di Sara Michelucci

Uno scenario di guerra, quello che fa da sfondo alla storia di passione e amore raccontata e interpretata da Emir Kusturica in On the Milky Road, con Monica Bellucci. In un piccolo paese della Serbia un uomo, tutti i giorni, porta il latte ai soldati, attraversando il fronte a dorso di un asino, schivando pallottole e pericoli. L'uomo è amato da una giovane donna del paese, ma l'arrivo di una misteriosa donna italiana sconvolgerà la sua vita.

Il tutto sfocerà in una storia di passione e amore proibito, che farà precipitare i due protagonisti in una serie di fantastiche e pericolose avventure. Si sono uniti per caso ed è come se nessuno ormai possa più dividerli. È un amore totale, tra due persone che non hanno nulla da perdere, in un momento storico particolare, dove la guerra da un lato destabilizza e divide, ma dall'altro fortifica e unisce.

Basato sul corto Our Life, scritto da Kusturica e da sua figlia Dunja, il film coinvolge per la violenza dei sentimenti che mette in campo, raccontando gli orrori della guerra bosniaca attraverso gli occhi dell'amore.

Una contrapposizione che è tipica del regista di Gatto nero gatto bianco e che prende le note dell'assurdo e dell'anarchico, anche nel racconto, nella scelta della colonna sonora e di una recitazione che scavalca la convenzione e tocca i toni del surreale. Una irrazionalità che, in fondo, è tipica di ogni guerra.


On the Milky Road (Serbia, Gran Bretagna, Usa)
REGIA: Emir Kusturica
ATTORI: Monica Bellucci, Emir Kusturica, Sergej Trifunovic, Bajram Severdzan
SCENEGGIATURA: Emir Kusturica
FOTOGRAFIA: Martin Šec, Goran Volarevi?
MONTAGGIO: Svetolik Mica Zajc
MUSICHE: Stribor Kusturica
PRODUZIONE: BN Films, Pinball London
DISTRIBUZIONE: Euro Pictures

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

La vita può cambiare drasticamente da un giorno all'altro e offrire una libertà che da un lato apre a nuove possibilità, ma dall'altro fa paura e destabilizza. È quello che racconta il bel film di Mia Hansen-Løve, Le cose che verranno. Nathalie (Isabelle Huppert) è una insegnante di filosofia con una vita piuttosto normale: un marito, due figli adulti e una madre da accudire. La sua è una vita borghese, sicura e anche le sue idee, un tempo rivoluzionarie, si sono adagiate e assopite. Ma ben presto le cose cambieranno e costringeranno la non più giovane donna a guardarsi dentro e a ricominciare daccapo.

La filosofia sarà l'arma con cui riuscirà a superare l'abbandono del marito per una donna più giovane e la morte di una madre fragile che aveva continuamente bisogno di essere accudita. Nathalie ritrova se stessa, anche grazie a un suo vecchio alunno con cui continua a scambiarsi idee e che la costringerà a rinnovarsi, confrontarsi con un’inaspettata libertà. Grazie al suo forte pragmatismo e alla compagnia di un gatto nero di nome Pandora, Nathalie dovrà costruire la sua nuova esistenza.

Belli i dialoghi con cui la regista racconta il passaggio tra due diverse fasi della vita della protagonista, la quale matura non solo fisicamente, ma anche intellettualmente.

La grande forza del film sta anche nella magistrale interpretazione della Huppert, la quale nella sua algida personalità fa trasparire una serie di emozioni contrastanti che sfociano anche nella disperazione, per poi riprendere la strada del controllo e della razionalità, senza sbavature o eccessi. Una carica emotiva che coinvolge lo spettatore e lo porta a patteggiare per questa donna che non si arrenderà di fronte alle difficoltà della vita. 

Le cose che verranno
(Francia, Germania 2017)

REGIA: Mia Hansen-Løve
ATTORI: Isabelle Huppert, André Marcon, Edith Scob, Sarah Le Picard, Yves Heck
SCENEGGIATURA: Mia Hansen-Løve
FOTOGRAFIA: Denis Lenoir
MONTAGGIO: Marion Monnier
PRODUZIONE: CG Cinéma, Detailfilm, Arte France Cinéma
DISTRIBUZIONE: Satine Film

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Un film che va fino in fondo, toccando tutte le corde dei sentimenti umani: dalla rabbia alla fragilità, dalla dolcezza alla voglia di ricominciare nonostante tutto. La tenerezza di Gianni Amelio, con Elio Germano, Micaela Ramazzotti, Renato Carpentieri e Giovanna Mezzogiorno, racconta di sentimenti che si incrociano e si intrecciano, tra il sorriso e la violenza.

Un padre e i suoi figli non amati, un fratello e una sorella in conflitto, una giovane coppia che sembra serena. I bambini che vedono e non possono ribellarsi. La storia di due famiglie in una Napoli inedita, lontana dalle periferie, una città borghese dove il benessere può mutarsi in tragedia, anche se la speranza è a portata di mano.

Lorenzo è un avvocato, appena scampato a un infarto, il quale vive la sua vita in solitaria, dopo la morte della moglie e il cattivo rapporto con i figli. Un giorno nel suo palazzo incontra la giovane mamma Michela, da poco trasferitasi nella città insieme al marito, ingegnere navale, e ai due figlioletti. Tra i due nasce subito un'amicizia, che verrà però ben presto sconvolta da un fatto inaspettato.

La forza di questa pellicola sta nella costruzione di una storia che non lascia spazio a luoghi comuni o a facili soluzioni, con personaggi ricchi di emozioni contrastanti, dove la fisicità del gesto si accompagna alla profondità dei dialoghi.

