di Sara Michelucci

Siamo in un piccolo villaggio, in qualche posto tra il Nord D’Africa e il Medio Oriente. Qui sono le donne a dover portare l’acqua al villaggio, dove non c’è nulla: niente acqua, né elettricità o altro che assomigli alla modernità. Ma prendere l’acqua non è un’impresa così semplice. Bisogna arrivare sulla cima di una montagna, camminare a lungo sotto un sole che scotta. Agli uomini non interessa della difficoltà, se ne stanno al bar a bere e così Leila, una giovane sposa, propone alle donne di fare lo sciopero dell'amore: niente più sesso ed effusioni se gli uomini non porteranno l’acqua al villaggio.

È quanto racconta La sorgente dell’amore, nuovo film di Radu Mihaileanu, che ha deciso di raccontare una storia di donna da un punto di vista totalmente nuovo: uno sciopero diverso da quelli a cui solitamente si è abituati, ma probabilmente ben più efficace. Alcune donne negli anni hanno anche avuto aborti spontanei dovuti proprio alla fatica di portare secchi pesantissimi o cadendo sotto il peso dell’acqua raccolta. Leila, detta “la straniera” perché viene dal Sud, diventa la voce di tante donne che non accettano più di sopportare in silenzio un destino che è stato deciso per loro dagli uomini e da una serie di convenzioni.

Leila ha un coraggio diverso dalle altre, un fondo di libertà forte che è potente come l’amore del suo Sami che l’ha voluta per sposa nonostante la disapprovazione di sua madre Fatima. Ma Leila ha un’altra arma dalla sua parte: l’istruzione. Sa leggere e interpretare le Scritture, dove l’amore non è sottomissione, ma parità.

E così Leila comincerà la sua speciale rivoluzione, coinvolgendo anche le altre. Con l’aiuto di “Vecchia lupa”, madre di un Imam, la bella Leila riuscirà a coinvolgere le altre donne nello sciopero dell’amore. Radu Mihaileanu ha un’idea decisamente giusta, nonostante non riesca totalmente a portarla a compimento, come invece ha fatto con Il Concerto.

C’è un po’ di ovvietà in alcuni passaggi, nonostante ci sia originalità nel raccontare il rapporto uomo-donna nel mondo islamico partendo dall’idea di una forma di protesta differente dalle consuete. Partendo da un fatto di cronaca avvenuto in Turchia nel 2001, il regista di Train de vie racconta la difficoltà del dialogo tra i due sessi. Girato in dialetto marocchino, il film ha la forma di una commedia ‘orientale’, ma avremmo voluto forse maggiore profondità nel racconto, come il regista di origini rumene era riuscito a offrire in precedenti lavori.

La sorgente dell’amore (Belgio, Francia, Italia 2011)
regia: Radu Mihaileanu
sceneggiatura: Alain-Michel Blanc, Radu Mihaileanu
attori: Leïla Bekhti, Hafsia Herzi, Hiam Abbass, Saleh Bakri, Sabrina Ouazani, Mohamed Majd
fotografia: Glynn Speeckaert
montaggio: Ludo Troch
musiche: Armand Amar
produzione: Elzévir Films, Europa Corp., Indigo Film
distribuzione: Bim

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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