di Rosa Ana De Santis

La Corte Europea di Strasburgo ha detto si all’adozione del secondo genitore omosessuale. L’istanza proveniva da una coppia austriaca di lesbiche e la sentenza prefigura aperture normative importanti e storiche per i diritti civili delle coppie omosessuali e per la loro legittima equiparazione a quelle etero. Un’operazione che sembra marziana per il Paese Italia in cui la carenza di diritti per le coppie omosessuali rappresenta ormai una prevaricazione pericolosa al pilastro dell’eguaglianza sancito in mille salse nella nostra Costituzione.

Mentre da noi si discute ancora a colpi di competizione elettorale di coppie di fatto e DICO, in Europa gli omosessuali possono costituire una famiglia a tutti gli effetti. Va da sé che la distanza con l’Europa imporrà ai nostri politici di recuperare il disavanzo che non può diventare tema di preoccupazione e monito solo quando si riferisce a spread e derivati. Come Paese membro del Consiglio d’Europa tale sentenza non potrà che essere recepita come tutte le altre sul matrimonio gay e il prossimo Parlamento dovrà sanare il vuoto legislativo a tutt’oggi esistente e illegittimo.

Mentre Rivoluzione Civile con Ingroia attraverso le parole di Paolo Ferrero applaude a questa sentenza di civiltà, Berlusconi e il Pdl prendono le distanze appellandosi a una non ben definita tradizione cristiana che può ammettere i diritti civili, ma non il matrimonio e tantomeno l’adozione. Non si capisce bene se l’Europa cui si riferisce il Cavaliere sia altra cosa da quella che tutti abbiamo studiato a scuola che di cristianità è imbevuta fino al midollo. Cristianità di cultura e tradizioni è materia ben diversa dal cattolicesimo confessionale romano. Ma è ragionamento troppo raffinato per i vaticanisti improvvisati.

Il twitter de La Destra, firmato Storace, con la consueta schiettezza popolare che lo contraddistingue, invita tutti a non scherzare sulla figura di “mamma e papà”. Diritti si, ma senza matrimonio e derivati è il tormentone della multiforme destra italiana. Uno spot che non chiarisce bene quali siano questi diritti da tutelare: forse quello di non essere discriminati e malmenati nelle strade di una città come Roma?

Deve sembrare già tanto a chi persevera, come l’onorevole Binetti UDC è tornata a ricordarci di recente in tv, nel sostenere che l’omosessualità sia una devianza, qualcosa di intrinsecamente contro natura e come tale insidioso. Contro la natura di chi, come il corretto metodo filosofico ci imporrebbe di articolare la domanda, non è dato sapere. Arriverà presto il commento del noto intellettuale Giovanardi e rendere questa pagina di storia del diritto un baratro di deriva morale rispetto al quale ci manca anche un papa da usare come asso nella manica.

Bersani apre ufficialmente al modello tedesco che vedrebbe unite tutte le anime del Pd. Dalla Concia a Fioroni? Speriamo. La legislazione tedesca prevede proprio con un nuovo allargamento del primo testo legislativo che i gay, cui è già riconosciuta una sorta di convivenza (non proprio l’istituto giuridico del matrimonio) con diritti, tutele e doveri al pari delle coppie eterosessuali possano, non congiuntamente, ma adottare il figlio ora anche adottivo e non solo biologico, del partner. Il caso è scoppiato appunto sul rifiuto inizialmente ricevuto da una donna bulgara di adottare la figlia adottiva della propria partner.

La discriminazione in effetti non riguardava più solo i gay, ma i diritti dei minori e poneva delle pericolose penalizzazioni tra figli biologici e adottivi. Questa la molla argomentativa che ha fatto scattare il passo in avanti della legge.

Una tappa importante, quindi, come dice la presidente dfi Gay Project, Imma Battaglia e un orizzonte di europeicità che entra per forza e finalmente anche dentro il recinto di casa. Un motivo in più per temere l’isolamento in cui cadrebbe il nostro Paese se mancasse l’appuntamento con l’Europa. Che se per una volta non fosse fatto di Germania solo nei conti della spesa, ma anche nelle carte dei diritti avrebbe dato a tutti i cittadini di questo paese un orgoglio, quasi il primo, di essere europei.

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