Amelio va in fondo ai singoli personaggi, li fa comunicare attraverso i volti e i gesti, ma anche tramite parole dirette, sincere e a volte spietate. Sarà solo la riscoperta di quella tenerezza, ormai celata in fondo al cuore di Lorenzo, che riuscirà a farlo tornare alla vita e a dargli una seconda chance.

La tenerezza (Italia 2017)

REGIA: Gianni Amelio
CAST: Elio Germano, Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti, Greta Scacchi, Renato Carpentieri, Arturo Muselli, Giuseppe Zeno, Maria Nazionale
SCENEGGIATURA: Gianni Amelio, Alberto Taraglio
FOTOGRAFIA: Luca Bigazzi
MONTAGGIO: Simona Paggi
MUSICHE: Franco Piersanti
PRODUZIONE: Pepito Produzioni, Rai Cinema, Comune di Napoli
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Un Toni Servillo dall'alta carica comica quello di Lasciati andare, film firmato da Francesco Amato che promette bene sin dalle scene iniziali. Una commedia italiana che, finalmente, riesce davvero a far ridere senza scadere nello scontato o nel volgare, ma puntando molto sulla bravura attoriale.

È cosa risaputa: un bravo psicanalista deve rimanere impermeabile alle emozioni che gli scaricano addosso i suoi pazienti. Ma nel caso di Elia, un analista ebreo interpretato per l'appunto da Servillo, c’è il sospetto che con gli anni la lucidità sia diventata indifferenza e il distacco noia.

Ieratico e severo, con un senso dell’umorismo arguto e impietoso, Elia tiene tutti a distanza di sicurezza, persino la sua ex moglie Giovanna (Carla Signoris), che vive nell’appartamento di fronte e con cui continua a condividere il bucato e qualche serata al teatro dell’Opera. Quel che si dice un’esistenza avara d’emozioni, che Elia sublima mangiando dolci di nascosto e in gran quantità, finché un giorno, a causa di un lieve malore, è costretto a mettersi a dieta e a iscriversi in palestra.

Ed è così che nella sua vita irrompe Claudia (Veronica Echegui, già apprezzata nella serie internazionale Fortitude), una personal trainer buffa ed eccentrica, con il culto del corpo, nessun timore reverenziale per i cervelloni fuori forma come lui e un’innata capacità di trascinare nei suoi casini chiunque le capiti a tiro.

Buona anche la costruzione narrativa, che risulta ben equilibrata e senza grosse sbavature, nonostante forse si poteva osare di più in alcuni passaggi.

Lasciati andare (Italia 2017)

REGIA: Francesco Amato
ATTORI: Toni Servillo, Verónica Echegui, Luca Marinelli, Carla Signoris, Pietro Sermonti, Valentina Carnelutti, Vincenzo Nemolato, Carlo De Ruggieri, Paolo Graziosi, Giulio Beranek, Giacomo
SCENEGGIATURA: Francesco Bruni
FOTOGRAFIA: Vladan Radovic
MONTAGGIO: Luigi Mearelli
MUSICHE: Andrea Farri
PRODUZIONE: Cattleya con RaiCinema
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Un film che lascia il segno, quello girato dal bravo Aki Kaurismaki, L'altro volto della speranza. L'autore finlandese, ancora una volta, offre un'opera impeccabile dal punto di vista della regia, dove le immagini hanno un significato potente che va ben oltre il loro senso apparente. Allo stesso modo i personaggi, con una carica spiazzante, fatta di gesti lenti e dialoghi scarni, dove tutto sembra immutabile, mentre in realtà la forza del cambiamento è prepotente e senza sosta.

Il registro combina alla perfezione un umorismo d'altri tempi con una forza drammatica determinante per far comprendere allo spettatore la condizione in cui versano i personaggi. Wilkström è un rappresentante di camicie, che decide di mollare moglie e lavoro per dare una svolta alla sua vita. Grazie a una partita di poker, vince una grossa somma che gli permette di acquistare la gestione di un ristorante alla deriva, realizzando così il suo sogno.

La sua vita si incrocia con quella di Khaled, giovane rifugiato siriano che per poco non investe con la sua grossa auto. Il ragazzo si è imbarcato clandestinamente su una carboniera e si ritrova a Helsinki per caso. Anche lui vuole lasciarsi un triste passato alle spalle, ricominciando a vivere e cercando di ricongiungersi con sua sorella, unica sopravvissuta della sua famiglia.

Ma anche nella civile Finlandia le cose non sono così facili e l'integrazione è più una utopia che non una realtà. Le autorità, infatti, vorrebbero rispedire ad Aleppo Khaled, che se la deve vedere anche con dei picchiatori razzisti.

L'incontro con Wilkström, però, cambierà le cose e il ristorante La Pinta Dorata sarà il rifugio di una serie di personaggi che, insieme, tenteranno di trovare ciò che cercano. Il film si è aggiudicato anche l'Orso d'Argento al Festival di Berlino.

L'altro volto della speranza
(Finlandia 2016)

REGIA: Aki Kaurismäki
ATTORI: Sherwan Haji, Sakari Kuosmanen, Ilkka Koivula, Janne Hyytiäinen, Kaija Pakarinen
SCENEGGIATURA: Aki Kaurismäki
FOTOGRAFIA: Timo Salminen
MONTAGGIO: Samu Heikkilä
PRODUZIONE: Sputnik
DISTRIBUZIONE: Cinema

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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