di mazzetta


Ha destato scalpore il rinvenimento di tracce cocaina nell’aria di Roma; un dato rilevato durante una ricerca del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e quindi da considerare attendibile fino a prova contraria. La notizia è stata fonte d’ispirazione per molti sciocchi alla ricerca del sensazionalismo e sta facendo la fortuna dei comici, ma guardando bene i dati si scopre che in realtà le cose stanno diversamente da come sono state presentate. La concentrazione massima di cocaina rilevata è indicata con valori massimi, nella stagione invernale, di 0.1 nanogrammi (un decimo di miliardesimo di grammo) per metro cubo. Questo rassicura su eventuali influenze per la salute dell’uomo, poiché anche se il soggetto-tipo vivesse sempre all’interno dell’area di massima concentrazione, assumerebbe un grammo di cocaina (dose non letale e abitualmente consumata in qualche ora da un assuntore abituale) in un tempo lunghissimo, escludendo quindi conseguenze stupefacenti, ma anche i diversi disturbi che qualche sventato si è affrettato ad ipotizzare. Per respirare un miliardo di metri cubi d’aria ci vuole un sacco di tempo, per fare un paragone la quantità corrisponde al gas erogato in un anno da AEM, l’azienda del gas che serve Milano e dintorni. Per assumere un grammo di cocaina dall’atmosfera una persona dovrebbe respirare dieci miliardi di metri cubi alla massima concentrazione rilevata.

di Giovanna Pavani


Duilio Castelli l’ho incontrato per la prima volta a Monfalcone la settimana scorsa nella sua stanza, al primo piano dell’ospedale San Polo dove ha sede l’A.E.A. (Associazione esposti amianto). Duilio, veneto di origine, pochi capelli rossi ancora in testa, piccolo di statura e coinvolgente nel dialogo, ne è il presidente. Ha 75 anni e ha lavorato in Fincantieri fino all’89, ma già dal ’71 gli avevano diagnosticato l’asbestosi, una malattia respiratoria cronica legata alle proprietà delle fibre di asbesto di provocare una cicatrizzazione (fibrosi) del tessuto polmonare. Non è mortale, l’asbestosi. Però causa un irrigidimento dei tessuti dei polmoni e, di conseguenza, la perdita di gran parte della funzionalità. A vederlo Duilio sta benone, ma in fondo è un sopravvissuto. A Monfalcone quando si chiede dell’ amianto ti rispondono che la “polvere” ha fatto almeno 600 morti accertati. E chissà quanti altri che sono rimasti nelle maglie delle statistiche quando ancora questo isolante veniva considerato un materiale prezioso e non mortale e per chi stava sulle navi era quasi considerato una benedizione. Lavorare nei “cantieri della morte”, come i socialisti dei primi anni del secolo definivano questo luogo, per molti qui ha rappresentato l’unica forma di sopravvivenza economica possibile. Anche per Duilio è stato così. “Cosa volete – commentava l’altro giorno- quando si ha bisogno ci si adatta ai lavori meschini”. Nessuno, all’epoca, sapeva di correre un pericolo, l’amianto per loro era solo un buon isolatore, un magnifico materiale insonorizzante, tanto per usare un termine tecnico, e lavoravano nella più beata ignoranza. Ma vivere nel ventre della balena per molti è stato fatale.

di Maurizio Coletti

All’appuntamento con la storia delle occasioni fallite non poteva mancare un ennesimo “Porta a porta” sui temi della droga. Convenuti da Vespa, politici di ambedue gli schieramenti - Livia Turco, Letizia Moratti, Paolo Ferrero e Maurizio Gasparri, accompagnati da esperti farmacologi e psicologi - hanno discettato sulle ultime novità in campo di azioni sul tema. Diciamo subito che gli esperti hanno avuto ben poco spazio per affermare le loro tesi; infatti hanno fatto appena a tempo a definirle che i politici hanno ripreso rapidamente il sopravvento. Si è parlato della pericolosità estrema delle canne, ritornata alla ribalta dopo i casi dell’autista che ha provocato un incidente con un autobus di bambini, con la insopportabile morte di due fratellini e del caso dello studente morto improvvisamente dopo, si dice, avere fumato uno spinello. Ce ne è in abbondanza per ripetere ritornelli sulle droghe tutte uguali, sul pericolo di assumerle, sui danni provocati, sulla malvagità di coloro che consumano, sull’importanza di un aumento dell’azione repressiva. Gli esperti servono solo a sottolineare preconcetti ed ideologie pre-riscaldate , che le loro opinioni (apparentemente) confermano. Nessuno che ascolti veramente il mondo scientifico che direbbe che di uno spinello (solo di cannabis, si intende) non è mai morto nessuno.

di Agnese Licata

Da diversi anni a questa parte, la principale speranza di milioni di pazienti ha un solo nome: staminali. Su queste cellule “primitive”, sulla loro potenzialità di generare qualsiasi tipo di tessuto – ossa, muscoli, nervi – si concentrano le attese di quei malati che oggi la medicina condanna a una lenta e inarrestabile degenerazione. Distrofia muscolare, leucemia, morbo di Parkinson, sclerosi multipla, Alzheimer. Proprio su queste tante promesse e speranze è nato un mercato di millantatori, stregoni in camice bianco che estorcono denaro a chi non ha più nulla da perdere, a chi è disposto ad aggrapparsi a tutto pur di continuare a sperare. Su quest’universo di profittatori, Andrea Nicastro, giornalista del Corriere della Sera, ha deciso di concentrarsi, dando vita a un’inchiesta giunta domenica scorsa alla sua terza puntata.

di Carlo Benedetti

C’è stato il “sorpasso” in favore dei musulmani, ma è subito contestazione: i dati più recenti precisano che il mondo dei seguaci dell’Islam è di un miliardo 322 milioni rispetto a un miliardo 115 milioni di cattolici. Ma la Chiesa di Roma – pur rivelando il nuovo predominio religioso - va cauta nell’accettare le cifre mettendo così da parte molte delle sue tesi sull’ecumenismo e sul rapporto paritario tra le varie confessioni. Ma i dati sono chiari. I musulmani avanzano e sono di ogni razza, nazionalità e cultura: dalle Filippine alla Nigeria, dai territori ex sovietici all’Asia, all’Indonesia. Ma anche con forti presenze in Europa e negli Stati Uniti. Tutti legati da un’unica, comune, fede islamica. Ed è proprio in conseguenza dei risultati di questa nuova sociologia della religione che sia il mondo cattolico che quello musulmano pongono nuovi e pressanti interrogativi. Che sono quelli che si riferiscono alla penetrazione e compenetrazione delle diverse religioni.


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