Le royalties si rivolgono al grande e piccolo investitore, costituiscono un nuovo asset di finanza alternativa e una vera rivoluzione per il mercato discografico; se a trarre profitto sono stati manager, produttori, etichette - cioè, esclusivamente il mondo orbitante allo show business - oggi chiunque può comprare diritti e obbligazioni legate alle royalties di una canzone, dei singoli artisti o gruppi.

Facciamo un passo indietro: la crisi internazionale legata alla pandemia cambia lo scenario per ogni forma di showbiz legato alla musica. Le vendite sono in calo, l'industria dei concerti è in fase di stallo, i ricavi in streaming non compensano le perdite. Neil Young e Bob Dylan sono i primi a mettere in vendita parte della loro leggendaria produzione. Subito dopo, anche David Crosby, Blondie, Barry Manilow faranno lo stesso. Nel 2020, in piena recessione causa Covid, Neil Young mette all'asta 1180 brani, ricavando fra copyrights e royalties, un introito di 50 milioni di dollari o secondo alcune fonti, addirittura di 100.

La sala della libreria Feltrinelli si riempie nel volgere di pochi minuti. Tutto si svolge nella rigorosa osservanza della normativa anti-covid ma anche nel rassegnato rispetto della tendenza del momento, ossia la volontaria e volenterosa autoesclusione dei giovani da eventi particolarmente impegnativi. I meno anziani dei partecipanti hanno da poco raggiunto o superato i cinquant’anni d’età e tutti, chi da alunno delle Elementari e chi da studente degli Istituti superiori, hanno fatto in tempo a vivere gli anni della lotta sociale nelle sue molteplici versioni: extraparlamentare, armata e sindacale; dalle conquiste dell’autunno caldo alla soppressione dell’indicizzazione dei salari al costo della vita.

Al conflitto e all’esclusione sociale nel nostro tempo è dedicato l’incontro, che trae spunto dal libro di Victor Matteucci: “Gli estranei. Underclass e identità borderline” (Prefazioni di Mauro Laeng e Rita El-Khayat, con un contributo di Alberto Franceschini, Nuova Ipsa editore).

“Nei primi due anni di pandemia i 10 uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato i loro patrimoni, passati da 700 a 1.500 miliardi di dollari, al ritmo di 15.000 dollari al secondo, 1,3 miliardi di dollari al giorno. Nello stesso periodo 163 milioni di persone sono cadute in povertà a causa della pandemia.” Questo non è un estratto da un documento di un sindacato di base, ma l’incipit di un articolo del Sole 24 Ore.

A rinforzare la dose e la tesi, è sopraggiunta la lettera di 102 ultramiliardari, autonominatosi “Milionari patriottici”, nella quale esortano i governi di tutto il mondo a fargli pagare le tasse. Più tasse. No, non è uno scherzo né tanto meno l’effetto di qualche sostanza psicotropa; campeggia nelle prime pagine dei maggiori quotidiani e nelle aperture dei tg. In occasione del World Economic Forum, in corso a Davos in Svizzera, dove ha sede l’organizzazione, questo manipolo di super-ricchi ha reso pubblica una lettera nella quale mette nero su bianco una esortazione sorprendente; tassateci di più, tassateci ora.

Nell’immaginario collettivo dell’idiozia, che qui va alla grande, c’è un termine che tra i tanti ha preso il sopravvento: dittatura. Malauguratamente legato al periodo di emergenza pandemica, combina l’espressione emblematica di questo tempo, “dittatura sanitaria”, che ormai tutti conosciamo. Limitandoci al solo esempio italico, la maggioranza del composito e inquietante mondo no vax guarda con simpatia alla destra estrema. Quella che in nome del diritto a non vaccinarsi ha assaltato la sede della CGIL il 9 ottobre. Quella patriottica della Meloni e che invece è da intendersi sovranista-nazionalista-orbanista. Quella, infine, che troppo bonariamente viene riconosciuta come nostalgica. Ma nostalgica di cosa?

Nuova edizione per la rassegna gratuita di film in lingua francese sottotitolati in italiano, organizzata in collaborazione con l'Institut Français Italia, che quest'anno si aprirà con una giornata di lavori Italia - Francia - Europa, dedicata al cinema come mestiere.

Un viaggio nel mondo che cambia e dentro alcune questioni cruciali del presente e del passato recente: lo promette GemellArteOff, rassegna gratuita di film in lingua francese sottotitolati in italiano grazie all'archivio messo a disposizione dall'Institut francais - If Cinema, in calendario fra l'11 novembre e il 2 dicembre in quel di Terni, giunta alla sua terza edizione.

