di redazione

In una domenica priva di big match, vincono tutte le big tranne il Milan. Il risultato più impressionante è però ancora una volta quello della Roma, che su un campo difficile come il Friuli mette a segno la nona vittoria consecutiva (1-0). L'ultimo successo della serie è forse il meno brillante di quelli a cui ci ha abituato la squadra di Garcia, monsieur Punteggio Pieno, ma anche il più significativo. Senza Totti e Gervihno - le due star d'inizio stagione si sono infortunate contro il Napoli - e in 10 contro 11 per l'espulsione di Maicon, i capitolini riescono a spuntarla con una grande prova di grinta e carattere.

E con un inedito Bradley che, entrato nella ripresa, s'inventa un piatto chirurgico da fuori area. Quasi incredibile l'ennesimo "clean sheet" di Morgan De Santis: in 810 minuti la sua porta è stata bucata soltanto una volta. I gol segnati dalla Roma sono invece 23, per una media di 2,5 a partita.

Tengono il passo della capolista la Juve e il Napoli, seconde a quota 22 (-5 dalla vetta). I bianconeri superano 2-0 il modesto Genoa, dando l'impressione di aver già digerito la sconfitta infrasettimanale al Bernabeu e il disastro di domenica scorsa a Firenze. I marcatori coincidono con i due veri leader carismatici della squadra: Vidal e Tevez. Il primo trasforma il solito rigore inesistente (sgambetto dubbio, ma comunque fuori area), il secondo si esibisce nel solito pezzo di bravura facendo la serpentina fra i birilli rossoblù.

Anche il Napoli va di rigore. Due addirittura, entrambi trasformati da Higuaìn, vero uomo-squadra degli azzurri, che sembrano perdere la bussola soltanto quando lì davanti vedono Pandev al posto del Pipita. Il Torino esce dal San Paolo sconfitto per 2-0 e resta a 10 punti. Altra bella sorpresa per i partenopei è la continuità di Mertens: l'attaccante belga conferma quanto di buono fatto vedere fin qui e indirizza la partita procurandosi il primo rigore. Sul secondo, invece, si scatena la polemica: secondo i granata il braccio di Glik è attaccato al corpo, ma per l'arbitro è fallo di mano.

Subito dietro il terzetto di testa, a 18 punti, figurano Inter e Fiorentina. I nerazzurri superano sul campo e in classifica un Verona (16 punti) deludente rispetto alla partenza da sogno di questi primi due mesi. In ogni caso, è questa la partita più emozionante della nona giornata: 4-2 il risultato finale. I gol interisti non sono di fattura memorabile, ma il gioco sulle fasce ha l'efficacia di sempre (Nagatomo ha imparato anche il tiro a giro, Jonathan fa degli slalom alla Christian Ghedina). Non pervenuta invece la difesa scaligera, che rimane di gesso su quasi tutti i calci piazzati. I gol al passivo sarebbero cinque, ma l'arbitro annulla una rete di Palacio per un fuorigioco che non c'è.

Bene anche la Fiorentina, che dà seguito alla vittoria leggendaria contro la Juve superando il Chievo 2-1 fuori casa. In verità, all'inizio non si mette bene per i Viola, che vanno sotto con un colpo di testa di Cesar e rischiano anche di subire il raddoppio. Poi però ci pensa Cuadrado a rimettere in ordine i conti. Prima dell'intervallo il colombiano si produce in un'azione personale che si conclude con la palla all'angolino. Nella ripresa è ancora lui a raddoppiare, dopo un scambio ravvicinato con Rossi, per una volta in ombra. I Viola arriveranno quindi con l'umore alto alla sfida contro il Napoli, mentre è ancora notte fonda per il Chievo, ultimo in classifica con soli 4 punti.

In casa Milan, invece, la luce si è spenta all'improvviso. Basti pensare che, più di Neymar, poté Parolo. Dopo aver strappato un pareggio martedì ai fenomeni (non più extraterrestri, ma comunque fenomeni) del Barcellona, i rossoneri incassano una sconfitta sorprendente.

A Parma finisce 3-2. E dire che la storia sembrava indirizzata verso l'ennesima rimonta di cuore targata Allegri: ai gol nel primo tempo di Parolo e Cassano rispondono nella ripresa Matri (habemus il primo gol in rossonero) e  Silvestre.  Poi, nel momento di massima pressione milanista, al 94esimo ancora Parolo infila in porta una punizione tirata quasi dagli spogliatoi. Per informazioni chiedere a Birsa e Matri, che pensano bene di aprirsi in barriera come un'ostrica.

