Annullati i vertici bilaterali con Giordania e Autorità palestinese, snobbati i colloqui da parte saudita, poste serie condizioni da parte dell’Egitto, bloccate le trattative per gli accordi di Abramo, in aperto scontro con le commissioni ONU sui diritti umani, spaccata la UE che sfiducia la sua presidente dall’eccessivo ardore filo-israeliano, la miglior alleata degli USA in Europa, assegnazione del ruolo di protettore e garante dei palestinesi a quell’Iran che Biden voleva isolare da tutti, palestinesi in primo luogo: la missione di Biden in Medio Oriente è stata un fiasco totale.

E certo non ha aiutato prima far giungere due portaerei nucleari, con 20.0000 marines a bordo e nuovi aiuti militari per Tel Aviv e poi porre il veto alla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza a firma russa che chiedeva un immediato cessate il fuoco mentre si cercava il dialogo con i paesi arabi e l’Autorità palestinese. Difficile immaginare maggiore rigidità ideologica mista a idiozia politica.

Il bombardamento israeliano di un ospedale a Gaza nella giornata di martedì è stato finora il culmine della campagna militare al limite del genocidio del regime di Netanyahu contro i palestinesi e ha subito provocato un’ondata di indignazione e proteste nei paesi arabi e tra le popolazioni di quelli occidentali. Per la gravità del bilancio ancora parziale – circa 500 civili sono stati massacrati, di cui poco meno della metà bambini – questo episodio potrebbe diventare un punto di svolta di un conflitto sempre più vicino a esplodere in una guerra regionale che, oltre a risultare disastrosa per numero di vittime, minaccia di trasformarsi in un boomerang sia per gli Stati Uniti che per lo stato ebraico.

Dopo otto controversi anni al governo, il partito polacco nazionalista Diritto e Giustizia (PiS) dovrà probabilmente passare la mano all’opposizione europeista di centro-destra guidata dall’ex premier, nonché ex presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk. L’attuale partito di governo rimane nettamente la prima forza politica in Polonia, ma sarà difficilmente in grado di trovare partner di coalizione sufficienti da mettere assieme una nuova maggioranza in parlamento. L’eventuale passaggio di consegne a Varsavia potrebbe risultare burrascoso, con qualche riflesso sulle vicende della guerra russo-ucraina. L’orientamento anti-russo non verrà tuttavia modificato, anche se potrebbero cambiare i principali riferimenti esteri del prossimo esecutivo, a tutto favore della Germania e dell’Unione Europea.

I bombardamenti indiscriminati di Israele sulla striscia di Gaza continuano a incontrare la più o meno aperta approvazione di quasi tutto lo spettro politico occidentale. Anche i partiti teoricamente di sinistra o centro-sinistra si sono uniti al coro dei sostenitori dello stato ebraico e del diritto all’auto-difesa, nonostante quest’ultimo sia come al solito diventato da subito un atto di “punizione collettiva”, ovvero un crimine di guerra codificato dal diritto internazionale. Questa dinamica risulta evidente soprattutto in Gran Bretagna, dove, a fronte di un ampio sostegno popolare per i palestinesi, la leadership attuale del Partito Laburista ha accelerato la svolta anti-democratica degli ultimi anni con una campagna ultra-repressiva diretta contro chiunque intenda esprimere una qualche forma di solidarietà agli abitanti di Gaza.

Prima taglia luce e acqua e impedisce l’ingresso di cibo e personale sanitario delle Nazioni Unite. Poi indica l’uscita a Sud di Gaza per i civili, salvo bombardarli appena si mettono in viaggio. La “unica democrazia del Medio Oriente” spara sui civili in fuga. Vuole lavare nel sangue l’onta militare subita e ignora il richiamo di tutti gli organismi internazionali che sostengono il diritto alla difesa ma non alla rappresaglia sui civili, contraria al diritto umanitario internazionale. Anche l’OMS attacca le decisioni di Israele sul trasferimento di 22 ospedali: semplicemente impossibile, moriranno tutti i pazienti. Israele disegna la sua etica e la sua virtù militare in un unico orrore.

Falso il racconto di bombe per colpire i terroristi: Hamas li aspetta nei bunker. Sono i civili palestinesi l’obiettivo vero dell’artiglieria e dell’aviazione ebraica. Per terrorizzare oggi e rubare le terre di chi va via domani, per proseguire l’espansione coloniale israeliana sui territori palestinesi. Quelli che usciranno da Gaza non vi rientreranno più. E’ un’operazione di sostituzione etnica, non di antiterrorismo. E’ questo il senso profondo della rappresaglia israeliana: uccidere e cacciare per poi meglio occupare. E non c’entra Hamas e il terrorismo: faceva lo stesso anche prima del 2006 quando governava Al Fatah (OLP) alla quale, pure, etichettava come terrorista.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy