I risultati non ancora definitivi delle elezioni federali anticipate in Austria di domenica scorsa sono stati giudicati universalmente come il segnale del drastico spostamento a destra del baricentro politico nel paese alpino. Anche qui come in altri paesi europei nei mesi scorsi, un partito xenofobo di estrema destra – il Partito della Libertà (FPÖ) – ha fatto segnare una netta impennata nei consensi, tanto da assicurarsi molto probabilmente l’ingresso nel nuovo governo di Vienna.

La crisi in atto in Spagna sulla possibile indipendenza della Catalogna non ha fatto intravedere alcuna soluzione pacifica nemmeno dopo gli interventi pubblici, avvenuti tra martedì e mercoledì, del leader del governo regionale, Carles Puigdemont, e di quello centrale, Mariano Rajoy.

Il deterioramento già in fase avanzata dei rapporti tra gli alleati USA e Turchia ha visto una nuova accelerazione nei giorni scorsi dopo una serie di provvedimenti reciproci collegati ancora una volta alle presunte responsabilità del fallito golpe del luglio 2016 ai danni del presidente Erdogan.

A poco meno di due settimane dal voto anticipato, la competizione politica in Giappone sembra essere relativamente più accesa rispetto a quanto previsto solo poche settimane fa e, forse, alle stesse aspettative del primo ministro conservatore, Shinzo Abe. Lo scioglimento della camera bassa del parlamento di Tokyo (Dieta) era stato deciso da quest’ultimo per rafforzare la propria posizione approfittando dello stato di crisi cronico dell’opposizione. L’iniziativa ha invece prodotto una serie di scosse politiche che potrebbero tradursi, se non in una sconfitta, almeno in un certo indebolimento del governo del Partito Liberal Democratico (LDP).

Confusione, contrasti e disaccordi sempre più accentuati sembrano essere ormai la cifra della politica estera di un’amministrazione Trump precipitata in una gravissima crisi già a pochi mesi dall’insediamento. Il caso che sembra regnare alla Casa Bianca è apparso evidente ancora una volta nei giorni scorsi, segnati dall’esplosione pubblica dei conflitti tra il presidente e i membri del suo gabinetto attorno ad alcune delle questioni strategiche più calde e relative principalmente all’Iran e alla Corea del Nord.


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