di Sara Michelucci

Ha tutta la forza del non detto, delle parole ricacciate in gola e delle frasi balbettate e lasciate a metà, il nuovo film di Xavier Dolan, È solo la fine del mondo. Una pellicola dove al centro, ancora una volta come in Mommy, ci sono i rapporti familiari. Quelli puri, difficili da gestire, ma densi di sentimenti contrastanti.

Il giovane Louis si è lasciato alle spalle il suo passato e la sua famiglia per inseguire il suo sogno: diventare un drammaturgo di successo. Ma dopo aver scoperto di essere malato e di avere ancora poco da vivere, decide di rivedere, dopo dodici anni, sua madre e i suoi fratelli, per comunicargli che dovrà morire.

Il ritorno nel suo paese natale non è certo facile. La lontananza si è fatta sentire e si percepisce in ogni gesto e in ogni paura dei vari componenti della famiglia, ma anche nella perdita del ragazzo amato in gioventù. La madre, Martine, una donna eccentrica ma profonda,  si mette nervosamente ai fornelli per prepararsi al meglio per il suo bambino. Ma si evince tutta la sua inadeguatezza dovuta a questo ritorno inaspettato.

In Antoine si riaccende la fiamma della gelosia verso quel fratello realizzato e sempre al centro dell'attenzione dei genitori; la sorella minore Suzanne lo accoglie a braccia aperte, anche se quasi non lo conosce e prova un forte senso di abbandono; la cognata Catherine, insicura al punto tale da da balbettare, cerca di intrecciare un rapporto con lo sconosciuto cognato, ma è solo il pretesto per far innervosire suo marito. Sarà Martine quella che spingerà per un ritorno del dialogo fra i componenti della sua famiglia, ma forse qualcosa si è inevitabilmente interrotto.

La forza del lavoro di Dolan sta proprio nella capacità di andare in fondo ad ogni singolo personaggio, di mostrarne i lati più nascosti, quelle paure e nevrosi che fanno scatenano la lotta all'interno del gruppo familiare, dove sono gli istinti più incontrollabile a venire a galla. E anche i sentimenti più puri, spesso, non ce la fanno ad avere la meglio.

È solo la fine del mondo (Canada, Francia 2016)

REGIA: Xavier Dolan
ATTORI: Léa Seydoux, Marion Cotillard, Vincent Cassel, Gaspard Ulliel, Nathalie Baye
SCENEGGIATURA: Xavier Dolan
FOTOGRAFIA: André Turpin
MONTAGGIO: Xavier Dolan
MUSICHE: Gabriel Yared
PRODUZIONE: Sons of Manual, MK2 Productions, Téléfilm Canada
DISTRIBUZIONE: Lucky Red

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Una storia realmente accaduta, quella portata sul grande schermo da Clint Eastwood. Sully racconta l'ammaraggio del volo US Airways 1549 avvenuto il 15 gennaio 2009 nel fiume Hudson, basandosi sull'autobiografia Highest Duty: My Search for What Really Matters dello stesso comandante Chesley Sullenberger, scritta insieme all'autore e giornalista Jeffrey Zaslow.

Eastwood racconta l'uomo, la paura di aver preso la decisione sbagliata, l'angoscia di dover ricostruire quanto accaduto e rivivere quel terribile giorno. Il comandante 'Sully', interpretato da un bravo Tom Hanks, viene posto sotto inchiesta dopo aver salvato 155 passeggeri nel disperato ammaraggio sul fiume, con l'accusa di avventatezza ed incompetenza, nonostante abbia una lunga esperienza di volo (di oltre 40 anni) e sia stato acclamato dall'opinione pubblica come eroe.

Eastwood ancora una volta scandaglia sentimenti ed emozioni dei personaggi, li scava dentro, li mette a nudo, provoca reazioni emotive forti per raggiungere la verità delle cose. Il suo è un lavoro di ricerca puro, dove ci sono domande a cui vanno assolutamente date delle risposte.

Il film, seppure non sia uno dei migliori girati dal regista americano, risulta comunque ben calibrato e con una storia che articola in modo sapiente ricordi e fatti, ponendo l'accento proprio sul concetto di scelta come produttrice di una serie di azioni e reazioni.

Sully (Usa 2016)

REGIA: Clint Eastwood
ATTORI: Tom Hanks, Aaron Eckhart, Laura Linney, Anna Gunn, Mike O'Malley, Ann Cusack, Sam Huntington, Jamey Sheridan, Autumn Reeser, Jerry Ferrara, Jeff Kober, Holt McCallany, Molly Hagan, Chris Bauer, Michael Rapaport
SCENEGGIATURA: Todd Komarnicki
FOTOGRAFIA: Tom Stern
MONTAGGIO: Blu Murray
MUSICHE: Christian Jacob, Tierney Sutton Band
PRODUZIONE: BBC Films, FilmNation Entertainment, Flashlight Films
DISTRIBUZIONE: Warner Bros.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Un'opera interessante, che calibra bene elementi storici con costruzione di un personaggio straordinario. 'Gabo' è il documentario sul premio Nobel per la letteratura, Gabriel Garcia Marquez, firmato da Justin Webster. Il racconto segue i fili intrecciati della vita e del lavoro dello scrittore colombiano per tutta l'America Latina, mettendo al centro il potere dell'immaginazione e della creatività di Márquez.

