La grande musica torna al cinema. Dopo il successo di One More Time With Feeling, Andrew Dominik racconta nuovamente Nick Cave, con This much I know to be true, in uscita nelle sale italiane il 23, 24, 25 maggio dopo l’anteprima mondiale al Festival di Berlino.

Filmato da Dominik (Chopper, L’assasinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, Blonde) e con la fotografia di Robbie Ryan (La Favorita, Marriage Story), il film esplora la profonda amicizia tra Nick Cave e Warren Ellis, in parte intravista in 20,000 Days on Earth. Girato tra Londra e Brighton, mette al centro della narrazione l’eccezionale rapporto creativo e artistico tra i due, immortalati mentre danno vita alle canzoni dei loro ultimi due album in studio, Ghosteen (Nick Cave & the Bad Seeds) e Carnage (Nick Cave e Warren Ellis).

La felicità si può raggiungere? Oppure è un'utopia? Cerca di rispondere a queste domande il film di Giulia Louise Steigerwalt, Settembre, con Fabrizio Bentivoglio e Barbara Ronchi. Un racconto corale che esplora le relazioni umane, la nostra natura più profonda, la ricerca di un contatto più autentico tra le persone.

Accade in un giorno di settembre che tre personaggi si accorgano che la vita in cui si ritrovano non è quella che sognavano. Che la felicità è un’idea lontana. Ma forse ancora possibile.

Sono passati cento anni dalla scoperta della tomba del Faraone-bambino Tutankhamon, che ha rivoluzionato la storia dell’archeologia. Parte da qui il docu-film Tutankhamon. L’ultima mostra, diretto da Ernesto Pagano e prodotto da Laboratoriorosso e Nexo Digital. È il 26 novembre 1922 quando l’archeologo ed egittologo britannico Howard Carter, eseguito un piccolo foro nell’intonaco di copertura di una parete sotterranea, getta per la prima volta lo sguardo nella camera sepolcrale della tomba del faraone Tutankhamon. La stanza è stracolma di oggetti e praticamente intatta e si appresta ad entrare nella leggenda.

Scritto e diretto dal candidato premio Oscar, Kenneth Branagh, Belfast è una commovente storia di amore, risate e perdita nell'infanzia di un ragazzo, tra la musica e il tumulto sociale della fine degli anni '60. Al centro della pellicola, la storia di Buddy (Jude Hill) un bambino di 9 anni che vive con i genitori e i suoi nonni, nel North Belfast.

Buddy  trascorre le giornate al cinema o di fronte la televisione, a guardare film e programmi americani, che lo fanno viaggiare con la fantasia, portandolo oltreoceano.

Il contesto storico e culturale è quello tumultuoso della Belfast anni Sessanta, dove vige il malcontento generale, che vede schierarsi cattolici contro protestanti. Iniziano rivolte e attacchi, così che l'intera città viene messa a ferro e fuoco, diventando lo scenario di un conflitto che porterà inevitabilmente alla guerra civile.

Tali conflitti compromettono l'infanzia di Buddy, la cui serenità lascia spazio a tante domande. Il bambino si sente come in uno dei suoi film, dove buoni e cattivi si danno battaglia.

Un film autobiografico, attraverso il quale Kenneth Branagh ripercorre vicende dolorose per il suo Paese, ma anche momenti belli della sua vita familiare. Una storia privata inserita all'interno di un periodo storico preciso, raccontata attraverso l'occhio curioso del piccolo Buddy, che guarda con entusiasmo e innocenza alla vita e alla sua famiglia, nonostante i conflitti sociali.

Belfast (Gran Bretagna 2021)

Regia: Kenneth Branagh

Attori: Jamie Dornan, Jude Hill, Caitriona Balfe, Judi Dench, Ciarán Hinds, Lara McDonnell, Gerard Horan, Turlough Convery, Conor MacNeill, Bríd Brennan, Gerard McCarthy, Sid Sagar, Zak Holland, Barnaby Chambers, Olive Tennant, Josie Walker

Distribuzione: Universal Pictures

Sceneggiatura: Kenneth Branagh

Fotografia: Haris Zambarloukos

Montaggio: Úna Ní Dhonghaíle

Leonardo. Il capolavoro perduto è il documentario firmato da Andreas Koefoed, che racconta la storia del Salvator Mundi, il dipinto più costoso mai venduto (450 milioni di dollari la sua quotazione) ritenuto uno dei capolavori perduti di Leonardo da Vinci.

“Questa storia mette a nudo i meccanismi della psiche umana, la nostra attrazione verso il divino e i meccanismi delle società capitaliste in cui denaro e potere prevalgono sulla verità. Il dipinto diventa un prisma attraverso cui possiamo comprendere noi stessi e il mondo in cui viviamo. A oggi non ci sono prove conclusive che il dipinto sia – o non sia – di Leonardo. E finché c’è un dubbio, persone, istituzioni e stati possono di fatto “usarlo” per lo scopo che risulta loro più utile”, racconta il regista.

Nel 2008, gli esperti di Leonardo Da Vinci più illustri al mondo si sono riuniti attorno a un cavalletto alla National Gallery di Londra per esaminare un misterioso dipinto: un Salvator Mundi apparentemente senza pretese.

Tre anni dopo, la National Gallery ha presentato quell’opera come un dipinto autografo di Leonardo nella celebre mostra dedicata al pittore, dando vita a una delle vicende più seducenti e sconcertanti del mondo d’arte dei nostri tempi. Girato nel corso di tre anni, il documentario racconta meticolosamente l’intera storia dietro il Salvator Mundi e si snoda come un thriller avvincente che vede protagonisti roboanti nomi dell’arte, della finanza e della politica.

Il regista Andreas Kofoed posiziona questa storia all’incrocio tra capitalismo e creazione dei miti contemporanei, ponendo al pubblico una domanda emblematica: questo dipinto multimilionario è davvero di Leonardo o semplicemente alcuni uomini di potere vogliono che lo sia?

È proprio a partire da questo interrogativo che Leonardo. Il capolavoro perduto narra la storia dietro le quinte del Salvator Mundi. Dal giorno in cui (dopo essere stato acquistato per 1.175 dollari in un’oscura casa d’aste di New Orleans) sono state scoperte magistrali pennellate rinascimentali sotto la vernice pesante del suo restauro a buon mercato, il destino del Salvator Mundi ha visto intrecciarsi ricerca di fama, denaro e potere. Man mano che il suo prezzo è salito alle stelle sono aumentate anche le domande sulla sua autenticità.

Ma infine, a distanza di anni: questo dipinto è davvero di Leonardo da Vinci? Svelando i progetti nascosti degli uomini più ricchi della terra e delle istituzioni artistiche più potenti del mondo, il documentario mostra come gli interessi che si celano dietro al Salvator Mundi siano così giganteschi da far diventare la verità qualcosa di secondario.


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