"Costola" di GemellArte, Festival internazionale di arte contemporanea che rilancia i gemellaggi esistenti fra le città attraverso l'arte, organizzato dalla casa editrice Gn Media con il patrocinio dell'Ambasciata francese in Italia e dell'Institut français Italia, la rassegna GemellArteOff è curata anche quest'anno dalla giornalista Sara Michelucci e da

Fabrizio Borelli, regista, fotografo e presidente di X-Frame Aps, che presenteranno e commenteranno i film in calendario, e prevede due importanti novità.

La prima è nell'apertura della rassegna con una giornata di lavori dal titolo: "Cinema e visioni contemporanee - Cinema come mestiere" che il 4 novembre, dalle 11 alle 18, vedrà confrontarsi tanti relatori italiani e francesi sul futuro delle professionalità del cinema e dell’audiovisivo alla Bct -Biblioteca comunale di Terni, fra cui si annoverano rappresentanti dell'Ambasciata di Francia in Italia, dell'Umbria Film Commission (recentemente tornata in attività), della Confederazione di Unione delle professioni intellettuali (Ciu) e della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media Impresa (Cna).

Si vuole sottolineare che il cinema non è solo intrattenimento, ma, appunto, un importante settore lavorativo, una fucina di professionalità da valorizzare. La sessione pomeridiana dell’incontro si aprirà con la prima delle proiezioni di GemellArteOff: il film documentario Isole, di Karine De Villers e Mario Brenta, che racconta la contemporaneità, il mondo durante il Covid, unendo gli sguardi di oltre settanta “coautori” provenienti dai cinque Continenti. Il film sarà occasione per un scambio di idee sul rapporto tra modello produttivo e costruzione dell’opera cinematografica, a partire dal confronto con il regista.

Mentre la rassegna vera e propria prenderà il via l'11 novembre e, come è ormai consuetudine, si terrà ogni giovedì nella Sala dell'Orologio del Caos - Centro arti opificio Siri, alle ore 18, e terminerà il 2 dicembre (con appuntamenti anche il 18 e il 25 novembre).

Ne saranno protagoniste quattro pellicole presentate in alcuni dei maggiori festival del mondo, e che recano la firma di registi prestigiosi come "Adults in the Room", diretto

dal greco naturalizzato francese Costa-Gavras e mai distribuito in Italia.

Il film racconta la drammatica crisi, politica e sociale, che scaturì dai sacrifici enormi imposti dall’Unione europea al popolo greco a fronte della profonda crisi del debito pubblico. A distanza di oltre dieci anni e in un contesto ormai mutato, il film spinge ad una profonda riflessione sul rapporto tra cittadini e istituzioni. La rassegna quindi prosegue indagando temi forse meno noti ma non per questo meno interessanti come "Systeme K", documentario diretto da Renaud Barret che svela la precarietà della condizione artistica e della vita in generale a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, e ha conquistato la menzione speciale "Film per la pace" al Festival del cinema di Berlino del 2019.

Con "Sympathie pour le diable", con la regia di Guillaume De Fontenay, si torna nell'ex Jugoslavia del 1992 e all'assedio di Sarajevo, visto dagli occhi di un reporter di guerra,

mentre "Les eblouis" di Sarah Suco racconta la vita di una comunità cattolica integralista attraverso lo sguardo di una dodicenne, protagonista di una difficile battaglia per affermare la sua libertà e salvare i suoi fratelli e sorelle.

La seconda novità è invece nel risvolto ancora più internazionale conosciuto da GemellArte Off, che a partire da quest'anno conoscerà uno sviluppo anche sul fronte francese, con la manifestazione che in parallelo offrirà un evento dedicato al cinema italiano e alle produzioni italo-francesi a Saint-Ouen sur Seine - città legata a Terni da un gemellaggio che proprio nel 2021 compie 60 anni – alla presenza di registri, autori, produttori ed attori che ne condivideranno i contenuti in momenti di dibattito pubblici. L'iniziativa è realizzata da Gn Media in collaborazione con il Comune di Terni, X-Frame Aps, Macchine Celibi, con il patrocinio di Ambasciata di Francia in Italia, Institut français

Italia, Confederazione di Unione delle professioni intellettuali, La Francia in scena, Bct -Biblioteca comunale Terni, Siae.


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