Nel posticipo, la Lazio prende una boccata d'ossigeno battendo 2-0 in casa il Cagliari. Ai biancocelesti la vittoria mancava da un mese e il pareggio di giovedì a Cipro aveva innescato le prime contestazioni. A rasserenare il clima ci pensa Klose, vero deus ex machina in quel di Formello. Dopo il solito primo tempo svogliato dei capitolini, il tedesco entra nella ripresa, segna, si procura un rigore e soprattutto dimostra quanto un solo fuoriclasse in campo possa cambiare l'attitudine degli altri 21 giocatori (avversari compresi).

Chiudono il quadro della giornata Sampdoria-Atalanta, Catania-Sassuolo e Bologna-Livorno. I blucerchiati battono 1-0 i bergamaschi e si sfilano così dalla zona retrocessione, arrivando a 9 punti. Quanto al Sassuolo, torna dalla Sicilia con in tasca un altro punto, che lo mantiene pienamente in corsa per la lotta alla salvezza.

Ma anche con la consapevolezza di aver buttato all'aria una vittoria che sarebbe stata fondamentale: bastava che Zazza, dopo aver scartato il portiere, centrasse la porta. Appaiate a quota 6 punti insieme al Sassuolo ci sono proprio il Catania e il Bologna, che ieri è finalmente tornato alla vittoria in campionato dopo un'era geologica di astinenza: ben 168 giorni. L'Edmond Dantès dei rossoblù è un oscuro terzino col nome da attaccante: Crespo. 



di redazione

Dopo il suicidio assistito della Juve sul campo della Fiorentina, la Roma si ritrova in testa con ben cinque punti vantaggio sulle seconde. I giallorossi scavano il solco battendo il Napoli e ringraziando di cuore la Vecchia Signora, che al Franchi riesce nell'impresa di farsi rimontare due gol nel giro di pochi minuti.

Nel primo tempo i bianconeri vanno meritatamente in vantaggio con un rigore (dubbio) trasformato da Tevez e con una zampata di Pogba su errore della difesa viola. Nella ripresa Marchisio ha sul destro la palla del ko, ma la spreca, confermando di non essere ancora uscito dalla sua personale fase di abulia. Di lì in poi, è black-out nella difesa Juventina. Nel giro di pochi minuti Rossi pareggia con una doppietta: prima un rigore, poi un tiro dalla distanza su cui Buffon fa una pessima figura. Chiudono i giochi Joaquin e ancora Rossi, che arriva così a quota sette in Campionato. Il 4-2 finale porta i Viola a quota 15, mentre la Juve resta ferma a 19 punti.

Ancora appaiato ai bianconeri il Napoli, liquidato sabato sera per 2-0 dalla Roma, che marcia ancora a punteggio pieno (unica squadra in Europa). Gli azzurri hanno il demerito di non trasformare due palle gol cristalline nel primo tempo, prima con Pandev (solo davanti a De Sanctis), poi con Insigne (che resta però il migliore dei suoi). Con tutta la stima per l'impegno del macedone, la mancanza di Higuaìn in attacco pesa come un macigno sull'efficacia del gioco di Benitez.

In casa Roma si festeggia invece la definitiva rinascita di Pjanic, autore di una doppietta su calcio piazzato: prima una punizione disegnata con il goniometro, poi un rigore trasformato in sicurezza (e accalappiato da Borriello con furbizia). Due note dolenti: Totti e Gervinho sostituiti per infortuni muscolari. Episodi che ripropongono la domanda fondamentale di questo inizio di stagione: quanto a lungo gli uomini di Garcia potranno continuare a questo ritmo? Per ora segnali di cedimento non se ne vedono, e l'assenza dall'Europa è senz'altro un vantaggio clamoroso per chi punta allo Scudetto.

Dietro al terzetto di testa continua a viaggiare forte il Verona, che arriva a 16 punti superando 3-2 il Parma. Come al solito le partite della squadra veneta regalano spettacolo: apre le danze Cacciatore, difensore goleador del  Campionato, poi Parolo e Cassano ribaltano il risultato, ma due rigori di Jorginho nella ripresa regalano la vittoria e un piazzamento europeo agli scaligeri.

