di Carlo Benedetti

C’è stato il “sorpasso” in favore dei musulmani, ma è subito contestazione: i dati più recenti precisano che il mondo dei seguaci dell’Islam è di un miliardo 322 milioni rispetto a un miliardo 115 milioni di cattolici. Ma la Chiesa di Roma – pur rivelando il nuovo predominio religioso - va cauta nell’accettare le cifre mettendo così da parte molte delle sue tesi sull’ecumenismo e sul rapporto paritario tra le varie confessioni. Ma i dati sono chiari. I musulmani avanzano e sono di ogni razza, nazionalità e cultura: dalle Filippine alla Nigeria, dai territori ex sovietici all’Asia, all’Indonesia. Ma anche con forti presenze in Europa e negli Stati Uniti. Tutti legati da un’unica, comune, fede islamica. Ed è proprio in conseguenza dei risultati di questa nuova sociologia della religione che sia il mondo cattolico che quello musulmano pongono nuovi e pressanti interrogativi. Che sono quelli che si riferiscono alla penetrazione e compenetrazione delle diverse religioni.

di Laura Bruzzaniti

Negli Stati Uniti entreranno presto in vigore norme più severe per la pubblicità e la messa in vendita della medicine. Il Senato americano ha approvato la scorsa settimana un disegno di legge che attribuisce alla Food and Drug Administration poteri di controllo in materia di etichettatura e pubblicità dei farmaci. Se il disegno diventerà legge, come sembra probabile, la FDA potrà inoltre bloccare la vendita di farmaci che si rivelano pericolosi. Il disegno di legge sembra rispondere alle preoccupazioni dei consumatori americani che, dopo i casi di medicine pericolose verificatesi negli ultimi anni, si sentono poco protetti nei confronti di case farmaceutiche con sempre meno scrupoli e tecniche di vendita sempre più aggressive. L’ultimo caso è della scorsa settimana: la Purdue Pharma ammette, di fronte ad una District Court della Virginia, di aver ingannato medici e consumatori per vendere di più. L’azienda, specializzata nella produzione di antidolorifici, ha ammesso la propria colpevolezza per il reato di etichettatura ingannevole e fraudolenta (misbranding) del farmaco OxyContin, antidolorifico oppiaceo messo sul mercato nel 1996.

di Alessandro Iacuelli

Che la situazione ambientale e sanitaria della Campania sia attualmente qualcosa di profondamente anomalo per l'intera Europa, è oramai noto anche al di fuori degli ambienti ecologisti, e su Altrenotizie ne stiamo parlando da oltre un anno. Anche che ci siano specifiche responsabilità istituzionali è oramai chiaro a tutti e non si può liquidare il problema addossando ogni causa alle mafie ecologiche. Quel che è preoccupante è semmai il tentativo di mettere un bavaglio a quelle migliaia di cittadini che hanno compreso il problema, che cercano di farsi sentire e di ottenere una soluzione definitiva al problema. Per questo motivo, la “Rete dei comitati campani per la difesa della salute e dell'ambiente” ha promosso, fin dallo scorso 21 aprile, una manifestazione nazionale, prevista per il 19 maggio a Napoli, per denunciare, come si legge nel comunicato stampa, "la crisi ambientale e sanitaria procurata dalla nociva gestione del ciclo dei rifiuti, dalle attuali forme di produzione dell'energia basate su processi di combustione, dalla realizzazione di grandi e meno grandi opere infrastrutturali". La risposta è stata tra le più incredibili, di quelle che in un Paese civile non ci si aspetterebbe.

di Elena Ferrara

E’ la “strage degli innocenti” dei giorni nostri. Ed è la vera Apocalisse di un “family day” con il carico pesante delle sue realtà: i suoi “dati”, i suoi “registi”, i suoi colpevoli. Proprio per questo non possiamo nasconderci. Siamo obbligati a sapere che in questo giorno – come in ogni altro – 28.000 bambini muoiono prima di aver compiuto i cinque anni, mentre in ogni minuto c’è una donna che muore per patologie legate alla gravidanza e al parto. E sono due milioni i piccoli che muoiono appena nati. Vedono il mondo per un solo giorno e poi chiudono gli occhi per sempre in seguito alle complicazioni intervenute in seguito al parto. Questa – se si vuole scrivere la Storia del presente - è la vita di oggi mentre la nostra società, che ci dicono essere quella del “benessere”, celebra pomposamente (13 maggio) la “Giornata della mamma” con tutte varianti: buone azioni, confetti, regalini, letterine scritte (sotto dettatura) negli asili, promesse…

di Alessandro Iacuelli

La Corte europea di Giustizia parla chiaro, nella sua sentenza numero c-135/05 dello scorso 26 aprile: "La Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti ai sensi della direttiva 75/442, relativa ai rifiuti pericolosi, della direttiva del Consiglio 26 aprile 1999, 1999/31/CE, relativa alle discariche di rifiuti". Cosa prevedevano tali direttive, e cosa non ha fatto la Repubblica italiana? Il nostro Paese, come appare in tutta evidenza, non ha adottato tutti i provvedimenti necessari per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente e per vietare l'abbandono, lo scarico e lo smaltimento incontrollato dei rifiuti. Un'Italia inadempiente, quindi, che non ha saputo imporre che ogni detentore di rifiuti li consegni ad un raccoglitore privato o pubblico, o ad un'impresa che effettua le operazioni di smaltimento o di recupero, conformandosi alle disposizioni europee.


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