Attraverso i versi di Gabo si racconta il Sudamerica e la Colombia nello specifico. Paese che non è poi così distante dal resto del mondo. Un impegno professionale e politico, quello dello scrittore e giornalista, amico di leader politici come Fidel Castro e Bill Clinton, che ha rappresentato uno dei maggiori rappresentanti della letteratura del Novecento.

Premio Nobel per la letteratura nel 1982, Márquez viene raccontato dal documentarista inglese attraverso la sua capacità di creare mondi reali e fantastici, protagonista egli stesso di una vita eccezionale che li nutrì.

Il documentario inizia proprio parte dalla cerimonia del Premio Nobel per la letteratura e poi ricostruisce le diverse circostanze che condussero lo scrittore a raggiungere mondo la fama mondiale e la partecipazione politica.

Un film che arriva in un momento storico particolare, che potremmo definire di passaggio, con la morte di Fidel Castro, l'ascesa di Trump negli Stati Uniti e i numerosi problemi in paesi come il Venezuela.

Gabo (Spagna, Gran Bretagna, Colombia, Francia, Usa 2016)
REGIA: Justin Webster
SCENEGGIATURA: Kate Horne, Justin Webster
PRODUZIONE: JWProductions, Canal+ España, Caracol
DISTRIBUZIONE: Cineama
PAESE: Spagna, Gran Bretagna, Colombia, Francia, USA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Un thriller ben fatto, che racconta in modo sapiente la fine di un amore e la costruzione dei una rivalsa. Animali notturni è il nuovo film scritto e diretto da Tom Ford, basato sul romanzo Tony e Susan di Austin Wright. La pellicola narra la storia di una gallerista d'arte, Susan Morrow, ossessionata dal romanzo del suo ex marito, che narra una storia violenta che lei interpreta.

Il regista alterna in modo sapiente il racconto del film con quello del libro che la protagonista sta leggendo, scardinando la vita borghese della donna e il suo mondo fatto di pure illusioni.
Una storia nella storia, intercorsa da una velata minaccia e una simbolica storia di vendetta.

Ed è proprio la vendetta il file rouge di questo film: un piatto che si serve freddo, come sa bene il protagonista maschile interpretato da Jake Gyllenhaal.

La Morrow ha una vita agiata, ma infelice. Il marito Hutton Morrow la tradisce e durante un week end, mentre Hutton è via per un viaggio di lavoro, a Susan viene recapitato il romanzo intitolato Nocturnal Animals, scritto dal suo ex marito, con cui la donna non ha contatti da anni.

Susan capisce sempre più chiaramente come quel libro sia il racconto di una vendetta, che la costringe a rivalutare le scelte fatte e riaccende in lei una capacità di amare che pensava svanita.

La costruzione dei personaggi fatta da Ford è interessante, come lo è la costruzione stessa del racconto, il quale risulta originale sia per la struttura narrativa che per il contenuto stesso della storia.

Animali notturni
(Usa 2016)

REGIA: Tom Ford
ATTORI: Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Isla Fisher, Aaron Taylor-Johnson, Armie Hammer, Michael Shannon, Laura Linney, Karl Glusman
SCENEGGIATURA: Tom Ford
FOTOGRAFIA: Seamus McGarvey
MONTAGGIO: Joan Sobel
MUSICHE: Abel Korzeniowski
PRODUZIONE: Focus Features, Universal Pictures
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Fai bei sogni è il nuovo film di Marco Bellocchio, tratto dal romanzo autobiografico del giornalista de La Stampa Massimo Gramellini. L'autore racconta il proprio percorso interiore per superare il dolore e il senso di abbandono dovuto alla morte della madre, quando lui aveva nove anni. Il dolore viene raccontato con ironia, come qualcosa che ti attraversa la vita, ma da cui puoi anche trarre cose positive per andare avanti e diventare una persona migliore.

Nel film, come nel libro, si ricerca la verità, ma allo stesso la paura di scoprirla è tanta. Massimo, la mattina del 31 dicembre 1969, trova suo padre nel corridoio sorretto da due uomini. La sua mamma è morta. Massimo cresce e diventa un giornalista. Dopo il rientro dalla Guerra in Bosnia dove era stato inviato dal suo giornale, incontra Elisa, la quale lo aiuterà ad affrontare la verità sulla sua infanzia ed il suo passato.

Bellocchio mette in risalto il lavoro che il protagonista farà su se stesso e su quanto accaduto, delineando una volontà di ricostruzione di quello che è accaduto a sua madre che lo condurrà anche a capire se stesso. Convincente Valerio Mastandrea nei panni di Gramellini, il quale dosa bene momenti di ironia a quelli più drammatici, togliendo il senso di pesantezza tipico di una storia non facile da raccontare, senza scadere in facili luoghi comuni.

Fai bei sogni (Italia, Francia 2016)
REGIA: Marco Bellocchio
ATTORI: Valerio Mastandrea, Bérénice Bejo, Fabrizio Gifuni, Guido Caprino, Barbara Ronchi, Miriam Leone, Nicolò Cabras, Dario Dal Pero , Arianna Scommegna, Bruno Torrisi, Manuela Mandracchia, Giulio Brogi, Emmanuelle Devos, Roberto Di Francesco, Fausto Russo Alesi, Pier Giorgio Bellocchio, Piera Degli Esposti, Roberto Herlitzka
FOTOGRAFIA: Daniele Ciprì
MONTAGGIO: Francesca Calvelli
MUSICHE: Carlo Crivelli
PRODUZIONE: IBC Movie, Kavac Film, Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy