a processo i cinque agenti di sicurezza della compagnia privata Blackwater Worldwide, accusati di aver deliberatamente massacrato 17 civili iracheni inermi nel settembre dello scorso anno a Baghdad. Per la prima volta dall’invasione dell’Iraq nel marzo del 2003, il Dipartimento di Giustizia americano ha agito in maniera concreta per giudicare in un tribunale federale le responsabilità individuali di mercenari facenti parte di forze di sicurezza private gestite da aziende che incassano miliardi di dollari dal Dipartimento di Stato e della Difesa. Nonostante il procedimento legale rappresenti un passo avanti importante per dissolvere il clima di impunità del quale tali milizie hanno finora goduto, nessun coinvolgimento è previsto però per i vertici della compagnia di Moyock - in North Carolina - né per gli esponenti del governo responsabili della creazione di un ambiente favorevole al proliferare di episodi di questo genere nello sventurato paese mediorientale.

di Mario Braconi

La recessione si sta avventando sulle nostre economie e, nell’obeso e miope mondo occidentale, è inevitabile ragionare di “insicurezza”, specie se i giornali ci bombardano ogni giorno con i miliardi di “capitalizzazione” di borsa distrutti (è molto di moda, il participio passato “bruciati”, più drammatico) o con la notizia dell’ennesima impresa globale (finanziaria o industriale) che, svergognata e tracotante, bussa alla porta di questo o quel governo con il cappello in mano. Ma forse siamo troppo inclini a considerare il nostro ombelico il centro del mondo: a ricordarci che la nostra insicurezza economica a finanziaria, per grave che sia, è un dramma per privilegiati arriva l’ottavo Rapporto FAO sulla “insicurezza alimentare”, ovvero, in termini meno politicamente corretti, “fame”. Hafez Ghanem, Vice Direttore Generale della Agenzia delle Nazioni Unite, snocciola numeri che danno i brividi anche a gente narcotizzata dalla velocità di un sistema impazzito: nel mondo, 963 milioni di persone non ha abbastanza da mangiare; detto in altri termini, circa il 14% della popolazione mondiale rischia di morire perché non ha niente da mettere sotto i denti.

di Eugenio Roscini Vitali

“Un attacco biologico o nucleare potrebbe essere sferrato in qualsiasi angolo del mondo ed in qualsiasi momento”; lo afferma la Commissione sulla prevenzione della proliferazione delle armi di distruzione di massa e sul terrorismo, organo bipartisan del Congresso americano nato sulla base delle raccomandazioni fatte dal gruppo di esperti che indagò sull’attacco dell’11 settembre 2001. Il rapporto, presentato il 2 dicembre scorso al vicepresidente Joe Biden, lancia un allarme preoccupante: ci sono buone possibilità che entro il 2013 potremmo assistere ad un attacco biologico e che i germi letali usati dai terroristi potrebbero uscire illegalmente dai laboratori che maneggiano questo tipo di batteri. Ed è per questo che i 260 esperti che hanno collaborato con la Commissione, presieduta dagli ex senatori Bob Graham e James Talent, raccomandano alle autorità un maggior controllo e maggiore prevenzione. Ma si può veramente parlare di nuovi nemici, scienziati coinvolti nell’integralismo più estremo, tecnici senza scrupoli che hanno da sempre affollato la fantasia dei registi e degli scrittori o invece questa è una nuova strategia studiata per insinuare nuovi dubbi e nuove paure?

di mazzetta

Se qualcuno pensava che il fallimento epocale di Bush nella War on Terror e l'avvento di Obama avrebbero finalmente zittito quegli eroi di carta che da anni ci spingono a far la guerra a questo o a quello, farà bene a ricredersi. L'attacco a Mumbai ha scatenato le stesse opinioni degli stessi opinionisti che vendettero la guerra all'Iraq alle opinioni pubbliche Occidentali. C'è ancora gente che suggerisce di attaccare un paese piuttosto che di bombardarne un altro, cercando di convincerci che sia la cosa giusta da fare, nonostante le robuste dimostrazioni pratiche degli ultimi anni suggeriscano che si tratti invece di un approccio fallimentare e inutile. Sparita come per incanto la minaccia all'Iran, i “media warrior” si sono schierati sul fronte pachistano, scoprendo all'improvviso che il Pakistan ha avuto un ruolo negli attacchi del 9/11, che ha nutrito la proliferazione nucleare e che – orrore - il suo governo non è in grado di combattere i terroristi da solo.

di Luca Mazzucato

NEW YORK. Il 2008 sarà il primo anno di un secolo non più americano ma multipolare. A dirlo non è Putin, ma il Consiglio Nazionale dell'Intelligence USA, che in un recente rapporto sancisce la fine del dominio americano entro pochi anni, a favore di Cina, India e Russia. La crisi finanziaria, arrivata a Wall Street partendo dai mutui sulla casa, sta trascinando con sé tutti gli altri settori dell'economia americana. Il paese è ufficialmente in recessione: non solo non si vede alcuna luce in fondo al tunnel, ma il bus è rotto e il conducente ha perso i soldi per la manutenzione giocando alle tre carte con le banche. Mentre la gente si ammazza per arrivare per prima ai saldi del Ringraziamento (letteralmente: tre morti in un giorno), le statistiche sull'hi tech sono impietose: a causa della stretta sull'immigrazione dopo l'11 Settembre e dell'emergere delle nuove potenze asiatiche, gli Stati Uniti stanno drammaticamente segnando il passo.


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