Subito sotto, a quota 15, l'Inter, che non va oltre il pareggio contro il Torino, al termine di una partita incredibile. Sullo 0-0 viene espulso Handanovic per un fallo in area su Cerci ed entra Carrizo, come sempre croce e delizia dei suoi tifosi. A pochi secondi dall'ingresso in campo il portiere argentino para un rigore. I granata vanno comunque due volte in vantaggio, prima con Farnerud e poi con Immobile, ma due volte vengono raggiunti, prima da una rovesciata di Guarin, poi da Palacio. L'argentino trova anche il 3-2 su assist di Belfodil, ma al 90esimo Bellomo insacca il 3-3 con quello che presumibilmente voleva essere un cross. Per fortuna del Torino, Carrizo il para-rigori non ha idea di come prendere posizione sui calci piazzati. Negato un rigore solare all’Inter (forse due), che si aggiunge ad errori gossolani di arbitro e guardialinee che causano la protesta di Mazzarri, che non si reca in sala stampa.

A metà classifica l'Atalanta scavalca la Lazio di un punto (12 a 11), superandola per 2-1 sul campo. I bergamaschi mettono in gioco tanta cattiveria e un Cigarini in grande spolvero: piedi buoni, regista a tutto campo, suo il gol dell'1-0 (botta da fuori su cui Marchetti ha qualche responsabilità) e l'assist per il gol vittoria di Denis. Ai romani non basta il primo gol del giovanissimo Perea. La squadra è svogliata, manca di grinta e non riesce a risolvere i soliti problemi: la difesa balla, il centrocampo è in bambola - complice il periodo poco ispirato di Hernanez - e l'attacco non segna.

I biancocelesti vengono così raggiunti a quota 11 dal Milan, che supera in casa 1-0 l'Udinese con un eurogol di Birsa (sinistro a giro sotto l'incrocio) e festeggia così il ritorno a San Siro di quel che resta di Kakà.

Un punto sotto troviamo proprio i friulani affiancati dal Cagliari, che si guadagna i tre punti battendo in trasferta il Catania. Dopo il vantaggio di Bergessio, i siciliani ribaltano il risultato prima con Ibarbo - che in seguito macchia una prestazione come sempre straripante sbagliando sia un rigore sia la successiva, facile ribattuta -, poi con Pinilla, che nel finale fissa il risultato sul 2-1.

In coda alla classifica rialzano la testa la Sampdoria (a sei punti dopo il 2-1 al Livorno) e soprattutto il Sassuolo, che battendo 2-1 il Bologna arriva a quota sei, incamerando in un colpo solo più di tutti i punti fatti nelle prime sette partite. Sotto agli 11 di patròn Squinzi, che fin qui sembravano gli underdog del Campionato, si piazzano ben due squadre: il Chievo, battuto 2-1 dal Geneoa (doppietta di Gilardino) e proprio il Bologna, fermo a 3 punti. Pare che per il 25 dicembre i tifosi emiliani abbiano chiesto a Babbo Natale la prima vittoria in Campionato.

di redazione

La Roma corre e viene giustamente esaltata, ma gli altri due commensali al tavolo dello scudetto sono solo a due punti. Stavolta senza regali, la Juve porta a casa la vittoria battendo il Milan in una partita ricca di emozioni e chiusa sul 3-2. Poco più di dieci anni fa le stesse due squadre si davano battaglia in finale di Champions League: tempi ormai lontani, purtroppo.

E' soprattutto il Milan a rappresentare lo specchio di quanto il calcio italiano si sia impoverito nelle ultime stagioni: la difesa balla, il centrocampo picchia, l'attacco (senza Balotelli) non segna. Tanti buoni giocatori, nessun vero campione. Almeno non ieri sera, visto che a segnare i due gol rossoneri ci ha dovuto pensare Muntari, non senza una certa dose di fortuna.

Gli uomini di Allegri non peccano in generosità e nel finale sfiorano addirittura il pareggio, ma la superiorità della Juve è innegabile. La Vecchia Signora rimane comunque lontana dagli standard delle ultime due stagioni, come se qualcosa nella trasmissione della grinta da Conte allo spogliatoio si fosse interrotto. A differenza del Milan, però, i bianconeri possono contare sull'estro dei singoli: anche a mezzo servizio, il vecchio Pirlo fa sempre la differenza. E' lui a segnare il pareggio su punizione, e da un altro suo calcio piazzato nasce il terzo gol firmato da Chiellini (in mezzo, la zampata di Giovinco). Chissà come sarebbe cambiata la storia recente del calcio italiano se da Milanello non gli avessero mai fatto prendere quell'aereo per Torino.

