di Rosa Ana De Santis

Era annunciato con bollino nero l’inizio delle vacanze estive. Giornali e tv paventavano file lunghissime sulle autostrade principali e città quasi deserte. Una sorpresa per chi da mesi respirava ovunque l’aria di una crisi economica durissima che già radicalmente aveva cambiato la vita di moltissime famiglie italiane. Ma alla fine l’esodo c’è stato sul serio? Secondo le analisi fornite dal Censis sembra proprio di no. Il solito rumore mediatico strumentale che nasconde piuttosto cambiamenti significativi nella vacanza made in Italy. 

“Bollino nero”, titolavano i giornali in prima pagina. Così ripeteva da settimane la televisione. Il 1 agosto sarebbe iniziato il grande esodo, poi ripetutosi nel successivo fine settimana. La crisi economica che tanto timore ha diffuso tra la gente sembra quasi essere svanita nel nulla. L’ottimismo invocato dal Presidente del Consiglio pare non essere infondato. Ma il Censis racconta di altri numeri e sotto l’ombrellone la faccia degli italiani in vacanza non è la stessa di anni fa.

Dimenticatevi le città deserte di agosto, le serrande abbassate, le case vuote. Molte le famiglie che non andranno da nessuna parte: sei italiani su dieci rimarranno a casa. Viaggiano soprattutto i giovani e le famiglie del Nord. Molto bassi i numeri del Sud sempre più povero. Ben il 58% non ha alcun programma di vacanza. Ritorna in auge il turismo interno verso le nostre coste, pochissimi quelli che potranno andare all’estero.

Il ceto medio, quello maggiormente colpito dalla crisi, si orienta verso una diversa tipologia di vacanza. Soggiorni brevi, mete vicine, stop ai soggiorni lunghi di una volta. Le lunghe code verso la Slovenia o sulla Milano-Napoli non devono quindi trarre in inganno: le difficoltà economiche ci sono e gli italiani si sono impoveriti. I tagli decisi dalle famiglie non hanno riguardato solo le vacanze estive, ma anche pranzi e cene fuori. L’austerità è diventata la parola magica per difendersi dai rischi economici. E’ in questo modo che lo sguardo rivolto al futuro si tinge di sfiducia e di depressione soprattutto per le nuove generazioni, impreparate alla antica cultura nostrana del risparmio.

Non sono soltanto i lussi ad essere tagliati dal budget di casa, ma spese anche essenziali. Acquisti di elettrodomestici, lavori di ristrutturazione e soprattutto consumi alimentari hanno risentito del terremoto economico. I primi mesi dell’anno in corso hanno registrato infatti un aumento dei consumi davvero esiguo e la stagnazione diffusa non promette bene per il futuro.

L’estate arriva quindi con meno soldi nelle tasche degli italiani e un grande punto interrogativo sul futuro. Se già il 34.4% riteneva che la classe politica fosse poco concentrata sulle esigenze strutturali della nazione, vista la crisi interna alla destra, ora non andrà meglio. Disoccupazione e corruzione continuano ad essere i peccati originali della nostra economia e gli scandali estivi confermano la perfetta continuità con la prima repubblica. Ad essere sconfitto non è tanto o soltanto Berlusconi, ma il mito della rottura simbolica con il passato di cui propagandava di essere l’incarnazione. Ma non è così evidente al suo fedele elettorato.

Mentre i pochi vacanzieri preparano i bagagli, tutti gli altri - la maggior parte - rimangono a casa a contare gli Euro della crisi e il bollino nero sembra sempre di più il titolo di coda della ricetta dell’ottimismo. Ma se nemmeno Berlusconi andrà in vacanza, a quanto pare, e da casa lavorerà strenuamente sull’agenda politica che lo attende, a chi starà davanti alla tv potrà sembrare tutto più sopportabile. Ce lo assicurano Minzolini e Fede. Del resto questo é il tempo del fare, e non più del pensare. Il partito dell’amore sovrasta le paure. A reti unificate.

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