Di acqua sotto i ponti ne è passata da Lo Squalo di Steven Spielberg, film diretto nel 1975, che rappresentò un cambiamento nel cinema hollywoodiano, con l'ingresso della Nuova Hollywood. Ma il celebre e feroce pescecane continua a rappresentare un'icona per un certo numero di spettatori e di registi. Così non poteva mancare anche quest'estate un film che si ispirasse a questo affascinante mostro marino.

 

Shark - Il primo squalo, diretto da Jon Turteltaub, narra la storia di un sommergibile oceanico che viene attaccato da un grosso squalo primordiale, che si pensava fosse ormai estinto, e finisce intrappolato nei fondali dell'oceano. Il tempo stringe e l'esperto di salvataggi subacquei, Jonas Taylor, ha il compito di salvare l'equipaggio. Si troverà così, contro il volere della figlia Suyin, a combattere contro questa feroce creatura, con cui anni prima si era già trovato faccia a faccia. Insieme a Suyin dovrà affrontare le sue paure e mettere a rischio la propria vita per salvare l'equipaggio.

La saga dei rapinatori più scaltri di sempre torna al cinema con Ocean's 8, film del 2018 diretto da Gary Ross. Un mix tra un sequel e uno spinoff della trilogia firmata da Steven Soderbergh, Ocean's 8 è un'avventura tutta al femminile, dato che mette in scena una nuova banda di truffatrici capitanate dalla scaltrissima Debbie Ocean (Sandra Bullock).

 

Sorella del famoso Danny (George Clooney), l'astuta ladra pianifica il colpo del secolo, in occasione dell'annuale Met Gala di New York, per rubare una collana di Cartier del valore di 150 milioni di dollari.

Un film nasce e si sviluppa nel rapporto intimo tra due ragazzi, pescando nel periodo adolescenziale per raccontare sentimenti ed emozioni, quello portato sul grande schermo da  Scott Speer con Il sole a Mezzanotte. La pellicola trae ispirazione dal film giapponese Song to the Sun.

 

La protagonista, Katie, è stata sempre costretta a vivere al buio, perché la luce la fa stare molto male. Ha infatti una rara malattia che l'ha costretta da sempre a vivere in uno strano isolamento, con pochi contatti con l'esterno.

Uno thriller politico che pecca su diversi fronti, quello portato sul grande schermo dal regista danese Per Fly. Giochi di potere, racconta la storia di Michael Sullivan, giovane figlio di un diplomatico ucciso quando lui era ancora un bambino e che desidera entrare nel mondo dei rapporti internazionali. Ottiene così l'incarico di coordinare il programma "Oil for Food" gestito dal sottosegretario delle Nazioni Unite, Pasha.

 

Il tutto ha sullo sfondo la guerra in Iraq che sembra un lontano ricordo, ma che in realtà è ancora viva nelle conseguenze che ha innescato. Infatti, dopo l'invasione da parte delle truppe americane del Paese, Michael si deve confrontare con una molteplicità di problemi, conoscendo inoltre sul campo un'interprete di etnia curda di cui si innamorerà.

 

La pellicola, però, resta impigliata in alcuni passaggi poco credibili e ingenui, senza riuscire a rendere la storia appassionante come il genere vorrebbe e nonostante un cast di attori capeggiato dal superbo Ben Kingsley. Anche se trae ispirazione da una storia vera, non racconta nulla di più e non va a fondo dei singoli personaggi, con un protagonista che ha decisamente poco carisma e risulta piuttosto piatto.

 

Una spy story che perde il suo valore di strumento di analisi politica e sociale e, tutto quello che resta, alla fine è una semplice quanto banale storia d'amore.

 

Giochi di potere (Danimarca, Canada, Usa)

REGIA: Per Fly

ATTORI: Theo James, Ben Kingsley, Jacqueline Bisset, Rossif Sutherland, Rachel Wilson, Brian Markinson, Belçim Bilgin, Daniela Lavender, Aidan Devine, Mishu Vellani

DISTRIBUZIONE: M2 Pictures

Una commedia nera, che coinvolge fin da subito lo spettatore, e fa apprezzare ancora una volta la capacità di un certo cinema di andare al cuore delle questioni che affronta, con originalità e senza troppe inibizioni. L'albero del vicino, del regista islandese Hafsteinn Gunnar Sigurðsson, racconta la storia di Agnes e Atli, giovane coppia con una bambina.

 

Dopo aver scoperto il tradimento, la moglie caccia di casa Atli, imponendogli di non vedere più la figlioletta. L’uomo così è costretto a trasferirsi a casa degli eccentrici genitori, Inga e Baldvin. Ben presto, però, il clima rilassato e sereno dell'abitazione paterna, lascia il posto a una situazione poco piacevole.

 

Da una banale disputa su un albero, che fa ombra al giardino dei vicini, si innesca un clima di crescente tensione e sospetto, che trascina ben presto i protagonisti in un vortice di odio e violenza. Il tutto prende la piega di una vera e propria guerra tra vicini, dove ben presto i toni si fanno cupi e tragici.

 

Una nevrosi, quella raccontata nel film, specchio di una società che si sta sgretolando nei valori e nella morale. Incapace più che mai di tenere unita gli individui che la compongono, dove mal si sopporta l'altro.

 

Sigursson punta su una narrazione misurata, senza troppi eccessi, descrivendo però un vortice di paradossi e frustrazioni. Il film è stato proposto dall'Islanda per l'Oscar come miglior film straniero.

 

L'albero del vicino (Islanda 2017)

REGIA: Hafsteinn Gunnar Sigurðsson

ATTORI: Steinþór Hróar Steinþórsson, Edda Björgvinsdóttir, Porsteinn Bachmann, Selma Björnsdóttir, Dóra Jóhannsdóttir

DISTRIBUZIONE: Satine Film


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