Sia come sia, la Juve continua a ringraziare per quella decisione e con la vittoria di ieri evita di perdere altri punti sulla Roma. Che nel frattempo prosegue il suo cammino da schiacciasassi. Sabato i giallorossi hanno sbancato anche San Siro e, con 21 punti in sette partite, guidano ancora la classifica a punteggio pieno. Il 3-0 è però bugiardo: sul campo le due squadre si equivalgono per lunghi tratti della partita, ma gli 11 di Garcia hanno il merito di trasformare le due occasioni create nel primo tempo, beneficiando anche di un rigore concesso per un fallo fuori area. I nerazzurri corrono e creano ma non insaccano, un po' per sfortuna (clamoroso il palo di Guarin sullo 0-1), un po' per imprecisione. Certo, se si deve concedere un tiro da fuori, è meglio che il destinatario del regalo non sia Totti. Il terzo gol della Roma - firmato da Florenzi - sfrutta poi un'altra disattenzione difensiva dell'Inter, ma è allo stesso tempo un capolavoro di contropiede.

Tiene la stessa andatura dei capitolini il Napoli, che a parte il passo falso contro il Sassuolo continua a macinare vittorie. L'ultima vittima è il Livorno, travolto in casa 4-0. Da segnalare fra gli azzurri l'ottima prestazione di Pandev, che ce la mette tutta per non far rimpiangere Higuaìn e - almeno per il momento -  ci riesce. Il macedone sblocca subito la partita concludendo un contropiede da manuale, poi impreziosisce la performance con un assist al bacio per il 3-0 di Callejon. In mezzo, la solita botta di Inler (che stavolta passa grazie a una papera del portiere). Chiude i giochi l'immancabile Hamsik, come sempre al posto giusto nel momento giusto: con un tap-in da vero attaccante, il centrocampista slovacco mette a segno il suo quinto gol.

Subito dietro il gruppetto delle grandi brilla la stella del Verona, che a questo punto del Campionato vanta già 13 punti. Domenica i veneti polverizzano fuori casa il Bologna, penultimo a quota 3. I gialloblù passano 4-1 grazie all'inconsistenza della difesa emiliana, simile ai musei di Madame Tussauds, ma anche a un reparto offensivo quanto mai efficace. Spicca su tutti Iturbe, autore di un gol meraviglioso su azione personale e di un assist da professore di geometria per Toni. Le altre reti sono di Cacciatore e di Jorginho, al terzo gol consecutivo.

Subito sotto il Verona, rispettivamente a 12 e 11 punti, si piazzano Fiorentina e Lazio, che ieri all'Olimpico non sono andate oltre lo 0-0. Forse il risultato più prevedibile per due squadre costrette a giocare senza prime punte di ruolo, visti gli infortuni di Klose e Gomez. I biancocelesti ci provano di più e sfiorano il vantaggio in diverse occasioni, ma non riescono a concretizzare: Hernanez non è in palla, mentre il giovane Perea al momento di tirare si fa prendere dall'emozione. Quanto ai Viola, si difendono con ordine in una partita spezzata da molti falli. Ma quasi mai riescono a portare il pallone dalle parti di Marchetti.

Fra le altre partite, la più ricca di gol è Sampdoria-Torino, conclusa 2-2. A parte le reti (nessuna indimenticabile), l'incontro si rivela degno di nota per un episodio avvenuto sul finale del primo tempo: punizione per la Samp, il portiere para, Pozzi ribadisce in rete, l'arbitro annulla. Fuorigioco? No. Fallo in attacco? Nemmeno. Il tempo era scaduto e, a quanto pare, bisogna fischiare quando finisce l'azione. Ovvero con la parata del portiere. Se questa è davvero la regola, consigliamo a chi l'ha scritta una vacanza di riposo assoluto in qualche centro termale.

