Il governo degli Stati Uniti è sempre più sul punto di lanciare un attacco militare contro il governo siriano di Bashar al-Assad con il pretesto del presunto attacco con armi chimiche che settimana scorsa avrebbe preso di mira la popolazione civile di Douma, alla periferia di Damasco. La nuova aggressione in Medio Oriente porterebbe a un livello senza precedenti la criminalità della classe dirigente americana, rischiando seriamente di innescare un conflitto su vasta scala con la Russia di Putin.

Le esili speranze dell’opposizione ungherese, per una possibile flessione dei consensi raccolti dal partito di governo Fidesz nelle elezioni di domenica scorsa, sono state frustrate dal terzo nettissimo successo consecutivo del primo ministro di estrema destra, Viktor Orbán. Quest’ultimo potrà contare nuovamente su una supermaggioranza in parlamento, che gli consentirà potenzialmente di cambiare la costituzione a piacimento e di proseguire nella costruzione di un sistema sempre più autoritario dai toni marcatamente xenofobi.

In un altro frangente forse cruciale per le sorti della guerra in Siria, gli Stati Uniti e l’Occidente hanno di nuovo rispolverato le accuse contro il regime di Assad di avere colpito la popolazione civile del suo paese con ordigni chimici. Come negli ormai numerosi casi precedenti, anche in quello presumibilmente accaduto sabato nella località di Douma, a pochi chilometri da Damasco, le responsabilità non sono nemmeno vicine a essere accertate, ma una campagna di disinformazione ben rodata è subito partita con l’intento di rilanciare le moribonde ambizioni occidentali nel paese mediorientale.

Con la sua entrata in carcere è giunto ad uno snodo fondamentale il complotto contro Ignacio Lula Da Silva, per tutti “Lula”, ex operaio metallurgico e sindacalista, fondatore del Partito dei Lavoratori (PT) e presidente del Brasile per due mandati consecutivi. Lula è stato giudicato colpevole di corruzione sulla esclusiva base di un teorema politico camuffato da inchiesta giudiziaria. Le accuse? Sarebbe stato destinatario di una tangente consistente in un appartamento. Accuse provate? No, basate su articoli di stampa privi persino di citazioni delle fonti. In trecento pagine di requisitoria non c’è nemmeno un’accusa provata.

“Si tratta di un ovvio tentativo dell'amministrazione Trump di spaventare i gruppi minoritari da essere contanti”. Con queste parole il Segretario di Stato del Massachusetts William Galvan spiegava la decisione della Casa Bianca di includere una domanda sulla cittadinanza nel questionario del censimento che si svolgerà nel 2020.

La domanda di cittadinanza nel censimento americano fu usata molti anni fa, ma da 70 anni era caduta in disuso per svolgere un conteggio accurato senza intimorire nessuno. La  seconda sezione dell'articolo uno della Costituzione americana richiede una completa enumerazione della gente onde stabilire con precisione il numero di seggi al Congresso  che spettano ai differenti stati. Gli stati che subiscono cambiamenti demografici in ascesa possono ottenere più seggi secondo il censimento decennale mentre altri Stati possono perderne.


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