Tornando a metà classifica, l'Udinese si risolleva con un 2-0 convincente ai danni del Cagliari. Le reti sono di Danilo e dell'immortale Di Natale, che arriva a quota 179 in Serie A (divorandosi anche la 180esima segnatura nel finale). L'ultimo match domenicale è quello fra Catania e Genoa, finito1-1: alla rete di Barrientos segue uno sfortunato autogol di Legrottaglie. Quanto agli altri anticipi, il Sassuolo regredisce, facendosi battere 3-1 da un Parma in dieci uomini per tutto il secondo tempo, ma con un Cassano in buona forma, autore di due assist e un gol. Anche il Chievo incassa l'ennesima sconfitta stagionale, stavolta per mano dell'Atalanta, che passa in Veneto con una bella mezza rovesciata di Maxi Moralez.  

di redazione

La Roma si divora il Bologna e resta salda al primo posto in classifica. Tutto facile per gli uomini di Garcia che sembra davvero aver completamente rigenerato un ambiente che, dopo le ultime pessime annate sembrava n ulteriore difficoltà dopo il mercato estivo, avendo ceduto alcuni dei suoi pezzi pregiati. E invece i giallorossi giocano che è un piacere, vincono che é un divertimento.

Tengono il passo della capolista soltanto Napoli e Juventus. I partenopei superano 2-0 il Genoa a Marassi con una bella doppietta di Pandev, che torna al gol e si candida come dignitosa alternativa ad Higuaìn, soprattutto quando ci sono da giocare tre partite in una settimana. Per i rossoblù è invece arriva l'ennesima prestazione scialba, che probabilmente segnerà l'addio di Liverani alla panchina.

Amaro in bocca anche per l'Inter, che non va oltre l'1-1 contro il Cagliari. I nerazzurri non giocano male, ma hanno il demerito di non trasformare nemmeno una delle tante occasioni create nel primo tempo. Nella ripresa bisogna aspettare fino al 30esimo minuto per vedere la palla in rete. L'Inter passa con un'azione tipica delle squadre di Mazzarri: imbucata, gran corsa dell'esterno che la mette al centro, tap-in sotto porta. L'assist è di Nagatomo, il gol di Icardi. Manca poco alla fine, ma il Cagliari non si disunisce e riesce a pareggiare grazie a una botta di Nainggolan che trova una fortunata deviazione. L'Inter ha almeno altre due occasioni per passare negli ultimi minuti, ma non è giornata.

Ben diverso l'umore in casa del Verona, che si conferma squadra rivelazione di questo inizio di campionato. Gli scaligeri vincono 2-1 contro il Livorno grazie alle grandi parate del portiere Rafael e soprattutto al talento di Hiturbe, per distacco il migliore in campo. E' sua la punizione telecomandata dell'1-0. Il Livorno reagisce e pareggia con Rinaudo, poi però il buon vecchio Luca Toni ne combina una delle sue: su un normale contrasto, si accartoccia in area come se gli avessero sparato dalla tribuna. L'arbitro dà rigore, Jorginho trasforma. I veneti si tolgono così la soddisfazione di agganciare in classifica la Fiorentina (che però ha una partita in meno) e la Lazio.   

Sul fronte juventino, gli uomini di Conte bissano il successo con svista ottenuto nel turno infrasettimanale. Stavolta non serve che l'arbitro annulli un gol regolarissimo degli avversari (com'era successo mercoledì al povero Chievo), è sufficiente che convalidi una rete irregolare ai campioni d'Italia. Pogba segna di testa, ma prima di lui avevano incocciato due suoi compagni. E Tevez era in fuorigioco.

Non che fosse facilissimo da notare nel flipper dell'area piccola, ma per il Torino non sarà semplice accettare di aver perso il derby in questo modo. Per il resto, i granata fanno bella figura in difesa, ma come al solito creano poco o nulla in attacco. All'attivo solo una punizione pericolosa di Cerci. Certo che però in sei giornate due regali alla Juventus che valgono quattro punti in classifica (è seconda ma sarebbe quarta senza le sviste arbitrali) non é proprio un buon segnale per nessuno.

I biancazzurri si lasciano sfuggire una chance incredibile sul campo del Sassuolo. In vantaggio per 2-0 a inizio ripresa (reti di Dias e Candreva), gli uomini di Petkovic si fanno assediare per mezz'ora dagli avversari, che rimontano grazie a un colpo di testa vincente di Schelotto e a una punizione terra-aria di Floro Flores (con qualche complicità di Marchetti). I neroverdi sembrano un'altra squadra rispetto a quella che una settimana fa ha preso sette schiaffi dall'Inter, e dopo l'exploit infrasettimanale al San Paolo mettono in cascina il secondo punto della stagione. 

In fase di ripresa anche il Catania, che finalmente si scuote e dà seguito alla prestazione convincente (ma inutile) offerta mercoledì proprio contro la Lazio. I siciliani superano il Chievo 2-0, vincendo la prima partita della stagione e agganciando in classifica a quattro punti proprio i gialloblù (oltre al Genoa).

Chiude il quadro delle partite domenicali il 2-0 dell'Atalanta contro l'Udinese. I bergamaschi passano ancora una volta grazie al redivivo Denis, autore di una doppietta. I friulani rimangono inchiodati a quota sette, perdendo l'occasione di raggiungere in classifica Fiorentina, Lazio e Verona. Da segnalare un episodio bizzarro: Di Natale sta quasi per battere un calcio di rigore, quando il guardalinee - dopo un prolungato esame di coscienza - segnala all'arbitro che l'azione del fallo era viziata da fuorigioco. Errare è umano, correggere è raro.

di redazione

L'Inter batte la Fiorentina e si mette alla caccia dei lupi in testa alla classifica. Quella di ieri è stata una partita buona per far crollare qualsiasi certezza nerazzurra dell'anno scorso: Jonathan che si trasforma definitivamente da bruco in farfalla, Guarin che esce dal campo in polemica con pubblico. Una puntata di "Ai confini della realtà" andata in scena sul prato di San Siro.

E dire che all'inizio sono i Viola ad andare in vantaggio con il solito Rossi (stavolta su rigore). Poi la sforbiciata da album delle figurine Panini di Cambiasso in mischia e il gol dell'ex terzino afflitto da labirintite capovolgono il risultato. Il tutto in una cornice tattica che rispetto alla versione di Stramaccioni sembra aver subito l'incantesimo della fata turchina. Una fata che parla toscano e si chiama Walter. 

L'Inter raggiunge così quota 13 punti e si accoda a Napoli e Juventus, la coppia da ieri sera sulle tracce della Roma. Nel turno infrasettimanale i giallorossi colgono la quinta vittoria in cinque partite, ottenendo il primato solitario in classifica con 15  punti. Gli undici di Garcia battono la Sampdoria fuori casa con i gol di Benatia e Gervinho, confermando le qualità messe in mostra fino ad ora: difesa granitica (un solo gol subito) e capacità di andare in gol con quasi tutti i giocatori (nove marcatori su 12 reti). Il copione è sempre il solito: primo tempo di studio, ripresa all'arrembaggio. 

Non tiene il passo dei capitolini un Napoli pressoché irriconoscibile, che si fa bloccare sull'1-1 in casa dal malandato Sassuolo. Dopo il 7-0 rimediato dall'Inter, si pensava che il destino dei neroverdi fosse segnato anche al San Paolo, ma non è stato così: alla botta da fuori di Dzemaili risponde Zaza. Il Sassuolo rimane ultimo, ma mette in cascina il primo punto della stagione. Quanto a Benitez, forse dovrà ricredersi sull'eccessivo turnover: se in Italia è poco praticato, un motivo ci sarà. Senza Behrami, per dirne una, il centrocampo degli azzurri recupera una valanga di palloni in meno.

I partenopei vengono così raggiunti (oltre che dall'Inter) dalla Juventus, che supera il Chievo con un 2-1 al veleno. I bianconeri vincono in rimonta, ma sul loro successo pesa un gol regolarissimo annullato a Paloschi. Certo, un errore del guardalinee può capitare, ma di solito è questione di centimetri, non di metri...

Cardiopalma anche per il Milan, acefalo dell'intemperante Balotelli. I rossoneri tornano da Bologna con un solo punto (appena il quinto), ma è frutto di un'impresa. All'89esimo Abbiati e compagni perdono (meritatamente) 3-1. Poi i gol di Robinho e Abate rimettono tutto in piedi. Stavolta non servono nemmeno i sette minuti di recupero gentilmente concessi contro il Torino.

Se la cava meglio la Lazio, che rialza la testa dopo la sconfitta nel derby superando 3-1 il Catania. A dispetto del risultato, la partita rimane in bilico fino all'ultimo, con i siciliani capaci di resistere e di cercare il pareggio anche dopo esser rimasti in 10 uomini. A chiudere i giochi ci pensa Hernanes, che allo scadere piazza un bel sinistro da fuori. I biancoazzurri danno una bella prova di carattere, ma i problemi in attacco rimangono: senza Klose, a buttarla dentro rimangono solo i centrocampisti. 

Il quadro della giornata si completa con il pirotecnico 4-3 di Parma-Atalanta (che riporta al gol Denis) e con due pareggi: Torino-Verona (2-2) e Livorno-Cagliari (1-1).


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy